Morto lo storico parrucchiere Alberto Bacchi
Il 73enne era stato colpito dalla Sla, circa due anni fa.
Il 73enne era stato colpito dalla Sla, circa due anni fa.
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: ...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
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«VITA GRAZIE per la famiglia datami». E ancora: «Grazie per la stima della gente». Firmato Alberto Bacchi. Ha scelto la parola «grazie» per salutare tutti, l’ha dettata e voluta sui manifesti che oggi danno la notizia più triste: Alberto è morto martedì scorso, a 73 anni, malato di Sla da circa due. La sclerosi laterale amiotrofica, malattia degenerativa del sistema nervoso, lo aveva colpito quando era andato in pensione.
ALBERTO ERA stato barbiere per tutta la vita. E sono tanti coloro che lo ricordano, prima nella sua bottega in via Fortis, poi per lunghi anni in corso della Repubblica di fianco alla vecchia Coop, poi fino al 2005 in corso Garibaldi e da ultimo ai Romiti. Tanti avevano saputo della sua malattia, e del coraggio e del sorriso con cui l’aveva affrontata. Si erano perfino commossi, quando il 21 novembre scorso, al teatro Novelli, era andato in scena un musical dedicato a lui. Si intitolava ‘Mani’, omaggio allo strumento del lavoro che aveva praticato per una vita intera, e fu una serata dove commozione, tenerezza ed entusiasmo andarono a braccetto.
Alberto se n’è andato in silenzio. Ha voluto così: i funerali si sono celebrati mercoledì, in forma strettamente privata. Aveva chiesto che si desse notizia tre giorni dopo, ovvero oggi. Una notizia dalla quale, con un ultimo colpo di forbice come su un ricciolo ribelle, ha voluto togliere il sapore dell’amarezza. Con una parola forte, fortissima: grazie, scritta negli annunci funebri e persino sulla lapide.
Alberto saluta la vita, che proprio nel finale è stata connotata dalla malattia. Già rara: colpisce ogni anno una persona ogni centomila. E ancor più rara nel manifestarsi con lui.
Alberto conobbe la risposta dopo una visita neurologica dopo vari tentativi. La Sla, fatalmente, si porta via la parola, il respiro, la capacità di muoversi, la manualità. Per questo, da un’idea di Monica Greppi, commerciante e già ideatrice di alcuni spettacoli, nacque un musical dal titolo ‘Mani’. Alberto fu persino divertito da questo progetto. Anche perché, ovviamente, quella serata fu l’occasione per raccogliere fondi contro l’Aisla, l’associazione dei malati di sclerosi laterale amiotrofica, perché la ricerca scientifica possa fare passi avanti per la cura. Ma nulla di questo sarebbe stato possibile senza Alberto. E quel suo sorriso: «È lui che ci dà la forza», disse il figlio Massimiliano. Che oggi si sente di aggiungere: «Non so cosa, è presto per pensarci, ma vorrei ancora organizzare qualche iniziativa nel nome di mio padre». La risposta di Alberto, da lassù, la conoscono già: grazie.
di MARCO BILANCIONI
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