«Mamma ha la Sla, vuole morire»
Brindisi-La Procura ha chiamato gli esperti.
«Se non sarà operata entro 15 giorni morirà»
Una perizia sul battito di ciglia
I familiari sicuri della sua volontà, ma i medici non ci credono
Una perizia sul battito di ciglia
I familiari sicuri della sua volontà, ma i medici non ci credono
2 commenti:
Un battito di ciglia. Le palpebre si abbassano, quasi come parole scandite lentamente. L’unico modo per rispondere, con il solo movimento che la malattia ancora le consente. M. S, 60 anni, da 15 ammalata di Sla, ricoverata da tre giorni all’ospedale di Brindisi, deve decidere se continuare a vivere grazie a un intervento di tracheotomia, oppure rinunciare, con la prospettiva di aprire gli occhi al massimo per altre due settimane. Su e giù. Venerdì le ciglia si muovono leggere. Ma la risposta non vale. Almeno per i medici. Che, per essere sicuri sul da farsi, segnalano il caso alla polizia. Così interviene la procura, che dispone una perizia psichiatrica sulla donna, per accertare la sua reale capacità di intendere e di volere. Nessun dubbio, secondo la famiglia, invece, su quello che M. avrebbe desiderato: morire, se le sue condizioni si fossero aggravate. Come avrebbe dichiarato in tempi migliori, quando le parole le venivano spontanee e il corpo rispondeva ancora a semplici stimoli come tendere la mano per stringere quella di marito e figli. Ora non più. Fino a tre giorni fa M. ha vissuto a Villa Iris, casa di riposo di Mesagne, provincia di Brindisi, accudita e coccolata dagli operatori, senza mai perdere i contatti con la famiglia. E sulla sua possibilità di entrare tuttora in contatto con il mondo esterno, sarebbero sicuri i figli, che venerdì hanno spiegato ai medici ciò che M. avrebbe deciso sulla necessità di una tracheotomia (intervento per il quale è previsto il consenso del paziente).
Un buco nella trachea, preludio al respiratore meccanico, ultima tappa per i malati di Sla che incorrono nella paralisi dei muscoli polmonari. Non per M., almeno secondo la famiglia. Perché la donna non avrebbe mai accettato la malattia, e soprattutto, in passato, avrebbe esplicitamente detto di voler morire. Nel 2001 la firma di M. S. compare sul sito dei Radicali, sotto l’appello al presidente Berlusconi di scienziati e ammalati per sostenere la candidatura di Luca Coscioni nel comitato nazionale di bioetica. Chissà se M. ha poi seguito l’epilogo della storia dell’economista ammalato come lei, che nel 2006 rifiuta la tracheotomia, perché non avrebbe voluto vivere attaccato a una macchina. Coscioni muore il 20 febbraio per una crisi respiratoria. In dicembre lo segue Piergiorgio Welby, la cui storia si complica perché già attaccato al respiratore, chiede e ottiene di poterlo staccare affinché la malattia faccia il suo corso. Lo aiuta l’anestesista Mario Riccio. L’ultimo caso, al termine di una lunghissima battaglia giudiziaria, è quello di Eluana Englaro. Lo stop ad alimentazione e idratazione arrivano a 17 anni dall’incidente che la ridusse in stato vegetativo. Per M., al momento, c’è solo un battito di ciglia. Presto il pm sentirà i familiari.
Grazia Maria Mottola
15 novembre 2009
OGNI GIORNO LA SLA COLPISCE OGNI GIORNO NUOVI CASI NESSUNO E' IMMUNE DA QUESTA STRONZA... NESSUNO...
SOSTENIAMO LA RICERCA
POTREMMO AVERNE TUTTI BISOGNO
IL FUTURO DI MOLTE MALATTIE LO POSSIAMO TROVARE SOLO NELLE CELLULE STAMINALI...
AIUTIAMO I MALATI DI SLA
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