CHE RIMUOVE
LE MOLECOLE NOCIVE CHE PROVACANO LA SLA
UNA RICERCA DELL'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO IN COLLABORAZIONE CON IL MARIO NEGRI DIRETTA DAL PROF. ANGELO POLETTI CHE SARA' PRESTO PUBBLICATA SU
"HUMAN MOLECULAR GENETICS"
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: ...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
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Esiste una microproteina, HspB8, in grado di aiutare contro la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), poiché capace di eliminare le tossine che causano la malattia.
Lo sostiene una ricerca dell'Università degli Studi di Milano e dell'Istituto Mario Negri, diretta dal dottor Angelo Poletti e prossimamente pubblicata da "Human Molecular Genetics".
La squadra di Poletti ha preso le mosse da analisi precedenti.
E' infatti noto come la SLA colpisca in maniera progressiva i motoneuroni, le cellule nervose che comandano i muscoli e quindi attività vitali come movimento, linguaggio, deglutizione e respirazione. Man mano che la malattia avanza, i motoneuroni dei pazienti vengono invasi da proteine con struttura anomala che provocano prima il malfunzionamento e poi la morte. Tale accumulo di scorie è inoltre, il risultato di una serie di enzimi, il proteasoma.
Allora, gli studiosi hanno verificato se esistessero delle contromisure a questa meccanica.
Essi hanno così condotto esperimenti su topi, provocando artificialmente lo sviluppo della microproteina HspB8, conosciuta per il suo ruolo di toppa contro i danni cellulari.
Come spiega Poletti, la proteina ha così agito da motore di un meccanismo che "Rimuove quasi interamente dai motoneuroni le forme insolubili delle proteine neurotossiche responsabili della SLA." In altre parole, HspB8, "Impedisce che le proteine responsabili della morte cellulare possano accumularsi in aggregati intracellulari e/o che le proteine neurotossiche possano danneggiare le funzioni dei motoneuroni, portando ad un effetto protettivo contro eventuali danneggiamenti di queste cellule".
Come fa notare il medico, tali informazioni aprono nuove prospettive, sia teoriche che pratiche.
Non solo infatti l'azione della malattia è più chiara: da oggi gli esperti possono iniziare a pensare a farmaci in grado di colpire la sclerosi imitando la microproteina esaminata.
La ricerca è stata finanziata da Telethon e Fondazione Cariplo
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