lunedì 7 giugno 2010


Ma era proprio necessario?

Carissimo Signor Presidente e Signor Ministro, lasciatemi estendere tutte le mie ansie ed emozioni.
Mi chiamo Pietro Pellillo,
grave disabile di 64 anni
affetto SLA e vivo
solo grazie all’amore e l’aiuto di mia moglie ed i miei figli...
Devo dire che nel nostro Paese, pur tra le migliorie degli ultimi anni, esiste una situazione di vera e propria inconsapevolezza ed ignoranza strutturale del mondo della Invalidità e Disabilità......................................................


2 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro Tremonti

Carissimo Signor Presidente e Signor Ministro, lasciatemi estendere tutte le mie ansie ed emozioni. Mi chiamo Pietro Pellillo, grave disabile di 64 anni affetto SLA e vivo (solo grazie all’amore e l’aiuto di mia moglie ed i miei figli) e risiedo in questo recondito scenario che è la città di Roma. Devo dire che nel nostro Paese, pur tra le migliorie degli ultimi anni, esiste una situazione di vera e propria inconsapevolezza ed ignoranza strutturale del mondo della Invalidità e Disabilità.

La vera e profonda Discriminazione nasce da questa Ignoranza sociale e culturale che arreca danni gravissimi a Persone già di per sé in precarie condizioni. Ora lungi da me l’idea di sciorinare dati al fine di dimostrare la bontà e veridicità delle mie tesi (per questo La rimando a considerazioni ben più professionali di Pietro Barbieri, presidente della FISH, Carlo Giacobini responsabile del Centro documentazione legislativa dell’UILDM e Franco Bomprezzi), ma mi conceda la bontà (questa sì) di parlare di invalidità e disabilità in veste sicuramente competente perché vissuta sulla mia pelle; e sia certo che con tutto me stesso, per un’opera miracolosa, rinuncerei volentieri a tale specifica competenza!

In tale prospettiva quanto la mia famiglia debba spendere in termini quantitativi e qualitativi può sicuramente chiarirlo mia moglie ed i miei figli che devono quotidianamente sacrificare parte della loro vita a sostegno delle mie terrene necessità. E sì che vestirsi, lavarsi, mangiare, bere, uscire di casa, andare al lavoro ed altro sono atteggiamenti talmente normali da non poter essere concettualmente considerati come atteggiamenti straordinari.

Ma tant'è che se io non avessi l'amore, l'attenzione, la vicinanza, il sostegno della mia famiglia, certamente non potrei vantare la stessa dignità di vita che posso vantare ora e tali atteggiamenti di normalità ordinaria, diverrebbero per me di grottesca straordinarietà. Che noi persone con problematicità fisiche e/o intellettive, caro Signor Presidente, circondati da un falso buonismo e da un'ipocrisia profonda, circondati da una normativa che sembra di una specificità e correttezza impareggiabile ma che al momento della sua applicazione diviene uno strumento quasi devastante della nostra dignità di vita, che se non avessimo l'affetto, la vicinanza, l'amore dei nostri familiari e di quelli che con abnegazione si impegnano per noi, certo non sarebbe lo Stato che ci permetterebbe di condurre una vita che possa soltanto definirsi tale.

Nel momento stesso in cui non riesco più a valutare l'opportunità o meno della mia stessa vita, provo una sorta di profonda rabbia e indignazione per la poca, colpevolmente poca, attenzione che viene posta alle situazioni esasperanti che si vivono quotidianamente nella parte del mondo delle persone con disabilità ed invalidità. Situazioni che sono ancor rese più grottescamente esasperanti e disperanti dalla società stessa e che lo Stato, detentore e protettore di tutte le emotività sociali, non è assolutamente in grado di lenire.

Questa rappresentazione di realtà dei falsi invalidi (che terminologia veramente riprovevole!) diviene essa stessa una falsa realtà, quando a pagarne sono quelle stesse piccole, povere, semplici e vere, sottolineo vere, persone discriminate invalide e disabili che, con questa eroica soluzione (!) “”dell'innalzamento della soglia percentuale dal 74% all'85% per vedersi erogare l’assegno mensile, non colpisce in alcun modo i falsi invalidi, bensì principalmente persone con disabilità intellettive di media entità espulse dal mercato del lavoro per lo stigma dell’improduttività e per lo stesso stigma privati della vita di relazione ordinaria. Il carico assistenziale ricade, ancora una volta, esclusivamente sulle loro famiglie” (uff. stampa FISH).

continua.................

Fabio e Fabrizio ha detto...

......................
Signor Presidente ma era così vitale e fondamentale incentrare tanta attenzione con tanta altisonanza sulla dialettica della falsa invalidità? Non era più nobile (so che questo termine può apparire obsoleto) incentrare l’attenzione su quei medici che rilasciano falsi certificati e su quelle discutibili commissioni ASL che avvalorano tali false invalidità? Mi rendo conto che una cosa è colpire professionalità di casta, mentre colpire poveri Cristi (nel vero senso del termine) non lascia tracce se non nel cuore e l’animo, che son diventate ben poca cosa di fronte all’apparire sociale.

Tutto ciò da parte mia non per opportunismo in quanto sono invalido 100%, disabile grave (art3 comma 3 L. 104/92) e fortunato a non percepire la pensione d’invalidità in quanto percettore di una mia pensione frutto di 30 anni lavorativi.

Signor Presidente molte volte in questi ultimi anni ho preso e sostenuto la sua difesa di fronte ad attacchi inconsulti e talvolta pirateschi ed anche la difesa del Ministro Tremonti per la sua rigidità secondo me necessaria nei conti. Ma ora, mi perdoni, considero la trattazione di questo problema dei falsi invalidi fatto in maniera dozzinale, grottesca e per nulla nobile. Vi esorto, se mi è permesso, e soprattutto il Ministro Tremonti, nelle frequenti apparizioni in tv (vedi Ballarò ed Annozero) e non solo, a mostrare molta, molta più sobrietà e discrezione senza generalizzazioni.

Mi sento pervaso contemporaneamente da un profondo senso di Rassegnazione e di Rancore. Mi piacerebbe nell’essere umano, essere omaggiato non come un non normale (invalido o disabile son sempre parole), ma semplicemente come Uomo. Voglio essere un grido, un urlo senza voce ma con tanta dignità che vuole non contrapporsi ma sensibilizzare e sollecitare l’attenzione della società e dei legislatori alla nostra, di persone con invalidità e disabilità, realtà quasi sempre negate, nascoste e silenti.

Per tutto ciò, dal profondo La prego, Vi prego di porre la massima attenzione e serietà nel valutare le proprietà applicative dei provvedimenti che verranno assunti, scoprendo i veri truffaldini approfittatori, che sono i nostri nemici n 1. Parrà forse bizzarro, ma si sta parlando della Esistenza di persone già colpite da madre Natura. Faccia in modo che il padre Società ristabilizzi un po’ di equità, aiutando queste persone ed i loro familiari. Grazie.

Pietro Pellillo