giovedì 27 aprile 2023

Possibile rallentare la progressione della SLA La chiave nel trapianto dei batteri fecali Secondo l’Osservatorio delle Malattie Rare l’incidenza della SLA è di circa 1-3 casi ogni 100.000 abitanti all’anno. E solo in Italia si stimano almeno 3.500 malati e 1.000 nuovi casi ogni anno. Dati allarmanti ma destinati ad arrestarsi grazie alla ricerca. Una speranza si sta riaccendendo infatti grazie al primo studio al mondo tutto italiano che avrebbe individuato un possibile modo per rallentare la progressione della malattia Sarebbe un microbiota intestinale che riuscirebbe ad assolvere questa funzione secondo le ricerche preliminari, i cui risultati certi potrebbero arrivare nel 2024. Il microbiota infatti sarebbe in grado di regolare la reazione del sistema immunitario all’infiammazione progressiva alla base della Sclerosi laterale amiotrofica. Il citato studio, come leggiamo sul Corriere, è denominato FETRALS (acronimo di Fecal Microbiota Transplantation in Amyotrophic Lateral Sclerosis), ed è stato presentato di recente al Congresso europeo di Microbiologia clinica e malattie infettive a Copenhagen.

In America ora il tofersen è farmaco Molti non sanno di avere la mutazione SOD1, per AISLA ora è imperativo l’immediato test genetico Il Qalsody (tofersen) è stato approvato da FDA (Food and Drug Administration) come nuovo farmaco per le persone con SLA che hanno la mutazione del gene SOD1. L’annuncio è stato dato questa notte, ora italiana, direttamente dall’Ente Regolatorio Americano. Lo scorso anno, infatti, la casa farmaceutica Biogen ha sottoposto la domanda per l’approvazione accelerata del farmaco nell’ambito del percorso del cosiddetto NDA (New Drug Administration). “Oggi è un bel giorno per la storia di questa malattia perché l’approvazione da parte di FDA, cui speriamo seguirà quella di EMA in tempi brevi – commenta il prof. Mario Sabatelli, presidente della Commissione Medico-Scientifica di AISLA e direttore clinico area adulti del Centro NeMO presso il Policlinico Gemelli di Roma, che continua -non è solo un “fatto burocratico” ma rappresenta un passaggio fondamentale per consentire l’accesso al farmaco ad un numero maggiore di ammalati”.