lunedì 31 agosto 2009


Storia di Antonietta,

paralizzata dalla SLA cammina
dopo il viaggio a Lourdes

TORINO - «Non è spiegabile con i mezzi di cui scientificamente dispongo». così il neurologo Adriano Chiò delle Molinette di Torino, ha commentato l'improvviso miglioramento delle condizioni di Antonietta Raco, 50 anni, la donna lucana che, affetta da sclerosi laterale amiotrofica (sla), ha ripreso a camminare dopo un pellegrinaggio al santuario di Lourdes.Il medico, che ha in cura la signora dal 2006, ha continuato: «A giugno, quando ho visitato la signora, non era in grado di camminare, ma solo di sollevarsi dalla sedia a rotelle e stare in piedi con un appoggio. Ora cammina normalmente e senza stancarsi e le è rimasto solo un leggero disturbo alla gamba sinistra, da cui era partito il male.

Non ho mai osservato una situazione del genere in malati di sla. la diagnosi era inequivocabile: la signora aveva una forma di sla a lenta evoluzione.

Una malattia che può rallentare e al massimo fermarsi, ma che non crediamo possibile che migliori, perchè intacca i neuroni irreversibilmente».«È un fenomeno che io stesso impiegherò del tempo a elaborare», ha continuato Chiò. «Abbiamo disposto che vengano ripetuti alcuni esami che la signora ha effettuato in Basilicata - ha continuato il medico - come la spirometria, l'elettromiografia, gli studi dei potenziali evocati. Ma quello che abbiamo visto per ora è una regressione della malattia, che scientificamente crediamo impossibile in pazienti affetti da Sla».

Il neurologo, restio a usare il termine «miracolo», sottolinea che quella di ieri «è stata una visita di controllo programmata da tempo. Stenderò una relazione clinica come al solito, ma non era una visita per accertare un miracolo. Di questo si occupano le autorità ecclesiastiche».La paziente, che nella notte è ritornata a casa a Francavilla sul Sinni (Potenza), continuerà comunque a essere seguita al centro Sla delle Molinette di Torino, dove è in cura dal 2006.«Preferisco parlare di un dono, di una grazia, non di miracolo», ha detto Antonia Raco, dopo aver ripreso a camminare. «Dal 5 agosto - ha di nuovo raccontato la signora - quando ho sentito la voce che mi diceva di alzarmi, non ho più usato la sedia a rotelle. Solo la prima volta che sono uscita, perchè volevo prima consultarmi con il parroco». «A Lourdes - ha aggiunto - ero andata con la diocesi (di Tursi e Lagonegro, ndr) anche per pregare per tante persone, soprattutto per una bimba di 5 anni che è più grave di me. Il viaggio l'ho fatto in barella, sul Treno Bianco dell'Unitalsi». Al primo agosto risale il bagno nella vasca benedetta:«In acqua ho sentito una voce che diceva di farmi coraggio e come qualcuno che mi sollevava, e ho capito che stava accadendo qualcosa. A casa, il 5 agosto, è tornata la voce. Diceva: dillo a tuo marito. Allora davanti a lui io mi sono alzata, ho fatto una giravolta e gli sono andata incontro». «Ora cammino, non sono mai stanca e non sento dolore - ha concluso prima di andarsene - È come se avessi avuto una seconda possibilità».Una gioia insperata, quella di Antonietta e dei suoi quattro figli, da cui però la «miracolata» rischia di essere sopraffatta. «È come una vincita al Superenalotto, che porta con sè anche incredulità e senso di colpa», spiega la psicologa Enza Mastro, dell'Associazione piemontese per l'assistenza alla Sla. «Nei protagonisti di queste guarigioni insperate c'è spesso vergogna rispetto agli altri malati, poca voglia di uscire e mostrarsi, timore dell'invidia altrui. E comunque è un'emozione complessa che ci vuole tempo per gestire. Importantissimi sono gli affetti e le sicurezze quotidiane: la signora ha una famiglia solida di cui le farà bene occuparsi, e ha molta fede, che è un rifugio fondamentale in casi come questo».

3 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

"Ma la letteratura medica
è piena di casi misteriosi

Professor Eugenio Torre (ordinario di psichiatria a Novara, dov’è direttore del dipartimento psichiatrico dell’Ospedale Maggiore) quale esperto di psicosomatica come considera la guarigione «miracolosa»?
«Ci sono recuperi fisici che la medicina non è in grado di spiegare. Primo, perché non è una scienza esatta, tant’è che io preferisco definirla arte medica. Secondo, perché occorre distinguere la diagnosi della malattia dai suoi sintomi».

Perché questa differenza è così importante?
«Anche in un caso così disperato come la Sla, il sintomo della paralisi può nascondere capacità sopite ma non definitivamente annullate. Magari il dolore è così forte che il paziente non si accorge che ha ancora delle capacità di progresso, delle energie insospettate».

Nonostante, come nel caso della Sla, i neuroni siano «morti»?
«Sì, perché una forte emozione, una grande energia possono riattivare i neuroni, anche se ovviamente non possono crearne di nuovi».

Qual è la molla che potrebbe far scattare una simile ripresa?
«Per esempio lo spostamento della concentrazione del proprio dolore su quello degli altri. Non conosco il caso specifico della signora Raco, ma mi risulta che a Lourdes chiedesse la grazia per una bambina più grave di lei e non per sé».

Nella sua attività professionale ha mai sperimentato direttamente guarigioni inspiegabili?
«Un esempio eclatante: una mia paziente poco meno che quarantenne, inchiodata sulla sedia a rotelle da una sclerosi a placche, dopo alcuni anni di psicoterapia ha ripreso a camminare. Ma esistono altri casi, come quelli di malati terminali di cancro che misteriosamente riprendono una vita normale».

Fabio e Fabrizio ha detto...

Gentile signor direttore,
ho letto il messaggio del signor Eros Barone , e anche il messaggio del signor Silvano Madasi , e li saluto cordialmente.
Vorrei gentilmente risponder loro che bisogna osservare che le testimonianze personali che ho esposto vengono da anni di osservazioni di decine di medici ospedalieri, almeno per la mia situazione; le testimonianze delle altre persone che hanno titolo di parola riguardano altrettante situazioni analoghe, basti notare la donna che QUATTRO ANNI FA si è ammalata di sclerosi laterale amiotrofica e che da allora viveva tra letto e sedia a rotelle e che dopo essere stata a Lourdes è guarita in modo tanto incomprensibile (ma la gente è più disposta a dubitare delle sentenze mediche che per anni sono state valide e inconfutabili per tutti e che hanno negato la guaribilità e la salute a molte persone, che non a fare la fatica di considerare la possibilità di eventi non alla nostra portata), da fare sospettare che tale persona non fosse stata veramente ammalata di SLA...
È molto più facile ipotizzare che in questi ultimi quattro anni i medici che dopo aver fatto tutti gli esami confermavano "hai la SLA" sbagliassero dall'inizio, è molto meno facile ammettere la possibilità del miracolo.
Certo questi avvenimenti non sono giornalieri, ma neanche le eclissi di sole sono giornaliere eppure tutti ormai sanno tutti i dettagli e nessuno se ne meraviglia, anche perché la natura è molto programmata, addirittura predicibile, al punto che sappiamo già le date delle prossime eclissi.
Forse però non sappiamo ancora le date esatte e i luoghi precisi dei prossimi terremoti, i dettagli dei prossimi eventi locali di guerra, nè qualcuna delle tante altre cose che non possiamo controllare con il nostro singolo comportamento.
Per accettare fatti inspiegabili, a molte persone indisposte non bastano le testimonianze di tante altre persone che sono state direttamente a contatto con il soprannaturale.
Le vicende delle persone hanno sempre uno scopo, che non si manifesta con il cartellino di riconoscimento, o con le freccette lampeggianti che segnalino collegamenti logici tipo "questo è avvenuto affinchè fra dieci anni avvenga quest'altra cosa".
Non è diritto dell'umanità prevedere il futuro fino a tale livello di dettaglio..
Almeno ricordiamoci che la convivenza di vari miliardi di storie personali che interagiscono in modi diversificati e imprevedibili (ai quali si aggiungono quasi prepotentemente infiniti processi naturali) ci rende impossibile qualche cosa.
Strana definizione, quella di "contromiracolo" (a riguardo di ogni avvenimento non controllabile molto sfavorevole).
I disastri, le sciagure, le guerre, gli incidenti stradali e le malattie non sono però contromiracoli, non sono faccende inspiegabili, non sono nè impossibili da accadere nè impossibili da giustificare (nel senso tecnico fisico scientifico o umano), sono solo impossibili da prevedere subito o a priori, per la complessità delle loro cause.
Penso che la coesistenza delle persone dovrebbe orientarle più a una loro migliore mutua predisposizione, che non al bisticcio.
Grazie..
Probabilmente ci saluteremo anche domenica d'altra a Schiranna alla festa di Varesenews, comunque resto disponibile al confronto.
Ciaoo
Con stima

Fabio e Fabrizio ha detto...

Caro Direttore,
leggo ancora di Carlo Cattorini, che con la sua lettera "Ennesime guarigioni" si rivolge alle persone ostili alla religione cattolica. Seppur non ostile, noto che il signor Cattorini confonde il suo dio con la sua religione (come ben descritto dal signor Fernando Cova), attribuendo alla religione l'eventuale merito del suo dio. Osservo inoltre che, portare a sostegno delle proprie convinzioni sull'esistenza di un dio, l'evento del miracolato, mi pare ben debole argomentazione.
Per ogni miracolo esiste un eguale e contrario "contromiracolo", nel senso che, la povera signora che avrebbe ricevuto il benefico miracolo (di tornare a camminare), prima, aveva ricevuto il malefico "contromiracolo" si contrarre quella grave malattia (SLA). Ora, supponendo che possa esistere un essere "onnipotente", con potere di intervenire nella vita degli umani, questo implica sia il potere di agire positivamente, sia negativamente (onni-potente: può fare qualsiasi cosa), e se questo essere viene ritenuto "unico", egli sarà l'unico autore, sia del miracolo e sia del contromiracolo, con relativo merito e demerito, e quindi sarà un unico dio buono/cattivo. Se qualcuno pensa che detto essere non POSSA intervenire nelle faccende umane, egli non interverrà nè miracolando, nè contromiracolando, ma in questo caso quell'essere non sarà
ONNIpotente. Testi sacri e religioni sostengono che tale essere sia controbilanciato da una forza EQUIpotente, una seconda divinità che si divide il "lavoro" con la prima. Un dio del bene che ha il merito di tutto ciò che è bene, e un dio del male, che ha la colpa di tutto ciò che è male: in questo caso il merito del miracolo è del primo dio, il demerito del contromiracolo è del secondo dio. Così il primo dio ne uscirebbe meritevole e benigno, ma purtroppo non sarebbe più, nè unico e nemmeno onnipotente. Premesso che il dio di Cattorini sia convenzionalmente presentato, sia unico, sia benevolo, e sia onnipotente, penso che a Cattorini non convenga sostenere la presenza del suo dio mediante gli eventi miracolosi: nel primo scenario quel dio non è buono, nel secondo scenario quel dio non è onnipotente, nel terzo scenario quel dio non è nè unico e nemmeno onnipotente. Preferivo il Cattorini delle riflessioni logiche.
Cordiali saluti