Sla: 2,5 milioni di finanziamenti alla ricerca italiana
A stanziarli l’Agenzia di ricerca per la Sclerosi laterale amiotrofica (AriSLA) che ha finanziato otto progetti tutti italiani per studiare cause e possibili terapie per contrastare la patologia.
A stanziarli l’Agenzia di ricerca per la Sclerosi laterale amiotrofica (AriSLA) che ha finanziato otto progetti tutti italiani per studiare cause e possibili terapie per contrastare la patologia.
In arrivo ad aprile un nuovo bando per continuare a sostenere la ricerca.
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Ai nastri di partenza nuovi progetti di ricerca per combattere la Sclerosi laterale amiotrofica. Grazie ai circa 2,5 milioni messi a disposizione nel 2010 dall’Agenzia di ricerca per la Sla (AriSLA), otto gruppi di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale - dalla Puglia alla Lombardia, passando per il Lazio, la Toscana e il Friuli Venezia Giulia – potranno portare avanti progetti per individuare possibili strumenti diagnostici e terapeutici per combattere questa patologia. Una malattia che ha fatto registrare in Italia 5mila casi, con mille nuovi diagnosi ogni anno, in media 3 al giorno, e di cui non si conoscono le cause ne’ le terapie per rallentarne sensibilmente la progressione.
A selezionarei vincitori un Comitato scientifico composto da 40 esperti mondiali che si sono avvalsi di un processo di valutazione di peer review: una metodologia, garanzia di trasparenza e oggettività, grazie alla quale le proposte sono giudicate da altri ricercatori, esperti nella materia.
I progetti finanziati dall’AriSLA - l’Agenzia sorge per volontà di soggetti qualiFondazione Cariplo, Fondazione Telethon, Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus e Aisla Onlus - Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica - nascono da idee e intuizioni diverse.
Sul fronte terapeutico è milanese il progetto che parte dalla sperimentazione della proteina “Epo”, conosciuta al pubblico come dopante nello sport. Recenti studi lasciano sperare che possa diventare trattamento per la cura della Sla.
Arriva da Trieste l’idea di studiare la Sla nei moscerini della frutta: simili per molti aspetti all’organismo umano i moscerini potranno far luce sui meccanismi che scatenano la malattia. È invece di Bari la proposta di utilizzare le nanotecnologie per chiarire i processi molecolari implicati nella SLA.
Nasce a Pisa l’idea di avvalersi della medicina nucleare per studiare un recettore di cannabinoidi potenzialmente coinvolto nei danni neuronali alla base della malattia.
Ma la ricerca di AriSLA non si ferma qui l’Agenzia lancerà, infatti, il prossimo 29 Aprile un nuovo bando di concorso.
I progetti finanziati dal bando AriSLA 2010:
EPOSS (Giuseppe Lauria – Fondazione “Carlo Besta” Istituto Neurologico di Milano) – Questo studio sperimenta l’Epo, una proteina tradizionalmente nota come dopante, che potrebbe diventare uno strumento importante nella terapia per il trattamento della Sla.
iPSALS (Giacomo Comi - Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Neurologiche) – Studio sull’efficacia del trapianto di cellule neurali staminali, comprese le cellule derivate dai pazienti con Sla familiare e sporadica, nei modelli animali della Sla.
ALSMND TDP – 43 (Fabian Feiguin – Icgeb Centro Internazionale per Ingegneria Genetica e Biotecnologia di Trieste) – Attraverso lo studio dei moscerini della frutta il progetto mira ad identificare le molecole e i meccanismi che provocano la Sla, in particolare concentrandosi sulla Tdp – 43, una delle principali proteine implicate nella progressione della malattia.
TDP43-ASSEMBLY (Fabrizio Chiti – Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze Biochimiche) – Studio sul processo di aggregazione della proteina TDP-43, un meccanismo che si sospetta essere tra le principali cause della degenerazione dei neuroni, che provoca la perdita delle funzioni prima motorie, poi vitali dei malati.
REDISALS (Graziano Pesole – Cnr – Ibbe Istituto di Biomembrane e Bioenergetica di Bari) – Attraverso una piattaforma informatica di nuova generazione il progetto porterà alla “mappatura” dei meccanismi di alterazione di RNA, implicati nella SLA, per identificare nuovi biomarcatori.
PETALS II (Piero Salvadori – Cnr Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa) – Lo studio ha l'obiettivo di individuare nuove molecole che fungano da “spie” per diagnosticare precocemente la Sla attraverso l’utilizzo della tecnica di medicina nucleare Pet (Positron Emission Tomography).
MiRALS (Silvia Barabino – Università di Milano Bicocca, Dipartimento di biotecnologie e bioscienze) –Si focalizza sui microRNA, piccole RNA (molecola coinvolta nell’espressione della produzione genica e delle proteine) per approfondire i meccanismi cellulari che causano la Sla.
HMGB1 and ALS (Capogrossi Colognesi Maurizio – Provincia Italiana Cfic, Istituto Dermopatico dell'Immacolata Irccs) – Oggetto dello studio è la proteina HMGB1. Questa proteina è stata studiata fino ad oggi prevalentemente nel cuore, dove si è scoperto che ha il potere di riparare i tessuti danneggiati. Studi preliminari suggeriscono il suo potenziale di utilizzo nel promuovere la sopravvivenza e riparare i danni neuronali, potrebbe quindi rivelarsi uno strumento per contrastare i sintomi della Sla.
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