giovedì 31 dicembre 2009

Sla: in Piemonte al via i centri per la diagnosi e la cura
Nel nostro Paese si manifestano 3 nuovi casi di Sla al giorno e ci sono circa 6 ammalati ogni 100 mila abitanti, che necessitano
di cure complesse e personalizzate

3 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Sla: in Piemonte al via i centri
per la diagnosi e la cura
Nel nostro Paese si manifestano 3 nuovi casi di Sla al giorno e ci sono circa 6 ammalati ogni 100 mila abitanti, che necessitano di cure complesse e personalizzate

Fabio e Fabrizio ha detto...

Sla: in Piemonte al via i centri
per la diagnosi e la cura
Nel nostro Paese si manifestano 3 nuovi casi di Sla al giorno e ci sono circa 6 ammalati ogni 100 mila abitanti, che necessitano di cure complesse e personalizzate
ROMA - Centri di ricerca per la Sclerosi laterale amiotrofica, il cosiddetto morbo degli sportivi, saranno avviati in Piemonte. Nel nostro Paese - si spiega in una nota - si manifestano in media tre nuovi casi di Sla al giorno e si contano circa sei ammalati ogni 100 mila abitanti. I pazienti affetti da Sla necessitano di cure complesse e personalizzate, per le quali è necessario disporre di un team a forte caratterizzazione culturale e psicologica, che segua il malato in tutte le fasi della malattia e lo assista nel difficile percorso della sua vita quotidiana e delle scelte individuali che la Sla frequentemente implica.

PERCORSO DI CURA E ASSISTENZA - Per questo l`Assessorato alla tutela della salute e sanità della Regione Piemonte ha messo a punto un apposito percorso di cura e di assistenza, con l`individuazione di due centri di riferimento regionale esperti per la diagnosi e la presa in carico della persona colpita da questa malattia, che verrà presentata nel corso di una conferenza stampa che si terrà alla presenza dell’assessore Eleonora Artesio e di Mario Melazzini, presidente nazionale dell'Aisla-Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica.


29 dicembre 2009

Anonimo ha detto...

PIEMONTE: GIUNTA, RETE PER DIAGNOSI E TRATTAMENTO DELLA SLA


(ASCA) - Torino, 30 dic - Nasce in Piemonte la rete assistenziale per la diagnosi e il trattamento della sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e delle sue varianti cliniche (sclerosi laterale primaria, atrofia bulbo-spinale di Kennedy e sindrome postpoliomielitica). Lo ha deciso la Giunta regionale, approvando, su proposta dell'assessore alla tutela della salute e sanita', Eleonora Artesio, una delibera in cui si definisce per la prima volta un modello di presa in carico completa e continua delle persone affette da Sla. La malattia, nota anche come malattia di Charcot o malattia del motoneurone, e' una malattia neurodegenerativa progressiva, che colpisce i motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale, del tronco cerebrale e la corteccia cerebrale motoria. L'esordio avviene di solito fra i 50 e 70 anni di eta' ed e' spesso subdolo. Il deficit motorio all'esordio si manifesta nel 40% dei casi agli arti superiori, nel 30% agli arti inferiori, nel 30% a livello dei muscoli a innervazione bulbare (con disartria e disfagia). La progressione e' inarrestabile e, in assenza di interventi di sostegno delle funzioni vitali, la morte nella maggioranza dei casi avviene per insufficienza respiratoria. In un quarto dei casi il paziente muore entro due anni dall'esordio del primo sintomo, nella meta' dei casi entro tre anni; poco meno di un quarto dei pazienti sopravvive otto o piu' anni.

''I malati di Sla - spiega Artesio - necessitano di cure complesse e personalizzate per le quali e' necessario disporre di un team a forte caratterizzazione culturale e psicologica, che segua il malato in tutte le fasi della malattia e lo assista nel difficile percorso della sua vita quotidiana e delle scelte individuali che questa patologia frequentemente implica''.

A questo scopo, nel provvedimento vengono individuati due centri ''esperti'', rispettivamente all'ospedale Molinette di Torino e al ''Maggiore della Carita''' di Novara, che sono quelli che sulla base dei dati del Registro interregionale Piemonte e Valle d'Aosta delle malattie rare trattano il numero maggiori di casi e sono inoltre dotati di equipe multidisciplinari specifiche, oltre che di strutture di supporto e di servizi complementari.