sabato 23 gennaio 2010


Cure palliative:

emendamenti per la

cannabis terapeutica

7 commenti:

Anonimo ha detto...

È arrivato in aula al Senato il disegno di legge sulle cure palliative, licenziato ieri dalla commissione Sanità del Senato con alcune modifiche rispetto al testo già approvato dalla Camera. «Un testo giunto già valido dalla Camera- ha sommentato il senatore del Pdl Stefano De Lillo - e che, dopo il lavoro in commissione, agevola ulteriormente e regola ancor meglio quella rete di centri che la legge stessa istituisce a livello nazionale. Si procede, altresì, alla semplificazione dell'accesso alle terapie da parte delle famiglie del malato. Il tutto, al fine di conferire maggiore dignità alla persona».

In aula sono stati presentati 50 emendamenti e 4 ordini del giorno. Fra gli emendamenti proposti la richiesta di inserimento dei derivati della cannabis, già usati anche in Italia per la cura di diverse malattie, nell'elenco delle sostanze terapeutiche. A chiederlo sono tre emendamenti presentati dai radicali del Pd, con la firma anche di esponenti del Pdl. Alcuni farmaci che contengono i principi attivi della cannabis sono già in uso in molti paesi nella terapia del dolore in una serie di malattie tra cui la Sla e i tumori in fase terminale. Nel nostro paese non è possibile produrli ma devono venire importati, con costi che arrivano a 500 euro per ogni ciclo di terapia, coperti dal Ssn solo in alcune regioni. In Italia si stima in alcune centinaia di migliaia il numero di pazienti che potrebbe averne bisogno. «Una situazione che spesso costringe i pazienti all'illegalità - ha spiegato la senatrice radicale del Pd Donatella Poretti - quando da noi ci sono strutture come i laboratori farmaceutici militari che potrebbero produrli in maniera controllata».

Il provvedimento sulle cure palliative contiene anche nuove norme sulla somministrazione della morfina per uso terapeutico, riviste in senso più restrittivo rispetto al testo licenziato alla Camera. «In 30 anni l'Italia è stata sempre agli ultimi 3 posti in Europa nella somministrazione della morfina - ha spiegato il senatore del Pd Luigi Manconi - il problema maggiore è che c'è un gigantesco tabu che va a discapito del diritto dei pazienti a provare meno dolore».

«Sconfiggere il dolore - ha sottolineato la senatrice del Pd Fiorenza Bassoli, capogruppo in commissione Sanità a palazzo Madama - quando questo rischia di rubare la dignità, ricevere aiuto e sostegno nella fase finale della vita, non essere abbandonati, avere accanto a sé la famiglia nel momento della morte, sono diritti umani e sociali, sono bisogni che una società moderna, attenta alle persone, dovrebbe soddisfare». Fondamentale, quindi, l'importanza di una ampia e convinta collaborazione tra maggioranza e opposizione sulle cure palliative su cui, ha detto «il nostro paese sconta un forte ritardo, sia per quanto riguarda la cura del dolore sia per le cure e il sostegno nel fine vita. Per questo l'approvazione di una legge che incide sulla vita delle persone e sul loro diritto di esseri umani é un grosso passo in avanti, che consente al nostro paese di allinearsi agli standard proposti a livello europeo per ciò che riguarda questo genere di cure».

Fabio e Fabrizio ha detto...

Il Sativex è un farmaco sviluppato dalla azienda britannica GW Pharmaceuticals.
Fa parte di un programma di ricerca volto a sviluppare estratti standardizzati di Cannabis a partire da varietà botaniche a contenuto pre-determinato di principi attivi ( THC e CBD ).

Il farmaco, oggetto di numerose sperimentazioni cliniche, è stato recentemente immesso in commercio in Canada come farmaco per il trattamento del dolore neuropatico nei pazienti affetti da sclerosi multipla.

Il farmaco non è in commercio in Italia ma può essere importato dall'estero in base alla procedura prevista dal D.M. 11-2-1997 (Importazione di specialità medicinali registrate all'estero).

SATIVEX NELLA SLA:
Sativex è un estratto totale della pianta di Cannabis, standardizzato.. Contiene due principi attivi , quasi in uguale quantità: delta-9-Tetraidrocannabinolo ( THC ) e Cannabidiolo ( CBD ). Il farmaco è assunto mediante spray orale fino ad un massimo di 6 dosi/die.

Il primo studio che ha utilizzato un farmaco derivato dalla Cannabis nel trattamento dell'artrite reumatoide ha trovato che Sativex esercita un significativo effetto sulla riduzione del dolore e sulla soppressione della malattia [1].

Sebbene le differenze siano piccole e variabili nel gruppo di 56 pazienti studiati, i risultati sono statisticamente significativi.

Esiste un'evidenza anedottica che la Cannabis possa risultare utile nel trattamento del dolore associato all'artrite reumatoide. In un'inchiesta, il 16% (155/947) delle persone che ha acquistato Cannabis al mercato nero (poiché la vendita della sostanza è proibita) ha dichiarato di aver ottenuto sollievo dai sintomi dell'artrite reumatoide [2].

Lo studio coordinato da David Blake del Royal National Hospital for Rheumatic Diseases (RNHRD) è il primo studio randomizzato, controllato con placebo, ad aver valutato un farmaco derivato dalla Cannabis nell'artrite reumatoide.

Un totale di 58 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Sativex (n = 31) oppure placebo (n = 27).

Studi nei topi avevano dimostrato che sia THC che CBD hanno effetti anti-infiammatori e che CBD blocca la progressione dell'artrite reumatoide con miglioramento dei sintomi[3].

Fabio e Fabrizio ha detto...

È stato osservato che i pazienti trattati con Sativex hanno presentato, rispetto ai pazienti del gruppo placebo, significativi miglioramenti nel dolore in movimento e a riposo, nella qualità del sonno, nell'infiammazione ( misurata mediante DAS28 ) e nell'intensità del dolore ( misurata mediante SF-MPQ ).

Alla scala DAS28 (Disease Activity Score) con punteggio compreso tra 0 e 10, i pazienti che hanno assunto Sativex sono passati in media da 5.9 a 5 (placebo: da 6 a 5.9 ).

Alla scala SF-MPQ con punteggio compreso tra 0 a 100, i pazienti del gruppo Sativex hanno ridotto il punteggio medio da 48 a 33, mentre i pazienti del gruppo placebo non hanno presentato variazioni; il punteggio è rimasto a 50.

Gli effetti indesiderati sono risultati generalmente lieve-moderati (capogiri, sensazione di testa vuota, secchezza delle fauci, nausea). Tra gli 8 pazienti che hanno manifestato capogiri di lieve intensità, in 4 le reazioni avverse si sono presentate nelle prime 2 settimane quando era in corso l'aumento graduale del dosaggio, mentre in 2 pazienti i capogiri si sono presentati 2 giorni dopo l'assunzione del farmaco.

Nessun paziente che ha assunto Sativex ha dovuto interrompere lo studio clinico per la comparsa di effetti indesiderati, contro i 3 del braccio placebo.

I risultati del primo studio controllato che ha valutato Sativex nell'artrite reumatoide sono incoraggianti.

La componente THC che è ritenuta responsabile dell'azione stupefacente della Cannabis ha un'attività farmacologica e non può essere rimossa dal farmaco. Tuttavia, il metodo di somministrazione mediante spray orale ed il principio di auto-somministrazione, dove ciascun paziente determina in modo graduale la propria dose ottimale fino ad un massimo di 6 dosi giornaliere, rendono minimo il rischio di intossicazione.

I dati su più di 1000 pazienti trattati con Sativex negli studi clinici non hanno mostrato alcun caso di abuso. L'obiettivo dei pazienti che assumono Sativex è infatti quello di ritornare a condurre una vita normale. [4]

Fabio e Fabrizio ha detto...

RICERCA: CANNABINOIDE SINTETICO PROLUNGA LA SOPRAVVIVENZA NEI TOPI AFFETTI DA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
La somministrazione di un agonista selettivo dei recettori cannabinoidi, l' AM-1241, aumenta significativamente la sopravvivenza dei topi affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA): è quanto dimostra un articolo pubblicato Journal of Neurochemistry condotto da un gruppo di ricercatori della University of Arkansas, I topi trattato con l'AM-1241 vivevano il 56 percento più a lungo dei controlli. "La magnitudo dell'effetto prodotto dall'AM-1241supera quello sin qui riportato per qualsiasi altro trattamento farmaceutico " dichiarano gli autori. "I risultati di questo studio indicano che gli agonisti cannabinoidi possono essere considerati come una nuova classe di farmaci da studiare per il trattamento della SLA negli uomini" La SLA, nota anche come malattia di Lou Gehrig, è una malattia neurodegenerativa ad esito invariabilmente infausto, caratterizzata da una progressiva perdita dei motoneuroni del midollo spinale e del sistema nervoso centralela gran parte dei pazienti muoiono entro i primi 3 anni dall'esordio dei sintomi. In atto non esistono cure in grado di arrestare il decorso della malattia. Fonte: Shoemaker JL, Seely KA, Reed RL, Crow JP, Prather PL. " The CB2 cannabinoid agonist AM-1241 prolongs survival in a transgenic mouse model of amyotrophic lateral sclerosis when initiated at symptom onset," J Neurochem. 2007 Jan 4; [Epub ahead of print

Fabio e Fabrizio ha detto...

RICERCA:INDAGINE SULL'USO DI CANNABIS TRA I PAZIENTI CON SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA

Secondo uno studio pubblicato sul numero di Marzo/Aprile dell'American Journal of Palliative Care, i pazienti che soffrono di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) possono avere benefici sintomatologici in seguito all'assunzione di cannabis.

Nota anche come sindrome di Lou Gehrig, la SLA e' una malattia cronica, spesso fatale, caratterizzata da una progressiva degenerazione delle cellule nervose che controllano il movimento della muscolatura volontaria.
Lo studio, il primo mai condotto sull'uso di cannabis terapeutica tra i pazienti con SLA, e' opera di un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Washington, che ha raccolto, attraverso un questionario anonimo, i dati relativi a circa 130 pazienti. Tra quanti rispondono di aver fatto uso di cannabis essa e' risultata "moderatamente efficace nel ridurre sintomi quali la perdita di appetito, la depressione, il dolore e la spasticita'."

Un abstract dello studio "Survey of cannabis use in patients with amyotrophic lateral sclerosis"
e' disponibile online su: http://www.pnpco.com/pn01035.html

Fabio e Fabrizio ha detto...

RICERCA: IL THC RITARDA LA PROGRESSIONE DELLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA), nota anche col nome di morbo di Lou Gehrig, è una malattia cronica, spesso letale caratterizzata da una graduale degenerazione dei neurociti del sistema nervoso centrale che controllano i movimenti della muscolatura volontaria.

Secondo uno studio condotto a Seattle, WA (USA) il THC ritarda la progressione della sclerosi laterale amiotrofica.
I risultati della ricerca, pubblicati sul Journal of Amyotrophic Lateral Sclerosis, dimostrano che la somministrazione di delta(9)-tetraidrocannabinolo (THC) ha ritardato la progressione della malattia in un modello animale della SLA.

"Il trattamento con THC si è rivelato efficace se questo è stato somministrato o prima o dopo l'esordio sintomatologico nel modello di topo con SLA" hanno stabilito i ricercatori dell'Università di Seattle. "La somministrazione all'inizio dei tremori ha ritardato il disturbo motorio ed ha prolungato la sopravvivenza dei topini trattati con THC rispetto ai controlli" Gli autori hanno concluso che "Dato che il THC è ben tollerato, esso potrebbe costituire, assieme ad altri cannabinoidi, un nuovo strumento terapeutico per la SLA"

Fonte:
Raman C. et al.
Amyotrophic lateral sclerosis: delayed disease progression in mice by treatment with a cannabinoid.
Amyotroph Lateral Scler Other Motor Neuron Disord. 2004 Mar;5(1):33-39.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=pubmed&dopt=Abstract&list_uids=15204022

Fabio e Fabrizio ha detto...

Cannabis Terapeutica: a Bolzano paga la Provincia. invia a un amico
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Dal blog di claudio degasperi (296) - Sabato, 31 Marzo 2007 - 2:52pm Il farmaco-cannabis d’ora in poi lo paga la Provincia

Theiner cede, «Sativex» gratis

Dal quotidiano Alto Adige del 28-3-07

BOLZANO. Un compromesso, a vantaggio dei malati di sclerosi multipla: finché il Parlamento non approverà la proposta di legge per ammetterlo come farmaco ufficiale, l’assessorato provinciale alla Sanità metterà gratuitamente a disposizione dei pazienti il “Sativex”, il costoso antidolorifico spray derivato dalla cannabis, che tanto aveva fatto discutere nei mesi scorsi. Lo metterà a disposizione anche dei malati non ospedalizzati, considerandoli a tempo indeterminato come pazienti in day hospital. Tradotto, chi è affetto da sclerosi multipla soffrirà di meno, e poi non dovrà più sborsare le ingenti somme necessarie per l’acquisto dello spray. Sarà sufficiente recarsi una volta al mese nella struttura pubblica preposta, per ritirare il Sativex di persona, come d’altronde accade per altri farmaci potenzialmente pericolosi, come copaxone, interferone e così via. «Sono felicissimo, e ringrazio di cuore l’assessore Theiner per aver aperto gli occhi. Personalmente sono cinque settimane che utilizzo il farmaco, e la mia vita è radicalmente cambiata. Finalmente ho appetito e riesco a lavorare. Altri pazienti, assumendo il Sativex, negli ultimi giorni sono riusciti a dormire, dopo dieci anni di sofferenze; perché il farmaco non è solo un antidolorifico, ma cura la causa del dolore». Chiosa così, Stefano Balbo, malato bolzanino di sclerosi multipla che nei mesi scorsi si era battuto senza sosta per ottenere che anche in provincia di Bolzano fosse recepita la circolare del Ministero che prevedeva appunto questa fase transitoria, in attesa dell’ammissione definitiva del Sativex all’elenco ufficiale dei farmaci forniti dal servizio sanitario nazionale. Sinora, infatti, il farmaco, pur non essendo ufficialmente ammesso in Italia, veniva importato e messo a disposizione dei malati ricoverati in ospedale o in day hospital. Per gli altri pazienti, quelli a casa, c’era invece niente da fare: 480 euro, ogni mese. Come precisa l’assessore Theiner, «stiamo attendendo una legge nazionale che autorizzi i farmaci a base di cannabis. La proposta giace in Parlamento». Secondo la Provincia, l’assessore sarebbe intervenuto personalmente a Roma a favore dell’ammissione del farmaco, in occasione dei suoi ultimi colloqui con il ministro della Salute Livia Turco. «Il Sativex - prosegue la Provincia - viene somministrato sottoforma di spray spruzzato sotto la lingua, più volte al giorno. Quindi i pazienti ne hanno bisogno anche a casa. Finora il paziente doveva pagarselo di tasca propria, ora, per uscire dal dilemma imposto dal vuoto legislativo, molte aziende sanitarie hanno trovato un modello di soluzione praticabile, d’intesa con il Ministero. A favore dei malati di sclerosi multipla viene aperto un fascicolo clinico in regime di day hospital, per consentire l’avvio del primo trattamento medico. Il secondo passo consiste nell’assicurare ai pazienti, che restano sotto la costante osservazione del day hospital, la disponibilità del farmaco anche a casa. «Meno male - sottolinea Balbo - che l’hanno capita; l’opposizione a questo farmaco era incomprensibile; se volessi dedicarmi al business dello spaccio, venderei la morfina, che vale molto di più. Una confezione di Sativex dura un mese, e contiene un solo, misero grammo di cannabinoide». Il 13 aprile, conclude Balbo, «mi recherò dal ministro Turco, insieme ai rappresentanti di diverse associazioni di malati. Speriamo di smuovere definitivamente la situazione». (da.pa)