L' Asl di Guidonia - Roma -
abbandona senza assistenza
un malato di SLA
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: ...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
1 commento:
La Sla lo ha inchiodato in un letto, la Asl di Guidonia lo ha abbandonato. Ma l’incontro con l’Associazione Coscioni e le iniziative dell’onorevole Farina-Coscioni e del consigliere regionale Berardo hanno permesso di fornirgli l’assistenza domiciliare
Questa è la storia di un malato, un malato di sclerosi laterale amiotrofica, che a dispetto dei cantori della vita ad ogni costo, si ritrova senza assistenza in carico alla propria moglie sempre più debilitata. Ma questa è anche la storia dell’incontro con l’Associazione Luca Coscioni, con Mina Welby, e della lotta condotta per mesi senza sotterfugi e ricerca di favori perché l’assistenza dovuta gli fosse garantita, perché al signor Claudio Gabriele fosse consentita una vita dignitosa. Dal 2006 il signor Gabriele è praticamente costretto in un letto ortopedico nella sua abitazione di Guidonia (Roma), assistito dalla moglie e dalla loro figlia. La prolungata degenza procura al signor Gabriele un piaga da decubito da pressione, che viene medicata ogni sera da un infermiere. Nell'estate del 2009 una equipe del servizio sociale visitava la famiglia di Gabriele, riscontrando la gravità della situazione, ma dalla locale Asl viene negata la fisioterapia, e questo nonostante ne abbia una urgente necessità. A seguito delle sollecitazioni dell’Associazione Luca Coscioni il 9 novembre 2009 il responsabile del servizio sociale comunicava alla signora Mina Welby che «non ci sono risorse e si mantiene l'assistenza di due ore settimanali da parte di una assistente del volontariato e un infermiere per un’ ora al giorno». Nel febbraio 2010 l’Associazione contattava il Centro per l'autonomia, istituto accreditato per le valutazioni degli ausili di Roma, che nel corso di un sopralluogo valutava i presidi più urgenti e necessari al signor Gabriele per migliorare la sua qualità di vita: un materasso speciale per i malati di SLA e un letto ortopedico a comando digitale, perché la moglie Tommasa ha ormai dolore continui alla spalla per la difficoltosa manovra della manovella del letto. Dopo il rifiuto della Asl alla fornitura degli ausili necessari l’Associazione depositava due interrogazioni, una nazionale a firma dell’On. Maria Antonietta Farina Coscioni e la seconda regionale a firma del consigliere Rocco Berardo, rispettivamente Co-Presidente e Tesoriere dell’Associazione Coscioni, con cui si chiedeva al Ministero della Sanità ed all’Assessore alla Sanità della Regione Lazio quali iniziative intendessero intraprendere per garantire adeguata assistenza domiciliare al signor Gabriele e fornire immediatamente dei presidi medici essenziali, così come individuati dal Centro per l’autonomia, ingiustificatamente rifiutati dai funzionari della Asl, rappresentando che una ulteriore inerzia avrebbe esposto l’Azienda Sanitaria tutta ad una azione legale da parte del signor Gabriele, leso nel diritto fondamentale ad avere una assistenza adeguata e dignitosa. A seguito di questi atti, ai primi di dicembre del 2010, l’Asl di Guidonia ha riconosciuto al signor Gabriele l’assistenza e gli ausili dovuti. Tutto bene quel che finisce bene? No, una lotta di questo genere non è degna di un Paese civile. Quanti sono i sig. Gabriele che non conosciamo? Cui non riusciamo a dare voce e difendere nei loro diritti? C’è bisogno dell’ Associazione Coscioni ma soprattutto c’è bisogno di darle forza, perché un domani queste storie, la necessità di queste lotte, siano solo un brutto ricordo
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