lunedì 11 febbraio 2008

RIPORTIAMO LA NOTIZIA APPARSA SU: WWW.OCCHIODELLANIMA.IT

Beike, magistratura e ospedali cinesi.
Scienza 13 Comments »

Mi sono fatto un pò di ricerche sulla struttura svizzera della Beike, che fa da tramite per i viaggi in Cina e le condizioni ospedaliere cinesi dove vengono effettuate le cure con cellule staminali.
Interessanti scoperte ho trovato e voglio condividerle con voi, per cercare di fare un pò di chiarezza in questo mondo che nasconde spesso delle insidie.
Come prima cosa vi consiglio di vedere i video che già nel mio primo post su questo argomento vi avevo mensionato, sono a questo link, soprattutto il secondo. Il primo parla di come vengono effettuate tali cure e mostra interviste ad alcuni pazienti, mentre nel secondo vi sono rivelazioni importanti e in alcuni aspetti non positivi, sia sulla Beike che sugli ospedali cinesi.
I video per vederli bisogna avere Real player, va bene anche la versione gratuita, per chi ce l’ha, può scaricare il secondo video direttamente QUI.
Vi riassume ciò che di più importante viene detto. Prima cosa si fa riferimento alla Beike sia per i costi che forse sono un pò eccessivi, nell’occuparsi di far da tramite tra l’Europa e la Cina, sia per alcuni problemi avuti con la magistratura, in cui viene nominato e indagato anche Andrea Mazzoleni, che ha lasciato dei commenti ai miei post.
Riporto la notizia senza giudicare, ma solo per dovere di cronaca e informazione, pronti sempre ad essere smentiti, aggiornati, o ricevere precisazioni…in questo articolo c’è il racconto delle indagini:
” Si aggrava la posizione di Andrea Mazzoleni, l’infermiere nonché il direttore amministrativo del Gulliver di Lugano, il day hospital di via Simen 10 finito nel mirino del Ministero pubblico che vuole veder chiaro sulle modalità di fatturazione alle casse malati delle visi­te dei pazienti nel centro diurno sottocenerino. Interrogato a lungo giovedì, Mazzoleni è stato arrestato. Ieri il Giar Edy Meli ha confermato il provvedi­mento restrittivo che gli inquirenti han­no disposto, spiegano in un comunica­to, «per necessità istruttorie».
Diversa la posizione dei due responsabili medici del day hospital luganese, gli psichiatri Graziano Martignoni e Orlando Del Don, entrambi patrocinati dall’avvoca­to John Noseda: nei loro riguardi, annotano Procura e Polizia cantonale, «non sono emersi indizi di reato » e «non è stata quindi promossa l’accusa».
L’inchiesta comunque continua ed è coordinata dal Procuratore generale Bruno Balestra e dall’aggiunta Maria Galliani. Si procede per l’ipotesi di truffa ai danni delle casse malati.
Difeso dall’avvocato Stefano Ferrari, Mazzo­leni è accusato di ripetuta truffa. «L’ipo­tesi accusatoria – si legge nel comunica­to diramato nella serata di ieri dal Mini­stero pubblico – è quella di aver fattura­to dal settembre 2005 a tutt’oggi alle casse malati prestazioni non fornite nell’ambi­to dell’attività della struttura Gulliver».
Mazzoleni respingerebbe gli addebiti. Il suo arresto, convalidato dal Giar, segna in ogni caso una svolta importan­te nelle indagini. Nel quadro del proce­dimento penale, spiegano ancora inqui­renti e investigatori, sono state interro­gate « diverse persone in qualità di indi­ziate e di testimoni »ed eseguiti« perqui­sizioni e sequestri della necessaria docu­mentazione». Giovedì oltre a Mazzoleni è stato sentito Del Don.
Ieri è stata la vol­ta di Martignoni. A carico dei due re­sponsabili medici, con Mazzoleni nel CdA della Gulliver Sagl costituita nel­l’agosto 2005, non sono emersi come scritto indizi di reato.
«Non ho nulla di cui rimproverarmi», ci aveva dichiarato ieri mattina Del Don. «Devo forse rimproverarmi di aver fatto il mio lavoro? Di aver aiutato i pa­zienti?.
Con Gulliver sia io che Martigno­ni –aggiungeva lo psichiatra bellinzonese– non abbiamo guadagnato neppu­re un centesimo. Che mi venga un acci­dente se ho avuto solo il pensiero di frega­re qualcuno. In questi anni non ho mai avuto un reclamo». Del Don come noto è anche in politica. Ricopre la carica di vicepresidente dell’Udc ticinese ed è fra i candidati al Consiglio nazionale alle ‘federali’ d’ottobre. «Mi aspetto in tempi brevi che la magistratura chiarisca la mia posizione in questa vicenda – affer­ma –. Ripeto: non ho nulla di cui rimpro­verarmi. Se però dovesse essermi addebi­tato qualcosa mi dimetterei subito rinun­ciando anche alla candidatura ».
Nel tar­do pomeriggio il comunicato del Mini­stero pubblico. Soddisfatto il presidente cantonale dei democentristi Pierre Ru­sconi: «Non ho mai avuto dubbi sull’e­straneità di Del Don ai fatti al centro del­le indagini. Se fosse stato incriminato si sarebbe sicuramente fatto da parte: è una persona responsabile e sa benissimo qual è il comportamento da assumere in certe circostanze nei confronti dei nostri eletto­ri e del suo partito. Le cose però sono an­date diversamente e me ne rallegro. Lunedì prossimo depositeremo le liste con anche il suo nome tra i candidati al Na­zionale».
Del Don: ‘Proporrò la chiusura del centro’ Da noi nuovamente interpellato dopo l’uscita del comunicato del Ministero pubblico, Del Don si è detto sollevato « per quanto riguarda la mia persona » ma ha aggiunto di essere nel contempo « amareggiato e preoccupato ».
Con l’ar­resto di Mazzoleni («non capisco come sia riuscito a fatturare prestazioni inesi­stenti nonostante le verifiche interne ») la situazione per il Day Hospital Gulliver, sostiene lo psichiatra, « si fa pesante: c’è una grossa perdita di immagine. Ne pro­porrò pertanto la chiusura immediata. Nel frattempo mi sono consultato con Martignoni. Chiaramente la cosa andrà discussa con i collaboratori. Lo faremo lunedì. Aspettare la fine dell’inchiesta? Ormai il danno d’immagine c’è stato».
Gli inquirenti fanno intanto sapere che il procedimento continuerà « per ac­certare nel dettaglio le singole responsa­bilità e per quantificare l’entità del mal­tolto ». Altri accertamenti, questi di tipo amministrativo, sul Day Hospital Gulli­ver li sta conducendo il Dipartimento sanità e socialità, come riportato gio­vedì dalla “Regione Ticino”. Nei prossi­mi giorni, ha indicato ieri ‘Teleticino’, il medico cantonale Ignazio Cassis po­trebbe già ricevere il rapporto dei pro­pri ispettori: stando all’emittente, non è da escludere anche una segnalazione per mancate verifiche, da parte delle casse malati, sull’attività della struttu­ra luganese. “
Che dire, in questo gli svizzeri sono molto “italiani”, da noi certe cose accadono normalmente. Da sottolineare, per chi non ha visto il video, che il Day Hospital Gulliver altro non è che praticamente la Beike di adesso…il solito sistema di riciclo.
Altro aspetto sentito dal video è la testimonianza di chi ha visitato le strutture mediche cinesi dove si effettuano le cure staminali. Da una parte viene apprezzato il grande livello tecnologico, mentre per quanto riguarda l’ospitalità lasciano molto a desiderare. Praticamente i pazienti devono essere assistiti da parenti o amici, per quanto riguardo il cucinare, pulizia personale, bisogni fisiologici…insomma, non c’è infermieri che sono addetti a ciò.
Dobbiamo però essere obbiettivi e far notare anche l’esperienza di una ragazza intervistata, che malgrado tutte le enormi spese e difficoltà, malgrado controindicazioni della cura, soprattutto infezioni alle vie urinarie, le cellule staminali hanno migliorato molto la sua situazione….in alcuni momenti mi è venuto le lacrime agli occhi.
Questo per dire che non è la scienza a far paura, ma le persone che la usano, quindi, fiducia nella scienza, attenzioni agli uomini.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Venerdì 31 agosto - si legge nell'atto parlamentare - il Ministero pubblico ha aperto un procedimento penale nei confronti dei responsabili e dei collaboratori del Day Hospital Gulliver di Lugano. È stata promossa l'accusa di ripetuta truffa nei confronti del direttore amministrativo della struttura. Il direttore è stato arrestato e l'arresto confermato dal Giar. L'accusa è quella di aver fatturato negli ultimi due anni alle casse malati prestazioni che non erano state fornite.

L'apertura della procedura penale - scrivono i deputati - è avvenuta il giorno dopo la pubblicazione sul quotidiano LaRegione della testimonianza di una ex collaboratrice dell'ospedale diurno, che taccia la struttura di essere una fucina di domande per l'Assicurazione invalidità, in particolare da parte di cittadini stranieri. Di tutti i casi che ho visto ­ ha dichiarato la donna ­ solo tre potevano effettivamente ambire ad una rendita. Si profila il fondato sospetto di un abuso di grosse di proporzioni ai danni dell'AI, vista anche l'apertura d'inchiesta con conseguente arresto".

Anonimo ha detto...

LUGANO
Lugano: arrestato direttore amministrativo clinica privata







Da TICINONLINE:

LUGANO - Il direttore amministrativo del Day Hospital Gulliver a Lugano è stato arrestato e un procedimento penale è stato aperto per sospetto di truffa ripetuta. L'ipotesi accusatoria è quella di aver fatturato alle casse malattia prestazioni non fornite dal settembre 2005 ad oggi.°

Nell'ambito del procedimento sono state ascoltate diverse persone in qualità di indiziate e testimoni ed inoltre sono state eseguite perquisizioni e sequestrata documentazione, ha comunicato oggi il ministero pubblico ticinese.



LUGANO
Gulliver, confermato l'arresto del direttore Mazzoleni, Del Don e Martignoni scagionati

L'accusa formulata nei confronti del direttore amministrativo della struttura psichiatrica Andrea Mazzoleni è di ripetuta truffa.





Altri articoli

»Truffe alle casse malati: sul centro Gulliver interviene la Procura




LUGANO - Dal Ministero pubblico e la polizia cantonale arriva la conferma ufficiale in cui si comunica che il Ministero ha aperto un procedimento penale nei confronti dei responsabili e dei collaboratori del Day Hospital Gulliver di Via Simen 10, Lugano. L'accusa: ripetuta truffa.

Nell’ambito del procedimento - si legge nella nota - "sono state sentite diverse persone in qualità di indiziate e di testimoni, ed inoltre sono state eseguite perquisizioni e sequestri della necessaria documentazione".

Nella giornata di ieri è stata promossa l’accusa di ripetuta truffa nei confronti del direttore amministrativo della struttura Andrea Mazzoleni.

L’ipotesi accusatoria formulata per Mazzoleni è quella di avere fatturato da settembre 2005 a tutt’oggi alle casse malati prestazioni non fornite nell’ambito dell’attività della struttura Gulliver.

Al termine del verbale di Mazzoleni, per necessità istruttorie, è stato disposto il suo arresto, misura che nella giornata di oggi è stata confermata dal Giudice dell’arresto.

Non sono per contro emersi indizi di reato per quanto riguarda il comportamento dei dottori Del Don e Martignoni, nei confronti dei quali non è stata quindi promossa l’accusa.

Il procedimento - conclude la nota - continuerà per accertare nel dettaglio le singole responsabilità e per quantificare l’entità del maltolto.


LUGANO
Truffe alle casse malati: sul centro Gulliver interviene la Procura

Il procuratore generale Bruno Bale­stra e la procuratrice generale aggiunta Maria Galliani hanno interrogato fino a tarda ora Orlando Del Don e Andrea Mazzoleni, finiti nel mirino della Magistratura ticinese per presunte truffe ai danni delle casse malati.








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LUGANO - Il Day Hospital Gulliver di Lugano, la clinica di giorno privata diretta dagli psichiatri Graziano Martignoni e Orlando Del Don insie­me all’infermiere Andrea Mazzoleni, nel mirino della Magistratura ticinese per presunte truffe ai danni delle casse malati. Della vicenda se ne sta occupando da alcuni giorni la RegioneTicino, con servizi giornalistici che metteno in luce i presunti malaffari dell'istituto. E così ieri sera il procuratore generale Bruno Bale­stra e la procuratrice generale aggiunta Maria Galliani hanno interrogato fino a tarda ora sia Del Don che Mazzoleni.

Al vaglio degli inquirenti - scrive questa mattina il giornale - è il metodo di fatturazione dell’attività svolta, nel senso che "alle casse malati sarebbero state fattura­te, quantomeno durante i primi mesi di esistenza del day hospital, quindi a par­tire dall’autunno 2005, anche ‘visite’ lampo e non programmate. Visite fatte anche solo semplicemente per conse­gnare un documento necessario nella pratica per l’ottenimento dell’Ai, oppure anche solo per trascorrere il tempo sen­za fare nulla di preciso, giocando a cal­cetto o facendo puzzle".

Mazzoleni, Del Don e Martignoni nei giorni scorsi hanno negato che vi siano state irrego­larità, ma il giornale ha pubblicato tuttavia il verbale di una riunione interna a Gulliver che con­fermerebbe l’esistenza, un anno fa, di una serie di di­sfunzioni.

19:58 LUGANO - Al palazzo dei congressi il Codex alimentarius per le acque minerali naturali

19:32 STABIO - Aggregazioni, serate informative a Ligornetto e a Stabio

18:26 GRONO - Frana, continuano i lavori di sgombero, Weisshaupt: "Non sicura la riapertura della strada per il finesettimana"

17:55 MENDRISIO - Le condizioni del motociclista trasportato all'ospedale non sembrano gravi

16:57 TICINO - Referendum PMI, Modenini: "Ghisletta fa demagogia"

16:32 TICINO - Rapina all'UBS e alla Banca Popolare di Sondrio: stessi autori

16:13 CONFINE - Si è costituita la moglie: è stata lei a sparare

16:00 TESSERETE - Carnevale, meno interventi per la Croce Verde: 'Ma è sempre l'alcool a farla da padrone'

14:27 CAMORINO - Matteo Gianini espulso dal PS? Il Municipale non ci sta e ricorre

14:27 CONFINE - Uomo ucciso a colpi di pistola

Anonimo ha detto...

La grande truffa

Una clamorosa truffa ai danni di pazienti affetti da gravi malattie è balzata agli onori della cronaca e ha dato inizio a una serie di inchieste giudiziarie in molti paesi del Nord America e in Europa. Negli Stati Uniti si sta per celebrare un processo contro Stephen van Rooyen, uomo d'affari sudafricano, e la sua compagna, la modella Laura Brown, rei di aver commercializzato una falsa cura contro la sclerosi multipla e altre malattie neurodegenerative. La coppia, che ora deve rispondere di 51 capi di imputazione, ha fondato la Advanced Cell Therapeutics(ACT), che ha sede in Svizzera e offre in cliniche dislocate in 12 paesi una terapia basata su iniezioni di cellule staminali derivanti dal cordone ombelicale. Secondo medici ed esperti questo intervento, non sperimentato e illegale, sarebbe non solo inefficace ma anche pericoloso. Recenti indagini hanno rivelato che la ACT è nata dopo che la Biomark, altra compagnia fondata dai due truffatori, era stata chiusa nel 2003 dopo una condanna per frode a seguito di un'inchiesta della Food and Drug Administration. Rooyen e la Brown si sono difesi sostenendo che il loro intento era quello di offrire assistenza medica ai malati e di aver sempre utilizzato personale medico qualificato per seguire i propri pazienti. Nonostante il sito web della ACT raccolga false testimonianze di malati poi guariti, molte persone sono state ingannate e si sono rivolte alla società americana nella speranza di trovare una cura per malattie oggi inguaribili. Ed è proprio questa la ragione del favore riscosso da molte terapie spesso scientificamente discutibili. Uno dei casi più famosi è quello di Huang Hongyun - a sinistra nella foto - medico cinese che a partire dal 2001 ha operato nel suo ospedale di Pechino circa 600 persone affette da vari disturbi neurologici iniettando cellule derivanti dal tessuto neurale olfattivo di feti abortivi. Questa terapia, che Huang sostiene porti grandi risultati, non è consentita al di fuori della Cina e le maggiori riviste scientifiche occidentali rifiutano di pubblicare gli articoli del medico cinese. Lo scetticismo deriva dalla natura aneddotica dei successi, dalla mancanza di studi eseguiti con controlli rigorosi e dall'assenza di follow-up dei risultati ottenuti. Nel marzo 2006 è stato pubblicato uno studio di tre scienziati californiani su sette pazienti di Huang che dimostra l'assenza di benefici e sottolinea invece la presenza di numerosi effetti collaterali. Ma nonostante tutto questo l'ospedale di Huang raccoglie ancora oggi pazienti provenienti da tutto il mondo. Il problema, secondo Dobkin, uno degli autori dello studio, è la condizione disperata di questi malati che li rende vulnerabili e facilmente influenzabili. Molte volte gioca un ruolo determinante l'effetto placebo: spesso è l'intervento chirurgico stesso a portare benefici, anche se solo momentanei, e inoltre è noto che il 40% degli individui che hanno subito gravi lesioni al midollo spinale ottengono spontaneamente un certo miglioramento. L'unica prova in grado di dimostrare l'efficacia di queste terapie sarebbe un controllo a lungo termine ma, nonostante il mondo scientifico abbia ripetutamente sollecitato Huang a eseguire queste verifiche, finora non è stato intrapreso alcuno studio serio. Recentemente un gruppo di ricercatori sponsorizzato dalla International Campaign for Cures of Spinal Cord Injury Paralysis ha stilato delle linee guida per aiutare pazienti e medici a valutare al meglio questi trattamenti ed evitare così inutili viaggi della speranza.

Anonimo ha detto...

Basta con le illusioni!
La UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e l’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) guardano con crescente sconcerto e preoccupazione alle sedicenti proposte di terapie per le distrofie muscolari e per la sclerosi laterale amiotrofica, provenienti ormai da qualche anno dal Centro EmCell dell’Ucraina (prof. Alexandr Smikodub) e dal Chaoyang Hospital della Cina (dr. Huang Hongyun), tramite cellule staminali.

Nel dettaglio, rispetto a quanto promesso dalla struttura ucraina EmCell, la dr.ssa Tiziana Mongini, presidente della Commissione Medico-Scientifica Nazionale UILDM, ha recentemente dichiarato:

«Tali pratiche, senza ombra di dubbio, non hanno assolutamente fondamenti di scientificità e coloro i quali se ne fanno promotori non hanno mai seriamente affrontato alcun tipo di confronto a livello internazionale con gli altri ricercatori impegnati in questo campo. Oltre quindi a configurarsi come un probabile truffa, è il caso senz’altro di mettere in guardia su queste proposte terapeutiche anche per i possibili ulteriori rischi che possono ripercuotersi sulla salute dei pazienti che decidano di sottoporvisi».

Analoghe conclusioni vanno tratte per quanto proposto a Pechino dal dr. Huang Hongyun. In questo caso vale certamente la pena di citare quanto riferisce il professor Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano:

«La prima ricerca indipendente su queste terapie ha constatato che la formula cinese del trapianto di cellule non funziona per la cura della sclerosi laterale amiotrofica. Un gruppo di ricercatori ha valutato infatti i risultati ottenuti dall’equipe di Huang Hongyun Huang, che a Pechino utilizza cellule olfattive ottenute da feti abortiti per la terapia di malattie neurodegenerative, quali la sclerosi laterale amiotrofica. Poiché esistono poche informazioni sulla reale efficacia e sugli effetti tossici di questa terapia, gli esperti hanno esaminato sette pazienti prima e dopo la “terapia Huang”. I risultati pubblicati sulla rivista scientifica “Neurorehabilitation and Neural Repair” sono sostanzialmente negativi sia per la natura equivoca delle cellule impiantate, sia per la mancanza di risultati positivi, sia per la presenza di febbre e meningite. Poiché molti pazienti e i loro familiari sono legittimamente tentati di utilizzare questa forma di terapia, è importante diffondere questa valutazione degli esperti per evitare inutili e illusori “viaggi della speranza”».

Ed è questa la medesima posizione ribadita da Alberto Fontana e Mario Melazzini, presidenti della UILDM e dell’AISLA, che rivolgono l’attenzione sia ai danni economici (si tratta infatti di terapie che richiedono costi notevoli, nell’ordine delle decine di migliaia di euro), ma anche alla potenziale nocività di queste pratiche, per la salute dei propri Soci.

Stanchi dunque del protrarsi di questa situazione, le stesse UILDM e AISLA stanno anche valutando l’opportunità di adire eventuali azioni legali nei confronti di chiunque continui a proporre illusori “viaggi della speranza”, tra i quali - non va dimenticato - vi sono anche aziende di biotecnologia come Beike Europe, che nel proprio sito internet si presenta testualmente come «un canale diretto che dall’Europa permette di accedere al trattamento con cellule staminali in Cina».

Anonimo ha detto...

LUGANO
Gulliver, confermato l'arresto del direttore Mazzoleni, Del Don e Martignoni scagionati

L'accusa formulata nei confronti del direttore amministrativo della struttura psichiatrica Andrea Mazzoleni è di ripetuta truffa.

Anonimo ha detto...

Il DSS sospende Andrea Mazzoleni dall'esercizio della professione di infermiere
Andrea Mazzoleni, indagato per il reato di truffa nell’ambito dell’inchiesta che riguarda il centro diurno Gulliver con sede a Lugano, è stato sospeso dall’esercizio della professione di infermiere dal Dipartimento della Sanità e della socialità. Mazzoleni era stato arrestato lo scorso 31 agosto ed era rimasto in carcere preventivo fino al 25 settembre. Dagli elementi di valutazione del DSS- precisa un comunicato stampa- emergerebbero fondati dubbi sull'attuale esistenza dei requisiti necessari all'esercizio della professione di infermiere nel nostro Cantone previsti dalla Legge sanitaria. Per questa ragione il Dipartimento ha aperto un procedimento amministrativo ai sensi dell'art. 59 della legge sanitaria e ha nel contempo deciso di sospendere l’infermiere dall'esercizio della professione a titolo cautelativo.

Anonimo ha detto...

Cellule Staminali - Un business mondiale dall' Ucraina ai Caraibi 22 Gennaio 2008 alle 15:54:59
Dall'inizio i voli Los Angeles-Kiev, oggi è un business planetario. Affari, cliniche, promesse (di cure). Le rotte delle cellule embrionali. Trattamenti medici ma anche di cosmetica, a partire da 7.000 euro. L'inchiesta era cominciata dalla scomparsa di 200 neonati ucraini. Un mondo che nasconde enormi interessi commerciali.

CASO BIOMARK. Gli Stati Uniti d'America contro Laura Brown e Stephen Mark Van Rooyen, rispettivamente co-direttore e fondatore della Biomark International, per aver deliberatamente ingannato pazienti affetti da malattie incurabili allo stato della scienza e ottenuto denaro con affermazioni false e fraudolente sulle proprietà curative delle cellule staminali. La sentenza della Corte Distrettuale di Atlanta, depositata il 29 marzo dello scorso anno ha accolto le tesi dell'istituto di controllo statunitense (la Food and Drug Administration) e imposto la chiusura della Biomark, società che dal suo sito Internet offriva trattamenti con cellule staminali per guarire un po' di tutto, dal Parkinson alla distrofia muscolare; nonché, sfruttando il traino dell'ex modella Laura Brown promossa co-direttore, anche cure di ringiovanimento: via rughe, cellulite e pancetta, bando a brutte figure a letto. "Pratiche illegali" ha detto il giudice "così si inganna la gente". Ma si è deciso tardi. La bella Brown e il sudafricano Van Rooyen hanno pensato bene di cambiare aria prima della sentenza. Del fondatore si sono perse le tracce mentre l'ex modella, invece, è rimasta nel business e collabora con la Advanced Cell Therapeutics. Ma o ci mette del suo o la signora Brown non è fortunata nelle sue iniziative imprenditoriali. La Act (sede in Svizzera e numero di telefono londinese), dispone di 10 cliniche in giro per il mondo nelle quali offre iniezioni di miscugli cellulari per i medesimi scopi della Biomark: curare l'impossibile e (altrettanto complicato) ringiovanire. Una di queste strutture, la Pcm di Rotterdam (Olanda) è stata chiusa in ottobre per non aver saputo dimostrare la provenienza legale delle staminali che iniettava nei pazienti. Per fortuna della latitante Brown, continuano a lavorare senza problemi le altre cliniche in Thailandia, Pakistan, Messico, India, Trinidad, Brasile, Turchia, Emirati Arabi, una rete che fa paura.

Terapie a base di cellule progenitrici (le staminali appunto): vengono sperimentate un po' ovunque, più o meno legalmente. Sono prelevate dallo stesso malato, coltivate e impiantate dove si crede possano servire. Chi lo fa, è già oltre i confini della ricerca ufficiale e, in genere, non ha successo o fa danno. Ma a preoccupare di più sono le terapie basate sulle staminali di feti ed embrioni. Primo perché, secondo la comunità scientifica, i risultati non sono affidabili e il rischio è che causino tumori in chi le riceve. Secondo perché per ottenere quelle staminali c'è il sospetto che qualcuno possa indurre aborti o addirittura uccidere neonati. Lo scandalo è scoppiato a Kharkov, in Ucraina, dopo la denuncia di alcune madri, proprio nella città dove ha sede una dei principali esportatori conosciuti di cellule, tessuti e organi fetali e embrionali, l'Istituto di Criobiologia del professor Valentin Grishenko.

Cliniche che dichiarano apertamente di usare cellule di feti ed embrioni: sono aperte in Ucraina, Russia, Messico, Repubblica Dominicana, Isole Barbados, Cina. Si fanno pubblicità attraverso il passaparola dei malati e Internet. Riempiono il vuoto lasciato dalla medicina ufficiale. Quando questa butta la spugna, si offrono a caro prezzo come scialuppa di salvataggio a pazienti ai quali si chiede solo rassegnazione. In media con 15mila euro a trattamento, il giro d'affari complessivo sembra superare i 300 milioni di euro. A dar retta ai loro siti Internet non ci sono limiti a quanto sono in grado di fare. In un gran fritto misto truffaldino, promettono di curare l'Aids, l'infarto, l'Alzheimer, le lesioni alla colonna vertebrale, la sclerosi laterale amiotrofica, quella a placche e di Duchenne. E naturalmente pure l'impotenza, l'erezione e la libido. Con la stessa inconsistenza spacciano il mito dell'eterna giovinezza. Ma al di là dei sogni il problema è che usano tecniche per nulla sicure. E sotto nessun controllo scientifico indipendente.

In Europa e Stati Uniti è vietato vendere cellule staminali come fossero l'elisir contro tutti i mali. Chi ci prova, finisce prima o poi nella lente dei controlli come è successo alle iniziative della Brown. Ma la tentazione è forte. La società di "venture capital" Stern & Co, con sede a New York, valuta in crescita esponenziale il mercato delle terapie cellulari. Potrebbe valere 30 miliardi entro il 2010 e per dimostrarlo cita i miliardi di dollari in ricerca bloccati dal presidente George Bush, i tre miliardi proposti dal governatore della California Arnold Schwarzenegger o i 500 milioni stanziati dal governo sudcoreano. La cosa migliore da fare, suggerisce la Stern & Co. è investire nel settore adesso, sperando in un prossimo boom in Borsa del genere new technology. Così offre ai suoi clienti di finanziare una società, la Scti (Stem Cell Therapy International Corporation) che già oggi è attiva nel settore. La Scti ha due sedi, in Ucraina e in Florida. La prima sembra avere funzioni produttive, l'altra di commercializzazione. La Scti ucraina, nel suo sito in russo, sostiene di raccogliere staminali dal cordone ombelicale, mentre la Scti americana offre forniture di staminali embrionali e fetali. Visto che in Usa raccolta e trasporto di materiale biologico sono controllati, è ovvio supporre da dove la filiale americana faccia arrivare le cellule. Soprattutto considerando che il responsabile ricerche e il responsabile di produzione sono ucraini allievi dell'ormai famoso professor Valentin Grishenko dell'Istituto di Criobiologia di Kharkov.

Stessi legami, di colleganza e amicizia, mettono in relazione la Scti ad un'altra società internazionale, la Embryotech, attiva a Kiev e a Mosca. Anche in questo caso, mentre la sede ucraina si presenta come un gruppo di ricerca sulle staminali (acquisendo così il diritto a raccogliere e trasportare materiale biologico), la sede moscovita ha un dettagliato tariffario di trattamenti curativi e cosmetici dai 7mila euro in su. Gli affari sono affari. E quando si parla di staminali sono grossi. Se n'era già accorto all'inizio degli anni 90 il dottor William C. Rader, di Malibu, California, che nel frattempo ha imparato ad evitare le trappole nelle quali sono cadute le cliniche dell'ex modella Brown: mai offrire trattamenti in Paesi che possano creare problemi. Professionalmente, Rader nasce come alimentarista per anoressiche, ma poi conosce il collega Yuliy Baltaytis, ucraino, di casa all'Istituto di Criobiologia di Kharkov, e con ottimi contatti con le cliniche che a Kiev stanno sperimentando terapie cellulari sulle vittime dell'incidente nucleare di Chernobyl. Erano gli albori della ricerca sulle staminali. In America non si poteva fare nulla senza autorizzazioni della Fda, l'Europa sorvegliava occhiuta, mentre l'Ucraina post sovietica era un Far West. I due mettono assieme i rispettivi atout: l'americano setaccia l'agendina californiana per procacciare pazienti danarosi, l'ucraino li fa curare a Kiev con staminali embrionali e fetali. I loro voli Los Angeles-Kiev-Los Angeles ad accompagnare malati statunitensi in Ucraina sono probabilmente i primi gangli del più vasto commercio di staminali conosciuto. È in quegli anni che si allacciano conoscenze e solide collaborazioni d'affari che durano fino ad oggi. Un intreccio di denaro, cellule e promesse che vale da solo un centinaio di milioni di dollari.

In 15 anni Rader e Baltaytis hanno fatto strada. Avevano provato ad aprire assieme una clinica delle staminali alle Isole Bahamas e gli affari andavano già a gonfie vele, ma le autorità locali li hanno fatti sloggiare per i soliti problemi di credibilità delle loro terapie. Quindi i due hanno tentato la fortuna in proprio replicando il modello Bahamas: lusso in camice bianco e staminali. Gli è andata bene. Lo yankee ha aperto la clinica Medra nella Repubblica Dominicana. L'ex comunista ha fondato con altri soci l'Istituto di Medicina Rigenerativa nelle Isole Barbados. I business plan sembrano fotocopie. Entrambe le strutture sono in paradisi turistici (fiscali e legislativi). Entrambe promettono di curare con le staminali embrionali e fetali una lista di malattie neurologiche e degenerative da far rabbrividire qualunque ricercatore legato ai vecchi schemi della sperimentazione e dell'attendibilità dei risultati. Entrambe sono abbastanza flessibili da offrire anche cicli di ringiovanimento (Quando la paziente è tornata la settimana dopo la dimissione anche il personale sanitario si è stupito - si legge nei loro siti in modo pressoché identico -, sembrava più giovane di dieci anni). Entrambi sbandierano una sorta di missione patriottica. Rader dice: È una vergogna che nel Paese della libertà, gli Stati Uniti, un paziente non possa scegliere la terapia più giusta per lui. Baltaytis gli fa eco con un orgoglio da Oltrecortina: Tutti conoscono il Bolshoi, il kalashnikov e Yuri Gagarin, ma nessuno vuole ammettere che il mondo russo sia all'avanguardia nelle cellule staminali».

L'unica differenza sembra nel canale di approvvigionamento della materia prima da iniettare. A Santo Domingo si dice che arrivi dall'ex Repubblica sovietica di Georgia. Alle Barbados si parla di Ucraina, proprio l'Istituto di Criobiologia di Kharkov che le fa pure certificare (come non infettive) in un laboratorio di Londra. Denaro che viaggia in un senso e cellule che vanno nell'altro. Il carburante dell'intera rete sono i pazienti. Studi medici in California, società di consulenze a Londra, Tampa e Lugano, dottori che, anche in Italia, suggeriscono e agevolano i viaggi verso le cliniche delle staminali. Spesso lo fanno in modo perfettamente legale. Ma è così che il circolo perverso di domanda e offerta tiene in vita la nuova mafia delle cellule.

Anonimo ha detto...

I nuovi "viaggi della speranza" curarsi con le staminali in Cina
Di Fabrizio Bartoccioni (del 31/01/2008 @ 12:27:17, in Ricerca Scientifica, linkato 304 volte)


Niente regole né restrizioni e un martellante battage su Internet hanno creato questo mercato ANDREA RUSTICHELLI Le vie del turismo sanitario battono una rotta che suscita tanto interesse quanto perplessità.

È il made in China delle biotecnologie, in particolare dell’universo pregnante e controverso delle cellule staminali. Ma non si tratta di export, perché la Cina si sta piuttosto imponendo come terra promessa per molti pazienti occidentali, affetti soprattutto da invalidanti patologie del midollo spinale. Si tratta di viaggi della speranza verso ospedali e centri di ricerca specializzati, che offrono trattamenti immediati per quelli che in Occidente sono spesso giudicati handicap irreversibili: come le paralisi degli arti, causate da malattie degenerative o da traumi. Le informazioni sono allettanti e incontrollate: il battage è prodotto in special modo su siti web come www.stemcellschina. com, che propongono preziose chance per i pazienti di molti paesi, Stati Uniti ma anche Europa. Il costo delle trasferte supera i 20mila euro. Una consistente macchina di marketing sanitario, quella dei siti tematici, che si vale di un lievito efficace: le testimonianze di malati che hanno sperimentato le cure, traendone presunti risultati positivi. «Abbiamo risultati sorprendenti», afferma Yang Bo, primario del dipartimento di neurochirurgia dell’ospedale di Schenzen. Ma stando ai medici occidentali, l’ottimismo si attenua bruscamente. Il problema sarebbe l’infondatezza scientifica delle terapie e dei dichiarati effetti. Culture mediche incompatibili? Non sembrerebbe, visto che diversi guru cinesi delle staminali hanno acquisito titoli di studio in Occidente. Come il dottor Sean Hu, formazione in Svezia e poi in Canada, fondatore di Beike Biotechnology, leader del settore.

Sul suo portale web per l’Europa (www.beike.ch) vanta la collaborazione «dei migliori e più brillanti scienziati e gruppi cinesi attivi nel campo delle cellule staminali». Hu afferma di aver trattato già mille pazienti, tra cui 300 stranieri da 40 paesi. Com’è noto, nel mondo occidentale la ricerca sulle staminali, in particolare su quelle di origine embrionale, è severamente regolata da norme che recepiscono dense questioni etiche. Viceversa, in Cina c’è abbondanza di fonti da cui attingere per ricavare le preziose cellule, soprattutto proprio quelle embrionali. Già un rapporto datato 2002 dell’ambasciata americana in Cina, sottolinea l’ascesa della ricerca locale sulle staminali embrionali, mettendo in guardia dalla falsità di molti annunci, «fatti soltanto per attirare l’attenzione dei media». Il principale ostacolo per i laboratori, dichiara il rapporto, è ottenere scorte di embrioni di qualità. «Questo ha creato un mercato di embrioni umani che è senza regole. E anche in caso di eventuali leggi, mancherebbero comunque i controlli adeguati». Ma un reportage dell’Associated Press cita alcuni pazienti di ritorno dagli ospedali cinesi. Jim Savage, un uomo di Huston paralizzato da un incidente, dice di riuscire a muovere il braccio destro. Una signora che vive alle Hawaii, Penny Thomas, afferma che i tremori causati dal suo Parkinson sono quasi spariti. Si è curata in un centro importante, il Tiantan Puhua Hospital di Pechino, una jointventure internazionale, dotata di biglietto da visita online (www.puhuachina.com).

E ci sono i genitori di una bambina del Missouri, Rylea Barlett, con problemi agli occhi fin dalla nascita: dicono che ora vede. Affermazioni toccanti e piene di speranza, ma la cautela è d’obbligo. I medici negli Stati Uniti, dove le partenze per tali trasferte sanitarie sono numerose, cominciano a reagire: lamentano la mancanza pressoché totale di documentazione scientifica che dia consistenza alle testimonianze dei pazienti. Il reportage dell’Associated Press cita lo studio condotto da tre di loro su sette malati affetti da patologie del midollo spinale, che in Cina hanno ricevuto un trattamento con iniezioni a base di tessuto cerebrale fetale. «Nessun miglioramento clinicamente utile», è l’esito dello studio. Questo, nonostante l’ottimismo espresso dagli stessi pazienti. Effetto placebo? John Steeves, professore alla University of British Columbia ed esperto di midollo spinale, ha un’altra teoria: «Chi, dopo aver sborsato molti soldi, avrebbe il coraggio di ammettere che il viaggio non è servito a nulla?». Steeves ha scritto un opuscolo per dissuadere i pazienti dal recarsi in Cina. L’argomento su cui fa leva, oltre all’infondatezza scientifica, è la sicurezza dei trattamenti con le iniezioni: «Chi garantisce cosa mettono lì dentro?». Obiezioni rudemente solide, che tuttavia non affievoliscono la sofferenza dei molti malati in cerca di risposte.

Fonte: La Repubblica

Anonimo ha detto...

LEGGETE IL FORUM NEL SITO http://www.midollospezzato.it
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http://sci.rutgers.edu/forum/showthread.php?t=82454&page=4

Anonimo ha detto...

per finirla
Scheda di dettaglio comunicato stampa

25.09.2007

comunicato del ministero pubblico



Nell’ambito del procedimento penale pendente nei confronti dei responsabili e dei collaboratori del Day Hospital Gulliver di Via Simen 10, Lugano, il Ministero Pubblico comunica di avere proceduto in data odierna alla scarcerazione di Andrea MAZZOLENI.

A fronte delle diverse richieste formulate dagli organi di informazione, si conferma di avere in data 19 settembre 2007 promosso l’accusa nei confronti del Dr. Orlando DEL DON e di Franca MARTIGNONI per l’ipotesi di reato di truffa.

Il procedimento continuerà per accertare nel dettaglio le singole eventuali responsabilità e per quantificare l’entità del maltolto.

Non verranno rilasciate ulteriori informazioni.