giovedì 3 dicembre 2009


SLA. La rabbia nascosta dei malati
Il tasso di ira inespressa è pari a più del doppio
rispetto a quello della popolazione generale
- studio italiano coordinato dall'Irccs
Fondazione Santa Lucia di Roma e pubblicato sul numero
di dicembre di 'European Journal of Neurology'

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Il tasso di ira inespressa è pari a più del doppio rispetto a quello della popolazione generale


Una grande rabbia inespressa, che mina i rapporti con gli altri e insidia il percorso di cura. A mettere in luce questo problema, che colpisce le persone affette da sclerosi multipla con livelli piu' che doppi di aggressivita' soffocata rispetto alla popolazione generale, e' uno studio italiano coordinato dall'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma e pubblicato sul numero di dicembre di 'European Journal of Neurology'. Un problema che, in aggiunta alle limitazioni causate dalla patologia, puo' far peggiorare ulteriormente le relazioni interpersonali, sociali e lo stato di salute di questi pazienti. I ricercatori hanno preso in esame circa 200 malati con sclerosi multipla, sottoponendoli a test che misurano la rabbia, la depressione e l'ansia, confrontando i risultati con quelli della popolazione generale. Il gruppo sottoposto allo studio comprendeva 150 pazienti con la forma recidivante-remittente della malattia e 45 con forme progressive. Il 68% era donna, sui 40 anni circa, con una durata media della malattia di 11 anni dal suo esordio. "Con una certa sorpresa", spiegano gli studiosi in una nota, si e' visto che i pazienti "presentavano livelli di rabbia espressa simile a quello della popolazione generale ma, contemporaneamente, il sentimento non espresso e' risultato piu' che doppio". E, oltretutto, indipendente dalla severita' del quadro clinico. Questi dati, insieme allo scarso controllo esercitato sulla rabbia, hanno convinto i ricercatori che cio' potrebbe dipendere da alterazioni del sistema nervoso, piuttosto che dalle sole e naturali ricadute emozionali della malattia. Un dato inatteso e' stato anche quello relativo al notevole divario tra i livelli di rabbia espressa e quella non espressa a fronte della scarsa capacita' di controllo complessivo di questo stato d'animo nei pazienti.

Secondo Ugo Nocentini, della cattedra di Neurologia dell'Universita' di Roma Tor Vergata e primo autore della pubblicazione, "gli alti livelli di rabbia non espressa presentati dai pazienti potrebbero essere dovuti alle lesioni causate dalla sclerosi multipla ai fasci nervosi del cervello, con conseguenze sulla ricezione e interpretazione degli stimoli". "L'elaborazione della rabbia -ricorda- e' controllata da complesse connessioni tra sistemi corticali e sottocorticali, come l'amigdala, i gangli della base e la porzione mediale della corteccia prefrontale". Sulla base di questo studio, Nocentini ipotizza che i processi di demielinizzazione e degenerazione, causa dei principali sintomi della malattia, vadano ad alterare anche i circuiti cerebrali coinvolti nell'espressione e nel controllo della rabbia. I risultati di questa ricerca avranno anche importanti implicazioni per la pratica clinica. La rabbia, infatti, influisce negativamente sulle relazioni tra paziente e medici, oltre che su quelle in famiglia, nella societa' e nel lavoro. Inoltre e' stato rilevato che questa emozione quando e' inespressa si associa a problemi fisici, dall'ipertensione ai disordini vascolari. Dallo studio si evince, pertanto, anche l'importanza di verificare "se il singolo paziente con sclerosi multipla esprime livelli di rabbia anormali: tenerne conto -si legge in una nota dell'Irccs S.Lucia- potra' aiutare i clinici a curare con piu' efficacia, programmando gli interventi terapeutici e migliorando l'adesione ai vari trattamenti".