domenica 3 gennaio 2010




Trapianto staminali
SPERIMENTAZIONE ABUSIVA

QUARANTA I CASI AL VAGLIO DEGLI INQUIRENTI
Il volume d’affari s’aggira intorno ai 2 milioni di euro

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il volume d’affari s’aggira intorno ai 2 milioni di euro
GRAZIA LONGO

TORINO
Prima lo scandalo sulle promesse del «miracolo», a malati di Parkinson, Sla e cancro, grazie al trapianto di cellule staminali, vietato in Italia al di fuori dei protocolli sperimentali riconosciuti. Ora l’iscrizione nel registro degli indagati. Sono 9 le persone su cui sta svolgendo accertamenti il procuratore Raffaele Guariniello. Pesante l’accusa: associazione a delinquere per violazione delle regole in materia di sperimentazione clinica su pazienti vivi. Quaranta i casi accertati al vaglio della procura e dei carabinieri del Nas. Quasi due milioni di euro il giro d’affari: per ogni operazione il paziente sborsava fino a 50 mila euro.

Il principale indagato è Davide Vannoni, 41 anni, professore universitario di psicologia, nessuna competenza medica e biologica, presidente dell’associazione «Stamina Foundation» e amministratore unico di «Cognition», una società che ufficialmente offre ai clienti «metodologie di ricerca» e «strumenti di formazione» ma che di fatto organizza interventi chirurgici per il trapianto delle staminali. Entrambe le sedi sono a Torino, nello stesso palazzo elegante di via Giolitti 41. Secondo gli inquirenti era Vannoni, difeso dall’avvocato Roberto Piacentino, a gestire il trattamento dei pazienti che speravano di guarire grazie al trapianto. Che veniva eseguito in 3 centri: l’ambulatorio Lisa Srl a Carmagnola, una clinica a San Marino e un’altra a Kiev, in Ucraina.

Altro personaggio chiave nel mirino dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e della magistratura è il dottor Leonardo Scarzella, neurologo al Valdese, con studio privato in corso Moncalieri. A lui si era rivolta gran parte dei quaranta ammalati finiti nella rete di «Cognition». E lui poi li indirizzava dal professor Vannoni. «Non so che cosa facesse Vannoni, né dove - ha dichiarato il dottor Scarzella al nostro giornale -. So che si appoggia a un team di specialisti seri. Per questo facevo il suo nome. Ai malati consigliavo vari centri, anche all’estero, dove si può tentare questa terapia con le staminali: in Germania, in Inghilterra, in Francia...». Gli investigatori credono invece che ci siano degli aspetti che non convincono. Tra gli indagati anche la coppia di medici di Kiev - che operava pure nella sede di Carmagnola -, 3 colleghi torinesi che lavorano alla Lisa più un ingegnere e un architetto. Cosa c’entrano questi ultimi con il trapianto delle staminali? Fanno parte di alcune società intorno alla «Cognition».

Per effetto di un sistema a scatole cinesi, intorno a questa c’è una serie di altre Srl, sulla carta impegnata nella «ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie», ma in realtà legata ai trapianti. Qualche nome? La Re-gene, la Rewind Biotech e la Stem cells Fondation. Le quaranta persone che hanno chiesto aiuto a Vannoni hanno pagato tramite bonifico bancario. Una curiosità: nella causale non si doveva scrivere «intervento chirurgico per prelievo staminali» ma «contributo e donazione».

dino ha detto...

Qualcuno ha notizie sul TCM Treatment (erbe, agopuntura, massaggi) dell'Ospedale Cinese di Huaihua?
dino