mercoledì 21 marzo 2012

IL SELENIO POTREBBE INTERVENIRE COME COMPONENTE EZIOLOGICA IN ALCUNE MALATTIE NEURODEGENERATIVE
 COME LA SLA

Prof. Marco Vinceti, docente del Dipartimento di Salute Pubblica
dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Università e istituzioni scientifiche statunitensi fortemente interessate agli studi sul selenio dedicate al monitoraggio dell’ambiente ed alle patologie correlate all’inquinamento ambientale, condotti da ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
E’ da leggere in questo senso l’invito rivolto al prof. Marco Vinceti, docente del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che per due settimane si tratterrà in trasferta negli States, per una serie di conferenze ed incontri ad alto livello, che lo porteranno successivamente a Washington (22 marzo) presso l’ Environmental Protection Agency, ente federale governativo americano per la protezione dell’ambiente e delle patologie ad esso correlate, a Oakland (27 marzo) presso l’Office of Environmental Health Hazard Assessment dello Stato della California, in teleconferenza anche con Sacramento, e a Los Angeles (2 aprile) ospite del Jonsson Comprehensive Cancer Center dell’Università della California di Los Angeles – UCLA. Qui il professore reggiano avrà modo di illustrare i risultati della sua attività di ricerca e di stabilire e rafforzare progetti comuni di collaborazione e scambio con le istituzioni ospitanti.

Il collegamento fra selenio ed effetti negativi sulla salute umana sono stati studiati a lungo dal gruppo di ricerca del prof. Vinceti, che ha potuto fare emergere come questo metalloide, presente nell’ambiente, ma anche utilizzato come integratore alimentare, possa in realtà intervenire come componente eziologica nell’insorgere di malattie neoplastiche, del diabete e di patologie neurodegenerative.



Proprio il recente lavoro internazionale dedicato ai rischi insiti nell’uso di integratori alimentari contenenti selenio “Selenium for preventing cancer”, pubblicato sul “Cochrane Database of Systematic Reviews 2011” dallo stesso prof. Vinceti assieme ad altri ricercatori europei, e altre indagini epidemiologiche realizzate in collaborazione con ricercatori della Boston University (USA), della John Hopkins University di Baltimora (USA), dell’Istituto Tumori di Milano e dell’AUSL di Reggio Emilia, dimostrano come nella popolazione generale dei paesi occidentali non vi sia alcuna necessità di arricchire la dieta con selenio, e ciò indipendentemente dall’entità della sua abituale assunzione, e altresì come non debbano essere sottovalutati i potenziali effetti tossici di un suo sovradosaggio.

“Durante il statunitense – ha dichiarato il prof. Marco Vinceti – presenterò anche i risultati degli studi epidemiologici e tossicologici che abbiamo svolto negli ultimi anni nei due territori su cui insite il nostro Ateneo. L’occasione sarà importante anche per rafforzare contatti con colleghi delle Università di Berkeley e di Los Angeles. L’obiettivo è la messa a punto di studi collaborativi e nuove metodologie di analisi sui fattori di rischio ambientali della leucemia infantile, una ricerca da tempo avviata sul piano locale col prof. Paolo Paolucci, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ed il sostegno di ASEOP e del Comune di Reggio Emilia, e della sclerosi laterale amiotrofica in collaborazione col prof. Paolo Nichelli e con la dott. ssa Jessica Mandrioli del Registro Regionale SLA di Baggiovara, che gode del sostegno dell’Associazione Italiana SLA, della Fondazione Manodori e della Ausl di Reggio Emilia”.