mercoledì 14 settembre 2011

Malato di SLA rischia la vita per

l'interruzione della corrente elettrica

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Malato di Sla rischia la vita



Ha rischiato di morire, ieri notte, un malato di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) che risiede nel quartiere Sant’ Elia. Nell’accogliente appartamento alla periferia della capoluogo, quando si è spenta la luce e si è capito che non si sarebbe trattato della solita manciata di minuti, l’angoscia ha preso il sopravvento. Michele Corinti, ex operaio, 67 anni, vive ormai da mesi attaccato ad un respiratore artificiale, un apparecchio alimentato ad energia elettrica, e non può distaccarsene senza andare incontro a gravi crisi respiratorie. Non parla più da tempo e non muove più un solo muscolo. Ieri sera, i suoi familiari non hanno indugiato che pochi minuti prima di mettere mano al cellulare e chiamare in ordine: la centrale operativa dei vigili del fuoco per chiedere informazioni riguardo all’interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica e verificare se potessero in qualche modo garantire l’utilizzo del respiratore artificiale, e subito dopo il 118 per chiedere che un mezzo di soccorso con a bordo un medico fosse pronto ad intervenire. I vigili hanno immediatamente provveduto a collegare l’apparecchio che tiene in vita Michele Corinti con un generatore di energia elettrica restituendo un po’ di serenità ai familiari terrorizzati da quanto sarebbe potuto accadere.

«Sono stati tutti meravigliosi - sostiene la moglie Lina - non solo per la competenza e l’efficienza dimostrata, anche per le singolari doti umane. Eravamo senza il generatore che ci è già stato assegnato dalla Asl di Brindisi perchè, a causa della pausa estiva, la ditta che avrebbe dovuto consegnarcelo ha tardato più del previsto». Resiste Michele che amava la vita e la sua famiglia più di tutto. Ma la moglie e i figli sono allo stremo. Non solo fisico e psicologico, anche finanziario. «Siamo sfiniti e abbiamo bisogno di un aiuto - dice la donna - non riusciamo più a far fronte alle spese eccessive e all’impegno fisico che richiede un malato così grave. Il nostro appello è al Commissario Pezzuto, venga a vedere in che condizioni, questa malattia, riduce un uomo e la sua famiglia».