giovedì 8 gennaio 2009


Stop alle illusioni sulle staminali
Le procedure e i test che una cura deve superare prima di arrivare alla sperimentazione sull'uomo
ROMA -
Hanno innanzitutto l'obiettivo di evitare a tante famiglie dolorosi e inutili viaggi della speranza all'estero le linee guida internazionali sulle cellule staminali, appena pubblicate sulla rivista Cem Stem Cells. «Paesi come Cina, India e Corea promettono cure rivoluzionare per malattie dall'esito drammatico, a cominciare dalla Sla. Attratti da prospettive di salvezza centinaia , forse migliaia, di pazienti raggiungono questi centri da tutto il mondo, anche dall'Italia. Bisogna fermarli, far capire alle famiglie che queste terapie non hanno solidità scientifica», dice Michele De Luca , direttore del Centro di medicina rigenerativa dell'università di Modena e Reggio Emilia, uno dei quattro italiani scelti dalla società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali come esperti per le linee guida. Con lui hanno lavorato Giulio Cossu, del San Raffaele, dipartimento di biotecnologie (Dibit), Elena Cattaneo, università di Milano, e Marina Cavazzana Calvo, università di Parigi.
Il documento indica in 60 pagine quali sono le procedure e i test che una cura con le staminali deve superare prima di arrivare alla sperimentazione sull'uomo ed avere probabilità di successo. «E' una fase di confusione generale. Molte false scoperte vengono annunciate come capaci di cambiare la storia di malattie attualmente senza soluzione, sprovviste di farmaci Mentre invece servono solo ad accendere speranze e illusionii

Corriere.it
di Margherita De Bac

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Stop alle illusioni sulle staminali


Le procedure e i test che una cura deve superare prima di arrivare alla sperimentazione sull'uomo

ROMA - Hanno innanzitutto l'obiettivo di evitare a tante famiglie dolorosi e inutili viaggi della speranza all'estero le linee guida internazionali sulle cellule staminali, appena pubblicate sulla rivista Cem Stem Cells. «Paesi come Cina, India e Corea promettono cure rivoluzionare per malattie dall'esito drammatico, a cominciare dalla Sla. Attratti da prospettive di salvezza centinaia , forse migliaia, di pazienti raggiungono questi centri da tutto il mondo, anche dall'Italia. Bisogna fermarli, far capire alle famiglie che queste terapie non hanno solidità scientifica», dice Michele De Luca , direttore del Centro di medicina rigenerativa dell'università di Modena e Reggio Emilia, uno dei quattro italiani scelti dalla società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali come esperti per le linee guida. Con lui hanno lavorato Giulio Cossu, del San Raffaele, dipartimento di biotecnologie (Dibit), Elena Cattaneo, università di Milano, e Marina Cavazzana Calvo, università di Parigi.

Il documento indica in 60 pagine quali sono le procedure e i test che una cura con le staminali deve superare prima di arrivare alla sperimentazione sull'uomo ed avere probabilità di successo. «E' una fase di confusione generale. Molte false scoperte vengono annunciate come capaci di cambiare la storia di malattie attualmente senza soluzione, sprovviste di farmaci Mentre invece servono solo ad accendere speranze e illusionii», insiste De Luca che all'università di Modena porta avanti tra l'altro uno studio sulla terapia genica per l'epidermolisi bollosa, gravissima malattia rara, di origine genetica .

L'illusione dei pazienti è alimentata da un bombardamento di informazioni e annunci attraverso i media. Spesso sono gli stessi ricercatori ad anticipare studi non ancora pubblicati sulle riviste scientifiche e ancora molto lontani dalla pratica clinica. Soltanto la scorsa settimana le agenzie di stampa hanno rilanciato due notizie sulle cellule staminali. Una nuova terapia per l'ictus messa a punto da neurochirurghi tedeschi dell'Istituto internazionale di Neuroscienza di Hannover. Il neurochirurgo Thomas Brinker ha definito la tecnica "un'innovazione mondiale".

Il 6 dicembre la rivista Blood ha pubblicato i risultati di uno studio relativo alla possibilità di curare l'epidermolisi bollosa iniettando cellule staminali prese dal midollo osseo. La tecnica, sperimentata in laboratorio da Jakub Tolar, università del Minnesota, sembra funzionare. I topi trattati hanno ripreso a produrre il collagene co7, quello che rende la pelle di questi malati delicatissima, incapace di sopportare anche una carezza con guanto di piume. I bambini vengono chiamati "farfalle", per la fragilità del loro involucro esterno che si ricopre di bolle ad ogni minimo insulto. «Oggi c'è chi cerca di attribuire alle staminali delle potenzialità che ancora sono tutte da dimostrare. Pensi che un gruppo di ricercatori mi ha propostodi collaborare in un progetto che prevede la ricostruzione del seno con l'uso di cellule mesenchimali. Questo per dire quanti e quali interessi sono in gioco». Il centro di medicina rigenerativa è in attesa di ricevere dall'Aifa (agenzia del farmaco) la certificazione di laboratorio Gmp (good manufacturing procedures). Il via libera dovrebbe arrivare entro la prima metà del prossimo anno.


Corriere.it

di Margherita De Bac