giovedì 28 gennaio 2010


Farmaci e umanità,
sì alla legge contro il dolore
«Sì» del Senato a cure palliative
e cannabis terapeutica

3 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Tornerà alla Camera ma forte del si bipartisan del Senato. Tempi marcati, ormai, per il disegno di legge sulle cure palliative e la terapia del dolore che è riuscito a mettere d’accordo tutto Palazzo Madama. Recepito e approvato anche un ordine del giorno dei radicali che prevede la produzione in Italia, attualmente vietata, dei farmaci a base di cannabis, impiegati soprattutto nella cura di malattie come la Sla. La terza lettura dovrebbe essere quella definitiva e poi il testo che prevede un percorso più «facile» per accedere ai farmaci contro il dolore severo, sarà legge.

Una delle novità introdotte al Senato riguarda l’obbligo, per i medici, di monitorare il dolore di ogni paziente riportando note in cartella clinica, come oggi avviene soltanto per i malati terminali. Le cure palliative sono gli interventi destinati ai malati terminali per i quali non si punta alla guarigione ma ad assicurare una buona qualità della vita. Terapia del dolore, invece, è l’insieme di pratiche per portare sollievo a quanti sono affetti da «forme morbose croniche». Perché entrambi gli interventi risultino più efficaci possibili sono state individuate due reti territoriali. Si tratta del collegamento tra le strutture sanitarie sia di tipo ospedaliero che territoriale (hospice) con specifiche figure di riferimento la cui formazione dovrà essere disciplinata. Saranno unificate le tariffe per le cure palliative, oggi discordanti da regione a regione, e proprio queste ultime saranno sotto esame perché attuino quanto previsto. In alternativa, scatta il commissariamento.

Regole rigide anche per i fondi: se le risorse destinate alla cura del dolore (stanziata una quota fissa di 50 milioni di euro più 100 milioni di euro inseriti dal 2009 tra gli obiettivi del fondo sanitario nazionale) non saranno debitamente impiegate, gli enti locali non potranno accedere, l’anno successivo, ai finanziamenti nazionali. La legge, inoltre, istituisce un Osservatorio nazionale permanente che dovrà tenere sotto controllo il capitolo prescrizioni. In questo settore arriveranno le novità più importanti: non esisterà più il ricettario a parte per i farmaci destinati ai pazienti con dolore severo. Tutti i medici del servizio sanitario nazionale potranno ordinare i farmaci necessari attraverso il comune ricettario rosso. Il Pd avrebbe voluto estendere la possibilità a tutti i medici, con le semplici ricette bianche, ma la restrizione è rimasta. Nonostante qualche dissenso il testo approvato dal Senato è stato salutato con favore da tutte le forze politiche.

I radicali hanno valutato con soddisfazione l`approvazione dell’odg per la produzione, in Italia, di medicinali a base di cannabis. Attualmente questi prodotti vengono impiegati ma non possono essere «fabbricati» nel nostro Paese, quindi li importiamo. Il governo ha precisato che l’odg impegna l’esecutivo «unicamente a verificare l`opportunità e la fattibilità tecnica e giuridica di una produzione in Italia». Secondo il farmacologo Silvio Garattini, il testo andrebbe precisato perché «vago»; lo specialista ha espresso inoltre forti dubbi circa la «reale utilità» dei farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore.

Anonimo ha detto...

''Sono molto soddisfatto per l'approvazione in Senato del disegno di legge sulle cure palliative, che gia' era stato votato all'unanimita' dalla Camera, dopo una lunga e approfondita discussione in Commissione Affari sociali, perche' e' una legge di civilta' che vuole promuovere la cultura della lotta al dolore nell'accompagnamento verso il 'fine vita'; ma sono ancora piu' soddisfatto perche' il contenuto di questa legge risponde alla tutela dell'interesse nazionale e alla tutela unitaria del diritto alla salute che il Titolo V della riforma del 2001, votata dal centro-sinistra, ha consegnato, frammentandolo, alle regioni''. Cosi' il vice Presidente del Senato, Domenico Nania, in una nota.

''Su temi come questo - prosegue - non ci puo' essere un differente trattamento sanitario rimesso nelle mani delle regioni. Il diverso numero di hospice tra nord, centro e sud (51 si trovano in Lombardia, 15 nel Lazio, 5 in Campania e nessuno nelle Isole) dimostra che quando si tratta di temi che attengono alla salute l'organizzazione sanitaria, rimessa solamente alle regioni secondo la riforma attuata dal centro-sinistra, viola l'interesse nazionale della tutela unitaria della salute. La previsione di una rete unitaria e di un'azione di controllo esercitata dal Ministero della Salute riattribuisce una dimensione nazionale ad un diritto fondamentale. Con questa legge sulle cure palliative, l'Italia si allinea ai Paesi piu' avanzati nell'assistenza al cittadino malato. Auspico che anche in commissione Affari sociali alla Camera, dove oggi entreranno nel vivo i lavori sul disegno di legge sul testamento biologico, si trovi un accordo ampiamente condiviso, sulla base del testo Calabro', che puo' essere migliorato ma non stravolto''.

Anonimo ha detto...

AVEZZANO: I CASO IN ITALIA DI USO DI MARIJUANA CONSENTITO PER FINE TERAPEUTICO


(IRIS) - AVEZZANO, 10 FEB - Primo caso in Italia, ad Avezzano, di uso consentito di marijuana a fine terapeutico.
A farne richiesta un malato di sclerosi multipla allo stadio avanzato. A dare l'ok al procedimento cautelare e urgente, il giudice Elisabetta Pierazzi del tribunale di Avezzano, con un'ordinanza del 2 febbraio scorso.

"La decisione assunta - ha spiegato il giudice Elisabetta Pierazzi - è funzionale a trattare gravi patologie, in quanto altri medicinali usati dal paziente non sono risultati idonei. Il medicinale somministrato è a pagamento e non viene prodotto in Italia. Viene importato di volta in volta in piccole quantità. Quindi deve essere somministrato a pagamento, con costi elevatissimi".

Non solo, ma essendo costoso rispetto al reddito del paziente, potrebbe impedire al malato di provvedere alle spese minime necessarie per la sopravvivenza. Per questo è stata accettata la procedura d’urgenza per ottenere il farmaco.

Ci sarebbe, inoltre, anche il cosiddetto periculum in mora per poterla accettare. Ovvero le condizioni del malato affetto da Sla potrebbero aggravarsi in maniera irreparabile senza il medicinale. Questa "clausola" è prevista dall'art. 32 della Costituzione (quello sul diritto alla salute).

"Fa salvo il diritto alla salute di soggetti che si vedono negare la prestazione sanitaria richiesta in virtù di una normativa pesantemente condizionata da improprie e parziali valutazioni etiche", commenta Bartolo De Vita, legale del malato.

Intanto però, l'Aduc (Associazione diritti utenti e cosumatori) attacca: "C’è da constatare ancora una volta, che, per ottenere il rispetto di un diritto costituzionale, un cittadino è stato costretto a fare causa".