sabato 13 marzo 2010

Il doping e altri «misteri»
nella Sla dei calciatori
il giornalista Massimiliano Castellani,
autore di libri-inchiesta sullo sport «drogato»
da farmaci e doping. Castellani ha parlato del suo nuovo libro,
«Il morbo del pallone», che parla del legame tra Sla e mondo del calcio



1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

C'è lo sport che cerca di superare i limiti barando e c'è lo sport che sposta i limiti del possibile tramite una volontà coraggiosa.
Francesco Canali è un esempio del secondo tipo. Prima cestista, poi podista, ha scoperto di essere malato di Sla nel 2001.
Una malattia rara e terribile, che toglie le forze ogni giorno, fino alla completa immobilità. Francesco ha saputo reagire con una forza ancora più rara, fino a voler correre la maratona più famosa al mondo in carrozzina, sospinto da quattro amici. Il progetto, attorno al quale si è unita una città, si chiama «Vinci la SLA... di corsa a New York» (www.vincilasla.it).
Ieri al centro Santa Elisabetta del Campus c'è stato un momento di presentazione di questa impresa, con protagonista il giornalista Massimiliano Castellani, autore di libri-inchiesta sullo sport «drogato» da farmaci e doping. Castellani ha parlato del suo nuovo libro, «Il morbo del pallone», che parla del legame tra Sla e mondo del calcio.
«Da dieci anni mi occupo di questi temi, ho scoperto un mondo in completa balia dei farmaci - dice l’autore - Zeman diceva che il calcio doveva uscire dalle farmacie: aveva ragione. Alcuni giocatori sono stati vittime di sperimentazioni mediche».
Anche se la ricerca non ha ancora stabilito quali siano le cause della sclerosi laterale amiotrofica, le cifre parlano chiaro e dicono che l’incidenza della malattia sui calciatori è di sei volte e mezzo superiore alle altre persone. Ma come fa notare Francesco Canali: «Ci sono tantissimi ammalati di Sla che con lo sport non hanno nulla a che fare, e c'è una varietà talmente grande di fattori che i medici non sanno come orientarsi».
La ricerca non procede in modo veloce, perché la malattia è rara, anche se colpisce in Italia almeno 50.000 uomini e donne, dai 20 agli 80 anni, e quasi 50 persone nella provincia di Parma. Il progetto «Vinci la Sla» servirà anche a questo, a finanziare la ricerca. I corridori che spingeranno Francesco sono amici di lunga data: Gianluca Manghi, Andrea Fanfoni, Gianfranco Beltrami e Claudio Rinaldi.

Paolo Gandolfi è il coordinatore di tutto il progetto: «Ho dedicato tutta la mia vita allo sport e con l’iniziativa lanciata da Francesco ho capito quanto è importante lo sport. Sono un duro - dice Gandolfi, e così lo ricordano i suoi allievi di educazione fisica - ma mi ha fatto venire le lacrime agli occhi vedere la prima adesione al progetto, quella della squadra di calcio di Busseto. Per noi che abbiamo conosciuto Francesco è facile volergli bene, ma questi che non l’hanno conosciuto si sono attivati subito». E Matteo De Sensi, presidente del Cus Parma e ieri padrone di casa: «Quello che fa Francesco con lo sport vale più di qualsiasi medaglia». L’altro motivo della maratona è di sensibilizzare sulla malattia. Le istituzioni, infatti, garantiscono assistenza solo a livelli minimi. «Nella sfortuna io sono fortunato, perché ho una famiglia che mi segue - dice Francesco, davanti a lui la moglie - ma i malati che hanno bisogno di assistenza 24 ore su 24 purtroppo non la trovano. Questo non deve succedere. Le famiglie hanno bisogno di tutti».