TARANTO, CASO ILVA: CRESCE LA PAURA PER L' AUMENTO DEI CASI SLA
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RISPETTO AL RESTO DEL PAESE
La dottoressa Mariangela Lamanna, vicepresidente del comitato 16 Novembre onlus in prima linea nella difesa dei diritti dei disabili gravissimi, ha ribadito tutta la propria preoccupazione per il fatto che nella città pugliese si è riscontrato «un incremento pazzesco delle patologie neurovegetative, in particolare della SLA.
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Continuano le denunce per i gravi pericoli connessi alla salute della popolazione di Taranto e dintorni, in relazione al caso Ilva.
Nella giornata di ieri, la dottoressa Mariangela Lamanna, vicepresidente del comitato 16 Novembre onlus in prima linea nella difesa dei diritti dei disabili gravissimi, ha ribadito tutta la propria preoccupazione per il fatto che nella città pugliese si è riscontrato «un incremento pazzesco delle patologie neurovegetative, in particolare della sclerosi laterale amiotrofica.
La media generale per la sla è di tre casi ogni 100mila abitanti, mentre a Taranto si arriva a 7-8 casi. È una malattia multifattoriale, ma in questa città c’è qualcosa, un fattore scatenante, che ha contribuito a incrementare la malattia. Noi abbiamo cercato un nesso logico tra le persone colpite da questa patologia e non l’abbiamo trovato, Sono persone che appartengono a ceti sociali diversi, con abitudini e stili di vita differenti. L’unica cosa che le accomuna è il fatto di vivere a Taranto».
L'inquietante denuncia non fa altro che aumentare a livelli esponenziali la preoccupazione tra la popolazione di nuovi casi drammatici: ecco perchè, per la giornata di domani, domenica 7 Aprile, è stato organizzato un corteo, denominato “corteo bianco”, in cui si cercherà di sensibilizzare ancor di più il problema a livello nazionale.
La manifestazione, organizzata da Fabio Matacchiera del Fondo antidiossina e da Alessandro Marescotti appartenente a “Peacelink”, comincerà alle 10.30 con partenza dall’Arsenale Militare per raggiungere piazza della Vittoria.
L'intento è quello di «tenere alta l’attenzione» alla vigilia della decisione della Consulta, attesa per lunedì prossimo, sui dubbi di costituzionalità avanzati dalla magistratura tarantina nei confronti della legge 231 che conferisce alle industrie strategiche, (Ilva compresa), la possibilità di continuare a produrre per 36 mesi anche nel caso di sequestro degli impianti.
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