mercoledì 5 ottobre 2011

Agata non ha i soldi per pagarsi la Sla

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Mamma Agata non ha i soldi per
pagarsi la Sla: la pensione non basta
La signora Maugeri è ricoverata da 11 mesi, entro il primo ottobre dovrà lasciare la clinica: costa troppo


CATANIA - Agata Maugeri è affetta da SLA: da undici mesi è in cura presso una struttura Catanese. Qui riceve assistenza h24, tra medici, infermieri e personale preparato. Entro il 31 ottobre la signora Agata deve lasciare la struttura, a meno che la famiglia non si faccia carico dell'intero costo della retta mensile. «Mia madre è qui da quasi un anno. Finora i costi sono stati divisi tra noi e l’Asl di Catania, che però pagherà fino ad ottobre. Infatti, per legge la durata massima di assistenza “economica” in strutture private è di dodici mesi, dopodiché l’Asl non pagherà più».

Mamma Agata percepisce una piccola pensione che viene interamente utilizzata per pagare il centro. Da novembre in poi tutto il carico dovrebbe gravare sulla famiglia, quindi sul marito, muratore «a giornata» o sulla figlia Lucia, disoccupata. Non sarà facile per questa famiglia affrontare una simile situazione. Così come non lo è stato per tutti questi interminabili quattro anni. Agata è potuta rimanere a casa fino a quando i muscoli del corpo la reggevano in piedi. Poi la malattia neuromuscolare ha avuto il sopravvento. «All'inizio mi prendevo cura io di mamma, perché la forma era ancora agli stadi iniziali, ma adesso è molto grave». Una possibile soluzione potrebbe essere l’assistenza domiciliare integrata, un nuovo servizio della Regione Sicilia previsto dal nuovo assetto sanitario. Ci vogliono medici e personale per un servizio a domicilio.

La figlia Lucia è terrorizzata dall’idea: «Non ho fiducia nella sanità siciliana e nella cosiddetta assistenza domiciliare. Ho paura che ci abbandonino. E poi, tutti questi macchinari non saprei utilizzarli. Sono preoccupata». La famiglia Maugeri si rivolge direttamente alla Regione Sicilia al fine di trovare una soluzione, «perché in questa situazione non c'è solo mia madre – continua Lucia - ma molte persone e famiglie che giornalmente vivono questo dramma».