SCOPRIRE LA SLA PRIMA DEI SINTOMI
grazie ad una ricerca condotta al Cancer Research UK in collaborazione con l'Istituto di Neurologia della University College of London, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente sugli Atti della National Academy of Science degli Stati Uniti (PNAS).
Lo studio, riportato dal sito www.osservatoriomalattierare.it
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Scoprire la SLA prima che manifesti i suoi sintomi e magari poter intervenire per evitare che si verifichi un danno dei neuroni motori. Quello che fino a poco fa appariva quasi un miraggio potrebbe invece divenire possibile grazie ad una ricerca condotta al Cancer Research UK in collaborazione con l'Istituto di Neurologia della University College of London, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente sugli Atti della National Academy of Science degli Stati Uniti (PNAS). Lo studio, riportato dal sito www.osservatoriomalattierare.it, si e' concentrato sul danno del trasporto assonale, cioe' sulla capacita' delle terminazioni nervose del neurone motorio di trasmettere pacchetti di informazioni al corpo cellulare. I risultati hanno dimostrato che il deficit di questo processo si manifesta in maniera molto precoce, precedendo considerevolmente ogni altro sintomo e dando cosi' risposta ad una domanda aperta da tempo. La sperimentazione che ha portato a questo risultato e' stata condotta su un topo geneticamente modificato con la mutazione del gene SOD1, quella tipica della SLA familiare. La ricerca dunque e' particolarmente significativa per chi potrebbe essere soggetto ad una SLA di tipo familiare. Tra i principali autori dello studio c'e' il prof. Giampietro Schiavo, biologo e chimico farmaceutico formato all'Universita' di Padova ma che da ormai 16 anni vive e lavora all'estero, prima a New York e ora a Londra, proprio al Cancer Research UK.
"Da tempo studiamo i meccanismi di trasporto di pacchetti di informazione lungo gli assoni e in particolare sul neurone motorio. La letteratura medica suggerisce che nella Sla, ma anche in altre malattie neurodegenerative, vi sia un danno in questo meccanismo di trasporto che e' essenziale per molte funzioni del nostro sistema nervoso. Non era pero' chiaro se si trattasse di un effetto della malattia o di una causa - ha spiegato Schiavo - e noi abbiamo cercato di chiarire questo. Il problema e' che il motoneurone adulto non si presta ad essere studiato in vitro, dunque dovevamo trovare un modo di farlo in vivo: abbiamo cosi' scelto di farlo sul topo con mutazione SOD1". Il metodo usato? "Una tecnica, messa a punto nel nostro laboratorio - ha detto lo scienziato - che consente di fare misurazione precise di trasporto assonale sul nervo sciatico.
Osservando nel topo sotto anestesia il trasporto che avviene all'interno di questo nervo abbiamo potuto quantificarlo e abbiamo visto che il danno, cioe' una riduzione del trasporto, avviene gia' prima del 30esimo giorno di vita, quando l'animale non mostra alcun sintomo di malattia ed e' perfettamente uguale agli altri topi sani. Inoltre c'e' una correlazione tra la diminuzione della velocita' di trasporto di informazioni e la progressione della malattia".
Dunque il danno nel trasporto assonale potrebbe essere un predittore della neurodegenerazione. "Ora stiamo mettendo a punto - ha spiegato Schiavo - una sonda utilizzabile usando la risonanza magnetica nucleare che potrebbe permettere l'osservazione di questo trasporto anche nell'uomo. Anche se la scienza e' difficilmente predicibile con sicurezza, i primi risultati dovrebbero essere disponibili in un paio d'anni, perche' i mezzi di contrasto che usiamo sono gia' approvati dalla FDA e i maggiori problemi da risolvere riguardano le tecnologie della risonanza, un ostacolo che contiamo di aggirare grazie all'eccellenza della University College London nelle tecniche di imaging".
Una scoperta sicuramente importante questa; scoprire il danno assonale in fase molto precoce permetterebbe di giocare d'anticipo contro la degenerazione tipica della SLA.
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