domenica 20 gennaio 2008

COMBATTERE LA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA

Questo blog vuole essere un luogo d'incontro ove, persone che sono venute a contatto con questa terribile malattia, possano raccontare le proprie esperienze, in modo da potersi confrontare ed ottenere validi spunti per intraprendere la via giusta per tentarne la cura.

Che cos'è la Sclerosi laterale Amiotrofica: La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una malattia progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose del midollo spinale che comandano il movimento dei muscoli. Il significato letterale è: raggrinzimento (Sclerosi) della porzione laterale (Laterale) del midollo spinale e perdita del trofismo muscolare (Amiotrofica). La SLA è anche chiamata Malattia del motoneurone, Malattia di Charcot (dal nome del neurologo francese che l'ha descritta per la prima volta nel 1860) oppure Malattia di Lou Gehrig, dal nome di un famoso giocatore di baseball americano che ne fu colpito. Chiunque può essere colpito dalla SLA, anche chi ha genitori e parenti assolutamente sani. Nella maggioranza dei casi si tratta infatti di una malattia sporadica (cioè che si verifica senza che ci siano stati casi precedenti in famiglia). Più raramente si possono osservare forme ereditarie, di solito clinicamente indistinguibili dalla forma sporadica.
Come si manifesta: La sclerosi laterale amiotrofica colpisce gli adulti, in genere dopo i 40 anni. Esiste però anche una forma giovanile che si manifesta nel primo decennio di vita. I primi sintomi variano da un individuo all'altro, ma in genere consistono in alterazioni motorie, nel far cadere involontariamente oggetti, affaticamento delle braccia e delle gambe, difficoltà nel parlare, crampi muscolari. D'altra parte questi sintomi non sono caratteristici solo della SLA, ma sono comuni a molte altre patologie. Le mani sono spesso colpite per prime, rendendo difficili le normali attività quotidiane. Con il passare del tempo sempre più muscoli vengono interessati, finché la malattia assume una distribuzione simmetrica. Le funzioni intellettive e sensoriali rimangono integre, ed il malato assiste così in piena lucidità alla perdita progressiva delle proprie capacità motorie. Con il progredire della malattia si giunge alla paralisi completa degli arti e diventa difficile o impossibile deglutire, masticare e parlare. La paralisi dei muscoli respiratori rende infine necessaria la ventilazione assistita ed è purtroppo una causa frequente di morte per le persone affette da SLA.
Come si trasmette: La maggior parte dei casi di SLA sono sporadici, cioè non ereditari. Solo il 10% circa dei casi sono ereditari. In questo caso si parla di SLA familiare. La SLA familiare di tipo 1 si trasmette con modalità chiamata autosomica dominante. Questo significa che una persona affetta ha il 50% di probabilità ad ogni gravidanza di avere un figlio affetto, indipendentemente dal sesso. In questo caso non esistono portatori sani. La SLA familiare di tipo 2 si trasmette con modalità chiamata autosomica recessiva. In questo caso un individuo malato può nascere solo se riceve una copia difettosa del gene da ciascuno dei genitori, entrambi portatori sani dell'alterazione genetica.
La diagnosi: La diagnosi di SLA non è semplice ed è importante che il medico possa escludere altre patologie con sintomi simili. Tranne che per alcuni casi familiari (per cui è possibile effettuare un esame genetico), non esiste alcun test specifico per la diagnosi della SLA. Questa si basa quindi su una serie di osservazioni cliniche ed esami.
Esiste una terapia: Non esiste attualmente una terapia efficace per la SLA. Recentemente è stato approvato ed è commercializzato un farmaco specifico per la SLA, il riluzolo (Rilutek). Questo fermaco però per il momento ha dimostrato solo un effetto nell'aumentare di qualche mese la sopravvivenza di un gruppo di malati con caratteristiche cliniche particolari (anche se ora viene somministrato a tutti i pazienti con diagnosi certa di SLA).
Ricerca: Numerosi studi sono in corso per comprendere le cause della SLA e per cercare di mettere a punto terapie efficaci. Questi sono attualmente i maggiori filoni di ricerca: Nel 1993 è stata identificata la mutazione di un gene responsabile di circa un quinto dei casi di SLA familiare. Il gene alterato serve a produrre un enzima, chiamato superossido dismutasi di tipo 1 (SOD1) che normalmente svolge una funzione protettiva nelle cellule, eliminando i radicali liberi tossici. A 10 anni dalla sua scoperta, sono state finora riconosciute oltre 100 mutazioni di questo gene tutte associate alla SLA. Modelli sperimentali cellulari e animali, nei quali sono state riprodotte alcune di queste alterazioni genetiche, hanno messo in evidenza che tali mutazioni non portano ad una riduzione dell’attività dell’enzima SOD1, bensì all’acquisizione di proprietà tossiche della proteina alterata. Numerosi studi sono in corso per capire perché e come la mutazione della SOD1 sia in grado di produrre la morte selettiva dei motoneuroni. Tale informazione si ritiene possa aiutare a capire cosa succede anche nelle forme sporadiche di SLA. Nel 2001 è stata identificata la mutazione di un altro gene responsabile di una forma giovanile di SLA di tipo 2. Si tratta di un gene che codifica per una proteina chiamata “Alsina” il cui effetto biologico è simile ad una classe di proteine, conosciute come Rho-GTPasi, coinvolte in vari segnali intracellulari tra cui l’organizzazione del citoscheletro della cellula. In questo caso è la perdita di funzione della proteina la causa della tossicità, ma ancora non è chiaro perché a subirne le conseguenze siano specificamente i motoneuroni. Numerosi studi sono in corso per identificare le alterazioni genetiche legate ai restanti quattro quinti della SLA familiare. La ricerca è inoltre mirata ad individuare i fattori di rischio genetici associati alla predisposizione di un individuo a contrarre la malattia in forma sporadica. Tra le varie ipotesi di meccanismi responsabili della SLA, quelle di maggior rilievo riguardano l’accumulo di glutammato extracellulare e le alterazioni delle proteine che costituiscono lo scheletro dei motoneuroni. Il glutammato svolge un’azione eccitatoria fisiologica sui motoneuroni che, se supera un certo limite, diventa tossica provocando la morte dei neuroni stessi. Il riluzolo, l’unico farmaco che ha mostrato sinora un modesto ma significativo effetto nel prolungare la sopravvivenza di pazienti, agirebbe riducendo i livelli di glutammato extracellulare. Recentemente è stato osservato che, nei pazienti con SLA e nei topi modelli della malattia, una delle proteine responsabili della rimozione del glutammato extracellulare (conosciuta come trasportatore gliale del glutammato, ovvero EAAT2 o GLT1) è ridotta proprio nelle regioni del midollo spinale e del cervello che sono affette dalla patologia. Attualmente sono in corso degli studi mirati ad individuare nuovi farmaci in grado di attivare questo trasportatore e/o di inibire i recettori attraverso cui il glutammato può svolgere la sua azione tossica sui motoneuroni. Una delle caratteristiche neuropatologiche della SLA, che la contraddistingue da altre malattie neurodegenerative, è la formazione di aggregati proteici filamentosi nei motoneuroni la cui composizione non è ancora del tutto nota. Si ipotizza che tali alterazioni dipendano da un accumulo dei neurofilamenti (microscopiche fibre presenti all’interno dei neuroni), dovuto a difetti genetici o molecolari di queste proteine. Ad esempio un eccessiva fosforilazione dei neurofilamenti dovuta all’attivazione di chinasi può determinare il loro accumulo e portare così all’ingolfamento degli assoni impedendo il trasporto delle molecole vitali per il motoneurone. E’ altresì ipotizzabile che il meccanismo di degradazione proteica intracellulare, che normalmente serve alla cellula per liberarsi da proteine tossiche, sia meno funzionante nei motoneuroni affetti da SLA. Diversi studi sono rivolti ad indagare a fondo queste ipotesi, al fine di individuare delle molecole bersaglio per nuove terapie farmacologiche. Per quanto riguarda potenziali trattamenti farmacologici, gli studi clinici sperimentali effettuati sino ad ora non hanno ancora individuato dei farmaci efficaci in grado di migliorare la qualità di vita e di prolungare la sopravvivenza dei pazienti. I composti provati sino ad ora fanno parte di varie classi di farmaci con meccanismi d’azione diversi. Le cosiddette sostanze neurotrofiche, cioè le molecole che favoriscono la sopravvivenza dei neuroni (come il BDNF o il più recente Xaliproden) non hanno mostrato effetti benefici significativi. La miotrofina (una forma sintetica del fattore di crescita Insulin Growth Factor o IGF1) è tuttavia tuttora in esame in uno studio clinico americano in quanto i due studi clinici effettuati precedentemente hanno prodotto risultati contrastanti riguardo all’efficacia di questo composto. Uno studio preclinico recente su un modello animale di SLA ha dimostrato che quando questa neurotrofina è somministrata nei muscoli attraverso l’uso di un vettore virale e viene trasportata nel corpo cellulare del motoneurone dove è prodotta in modo costante, i topi si ammalano più tardi e la malattia progredisce più lentamente. Sebbene siano necessari numerosi esperimenti per verificare l’innocuità dell’uso di un vettore virale nell’uomo, questi studi aprono una nuova promettente prospettiva terapeutica per questa malattia. Tra le alterazioni molecolari di recente individuate c’è quella del vascular endothelial growth factor (VEGF): nei topi che mancano di questa molecola si sviluppa una malattia simile alla SLA e nell'uomo con ridotti livelli di VEGF e' aumentato il rischio per la SLA.Nei topi dove l’espressione del gene per questo fattore di crescita è aumentata, la degenerazione dei motoneuroni viene rallentata. Altri tipi di farmaci utilizzati come antiepilettici e come potenziali farmaci neuroprotettivi nei confronti della tossicità da glutammato, quali il Gabapentin e il topiramato, sono risultati inefficaci. In qualche caso il topiramato ha mostrato effetti collaterali importanti. Tra i farmaci antiossidanti, cioè quelli che proteggono le cellule dai radicali liberi, la vitamina E (alfa-tocoferolo), sebbene sia largamente usata nel trattamento sintomatico di varie patologie neurodegenerative, non ha mostrato effetti significativi sulla sopravvivenza. Attualmente è in corso uno studio clinico americano con il coenzima Q10, un antiossidante protettivo per i mitocondri, gli orfanelli che forniscono energia alle cellule, e con Celebrex un farmaco inibitore della COX2, un enzima che genera i radicali liberi. Lo studio clinico sulla creatina, che si è appena concluso in America e che è stato presentato durante il tredicesimo congresso internazionale sulle malattie del motoneurone a Melbourne in Australia nel Novembre 2002, purtroppo non ha replicato il dato preliminare di un piccolo studio effettuato nel 2001-2002 che aveva mostrato un effetto benefico di questa sostanza sul recupero della forza muscolare. Altri studi clinici in corso sia in America che in Europa riguardano la minociclina, un antibiotico già usato nell’uomo per altri tipi di patologie e che passa la barriera ematoencefalica, potendo raggiungere facilmente le regioni nervose affette dalla patologia. Recentemente, vari studi effettuati nel modello animale hanno dimostrato che questo farmaco migliora la progressione della malattia, agendo con meccanismi diversi dai farmaci utilizzati sinora. Altri importanti studi clinici, da poco iniziati in Europa, riguardano l’uso di un modulatore degli astrociti, le cellule di sostegno dei neuroni oltre che produttori di potenziali sostanze tossiche in certe circostanze (es. l’ossido nitrico e le citochine) e la pentoxifillina, un farmaco anti-infiammtorio. Diversi studi sperimentali indicano che le citochine ed in particolare il TNF (Tumor Necrosis Factor) sono modificati prima che i sintomi del deficit neuromotorio siano evidenti facendo ipotizzare un loro ruolo importante nella patogenesi della malattia. Queste molecole sono considerate dei potenziali bersagli terapeutici. Associata all'ipotesi infiammatoria e' la recente scoperta di una proteina, la p38MAPK (mitogen activated protein kinase) che si è visto essere fortemente attivata nei topi con la malattia prima che siano manifesti i sintomi. Questa proteina è attivata da una varietà di stimoli tra cui lo stress ossidativo e le citochine infiammatorie. Per quanto riguarda l’uso di cellule staminali (cioè le cellule che mantengono uno stato embrionale anche nell’adulto e che, potenzialmente, possono essere trasformate in particolari condizioni in altre cellule, tra cui i neuroni), non esiste a tutt’oggi un chiaro esempio di recupero di motoneuroni nei modelli animali. Tuttavia, recentemente, presso l’ospedale Don Bosco di Torino è stato iniziato uno studio su un piccolo numero di pazienti con SLA, a cui sono state impiantate direttamente nel midollo spinale delle cellule staminali mesenchimali, provenienti dal loro stesso midollo osseo. Si tratta di un trapianto di tipo autologo, ovvero donatore e destinatario sono la stessa persona. Questo è sicuramente un modo per salvaguardarsi da un possibile rigetto delle cellule trapiantate, ma deve tener conto dell’eventualità che le cellule del paziente stesso possano a loro volta dare origine a delle cellule malate. Questo è un importante aspetto che va approfondito in laboratorio prima ancora che nel paziente stesso. L’ osservazione dell’andamento della patologia nei pazienti trapiantati è tuttora in corso, e per ulteriori informazioni si rimanda al sito dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, http://www.aisla.it/) Il sito web della ALS Association statunitense (http://www.alsa.org/)contiene una lista aggiornata delle sperimentazioni cliniche in corso.
Note: Redazione a cura di Telethon con la consulenza scientifica del dr. A. Migheli (Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino, Via Cherasco 15 - 10126 Torino) e dr.ssa C. Bendotti (Lab. Neurobiologia Molecolare, Dip. Neuroscienze, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, via Eritrea 62 - 20157 Milano). Ultimo aggiornamento: Aprile 2004

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti un saluto particolare a Fabio e Fabry, che colgo l'occasione di ringraziare per il blog.
Sono Y. e scrivo per dare il mio sostegno a questa lotta che pultroppo va combattuta giorno per giorno, non ho la presunzione di dare consigli medici perchè non ne sò molto dai libri,quello che conosco di questa malattia l'ho imparato e vissuto sulla pelle,, non voglio scendere in dettaglio o meglio questo non è lo scopo per cui sto scrivendo qui,quello che vorrei fare è dire che ci sono e dare il mio aiuto morale.
Vorrei inoltre dire a tutti che l'informazione la solidarietà sono due pilastri molto importanti per chi vive questa "esperienza devastante".
Sapere che c'è qualcuno con cui parlare che ti sappia ascoltare che ti possa dare una mano nei momenti peggiori dove la disperazione prende il soppravvento e ti senti solo in questo terribile percorso è essenziale, la malattia ti isola e ti rendi conto che tutto quello per cui fino a ieri lottavi oggi non ha più importanza cambia tutto non solo nella vita del malato ma anche in tutte le persone che gli stanno attorno e forse egoisticamente direi che per chi è accanto ad un famigliare con questa malattia è ancora più difficile.
Sapere che esiste qualcuno come te che sta vivendo la stessa cosa e che capisce il tuo dolore, ti aiuta, ti da conforto e ti da la forza per andare avanti.
Concludo dicendo, forza a Fabio non ti devi arrendere, continua a lottare come hai fatto fino ad ora e vai avanti con la speranza e la convinzione che qualcosa cambierà, e vedrai che ce la farai!!!Un saluto speciale alla tua mamma!! Ciao a tutti.
Y.

Anonimo ha detto...

LINK

http://www.alsa.org/ http://www.alsa.org/
Numerose informazioni e links. Lista dei farmaci in sperimentazione. (Inglese)
http://www.aisla.it Il sito dell'Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (Italiano)
http://www.wfnals.org/ http://www.wfnals.org/
Informazioni più specialistiche (Inglese)


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CENTRI DIAGNOSTICI

A.O. S. Raffaele Servizio di Citogenetica
0226432229
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Via Olgettina, 60 - 20132 - MILANO


IRCCS Osp. S. Raffaele Laboratorio di Biologia Molecolare Clinica
0226432303
0226432640
ferrari.maurizio@hsr.it
Via Olgettina, 60 - 20132 - MILANO


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0255190392
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gellera@istituto-besta.it
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0532 424437/0532 236154
0532 236157
fla@unife.it
Via Mortara, 74 - 44100 - FERRARA


Università degli Studi di Pisa Dipartimento di Neuroscienze Centro Miopatie
050 993046
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gsicilia@med.unipi.it
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Azienda Ospedaliera Ca' Granda Niguarda - Laboratorio di Biochimica Clinica ed Ematologia - Sezione Analisi Genetiche
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biomol@interfree.it
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A. O. O.I.R.M.-S.Anna-Dip.Patologia Clinica-Settore di Genetica Molecolare
0113135580
0113135080
genetica@oirmsantanna.piemonte.it
Piazza Polonia 94 - 10126 - TORINO


azienda ospedaliera universitaria Policlinico TorVergata dipartimento di medicina di laboratorio servizio di genetica medica
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Burlo Garofolo Dipartimento Medicina di Laboratorio Servizio di Genetica Medica
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0403785540
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ASSOCIAZIONI
AISLA ASSOCIAZIONE ITALIANA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
0321499727
0321499719
segreteria@aisla.it
V.le Roma, 32 - 28100 - NOVARA
http://www.aisla.it




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SUCCESSI
Sclerosi laterale amiotrofica: nuove scoperte e speranze terapeutiche
SLA: svelati alcuni meccanismi della degenerazione delle cellule nervose
Bloccare i flussi di calcio protegge la cellula dall’autodistruzione
Scoperta una proteina che fa crescere il braccio della cellula nervosa
Sla: ora l’obiettivo è ridurre la perdita muscolare

Anonimo ha detto...

Il Centro Clinico NEMO


Il progetto del Centro Clinico NEMO (NeuroMuscular Omnicentre), che sorgerà all’interno dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, nasce dall’idea della UILDM di rispondere in modo specifico alle necessità di chi è affetto da distrofie o altre malattie neuromuscolari come la sclerosi laterale amiotrofica. L'AISLA collabora strettamente a questa iniziativa.



Due sono gli obiettivi principali. Da una parte promuovere terapie cliniche e riabilitative volte a migliorare la qualità della vita delle persone affette da queste patologie, con interventi efficaci che mirino a limitare i danni causati dalla progressiva immobilità (retrazioni, difficoltà respiratoria, scoliosi).

Dall’altra prevenire le stesse malattie neuromuscolari, grazie alla consulenza genetica e alla conseguente identificazione dei portatori sani di tali patologie, per informarli degli eventuali rischi.



Il Centro NEMO vuole dunque rappresentare soprattutto la grande speranza di una vita più serena per le molte persone coinvolte in questi problemi, tanto più che la struttura non si rivolgerà semplicemente al singolo problema nella fase acuta, ma alla persona nella sua globalità fisica, psichica, affettiva e relazionale, coinvolgendo il suo contesto familiare, sociale e ambientale.

Si tratterà altresì di un prezioso punto di riferimento a livello nazionale, oltre che per i pazienti e i loro familiari, anche per altri centri specialistici o per gli stessi medici di base che abbiano tra i propri assistiti persone con malattie neuromuscolari.

Al centro la persona
Il trattamento delle distrofie, della sclerosi laterale amiotrofica e delle altre malattie neuromuscolari è caratterizzato dal molteplice interessamento di più organi e apparati, necessitando quindi del coinvolgimento di vari specialisti, con l’impostazione di terapie che si rivolgano a diversi “fronti”.

Per questo il Centro NEMO intende essere un modello di gruppo multidisciplinare, connotato dallo spirito di collaborazione e cooperazione in cui sia sempre il paziente al centro degli interessi e delle attenzioni.

Tale modello operativo consentirà anche la strutturazione di iniziative di comunicazione (consigli, linee guida, suggerimenti), condivise tra i diversi specialisti, in modo da ottenere un effetto di potenziamento parallelo a quello assistenziale.

Servizi e attività
Il Centro NEMO inizierà le sue attività nell’autunno del 2007.

In base quindi alla suddetta logica gestionale, strutturata sulla priorità di assistenza e di bisogni del paziente, il Centro NEMO sarà caratterizzato da un nucleo centrale di tipo fisiatrico-riabilitativo cui afferiranno principalmente le specialità neurologiche, pneumologiche, cardiologiche e chirurgiche.

A tali servizi medici specialistici si aggiungeranno altre attività complementari, riguardanti la consulenza e la diagnosi genetica; uno sportello informativo dedicato ai pazienti e a quanti operino nel campo delle malattie neuromuscolari; un ulteriore sportello nazionale per la segnalazione di strutture sanitarie; un servizio di accompagnamento all’acquisizione di servizi sanitari di eccellenza sul proprio territorio di origine; un lavoro di consulenza sugli ausili.

La struttura - come già accennato - avrà carattere riabilitativo, con tre regimi di intervento: ricovero, day service/day hospitale e ambulatori multidisciplinari.

Per quanto poi riguarda le particolari esigenze dell’età evolutiva, strettamente mediche, ma anche legate alla necessità di interagire con il proprio nucleo familiare, oltre che di arrivare ad un corretto inserimento scolastico, esse renderanno indispensabile una gestione autonoma, con una diversa collocazione fisica all’interno della struttura e competenze specifiche da parte degli operatori.

La Fondazione Serena
Il Centro NEMO sarà gestito dalla Fondazione Serena, ente senza scopo di lucro nato dalla collaborazione tra UILDM, AISLA, Fondazione Telethon e Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda.

Il sostegno della Regione Lombardia si è concretizzato nell’offrire in concessione gratuita le strutture dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda che ospiteranno il nuovo Centro e tutte le sue attività operative.

Gli sponsor
Ma un altro segnale positivo arriva da aziende private che, riconoscendo la serietà del progetto, sponsorizzano l’iniziativa: orgogliosamente ne riportiamo i loghi a margine.

Per approfondimenti:
Centro Clinico NEMO: www.centrocliniconemo.it





18 settembre 2007

Anonimo ha detto...

Forme di SLA
Sono state identificate tre forme di SLA:

• Sporadica: la più comune forma di SLA, dal 90 al 95 % di tutti i casi
• Familiare: più di un caso in un unico ceppo familiare, conta un ridotto numero di casi, dal 5 al 10 %. Nel 1993, in alcune famiglie colpite da SLA familiare è stato accertato che la mutazione di un gene (SOD 1), può provocare la malattia.
• Guam: un' incidenza incredibilmente alta di casi, caratterizzata dalla associazione con sindrome demenziale e Parkinson, fu osservata negli anni ’50 sull’Isola di Guam.

Ipotesi sulle cause della SLA
Le cause della SLA sono ancora sconosciute, comunque è ormai accertato che la SLA non è dovuta ad una singola causa; si tratta invece di una malattia multifattoriale, determinata cioè dal concorso di più circostanze.
Le numerose ricerche in corso mirano a chiarire il ruolo di alcuni fattori.

• Eccesso di glutammato: il glutammato è un aminoacido usato dalle cellule nervose come segnale chimico: quando il suo tasso è elevato ne determina un’iperattività che può risultare nociva. Tutto ciò sembra che giochi un ruolo importante nella SLA. Il Riluzolo, unico farmaco approvato nella terapia della SLA, agisce riducendo l’azione del glutammato.
• Predisposizione genetica
• Carenza di fattori di crescita: si tratta di sostanze, prodotte naturalmente dal nostro organismo, che aiutano la crescita dei nervi e che facilitano i contatti tra i motoneuroni e le cellule muscolari.
• Eccesso di anticorpi
• Fattori tossico-ambientali: esistono diversi elementi (alluminio, mercurio o piombo) o alcuni veleni e certi pesticidi agricoli che possono danneggiare le cellule nervose e i motoneuroni.
• Virus

Diagnosi di SLA
La SLA è una malattia molto difficile da diagnosticare. Oggi non esiste alcun test o procedura per confermare senza alcun dubbio la diagnosi di SLA. E’ solo attraverso un attento esame clinico, ripetuto nel tempo da parte di un neurologo esperto, ed una serie di esami diagnostici per escludere altre patologie che emerge la diagnosi. E’ tuttavia sempre utile, per la conferma della diagnosi, il supporto di un secondo parere specialistico. Un approfondito percorso diagnostico include la maggior parte, se non tutte, le seguenti procedure:

• Esami neurofisiologici che comprendono: elettromiografia (EMG) e la velocità di conduzione nervosa (VCN)
• Esami del sangue e delle urine (per escludere altre malattie infiammatorie, infettive, tumorali, tiroidee ed autoimmuni)
• Risonanza magnetica nucleare dell’encefalo e del midollo spinale
• Rachicentesi o puntura lombare
• Biopsia muscolare e/o del nervo

La Sla in genere progredisce lentamente e la gravità può variare molto da un paziente all’altro. Anche nelle fasi più avanzate, la malattia colpisce soltanto il sistema motorio e risparmia tutte le altre funzioni neurologiche.

Anonimo ha detto...

La Sclerosi Laterale Amiotrofica ha ottenuto il riconoscimento di malattia rara con codice identificativo “RF0100” in base al Decreto del Ministero della Sanità n. 279/18.05.2001:

“Regolamento di istituzione della rete nazionale delle malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni sanitarie, ai sensi dell’art. 5, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124”.
Nel Decreto Ministeriale era anche fissato il termine di 60 giorni, entro la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12.07.2001, affinché le Regioni provvedessero all’individuazione dei Presidi di Rete per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare ed assicurassero l’erogazione, in regime di esenzione dalla partecipazione al costo, delle relative prestazioni sanitarie.
In Italia, le persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) sono circa quattromila e l’incidenza annuale è di tre nuovi casi al giorno.
E’ pensando a questi ammalati e ai loro familiari che l'AISLA ha compilato una
“GUIDA AI PRESIDI INDIVIDUATI DALLE REGIONI PER LA DIAGNOSI, LA CERTIFICAZIONE E LE DEFINIZIONI TERAPEUTICHE PER LA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA”
Nelle pagine seguenti del nostro sito troverete indicati i Presidi accreditati per la Sclerosi Laterale Amiotrofica, divisi per Regione, considerando che, al 31 Gennaio 2005, ancora tre Regioni non hanno provveduto a deliberare in merito al Decreto 279/2001.
Per ciascun Presidio riportato vengono indicati i medici di riferimento e le modalità per contattarli.

Queste informazioni, che cercheremo di mantenere sempre aggiornate, sono state raccolte grazie alla collaborazione con il Centro Nazionale Malattie Rare - Istituto Superiore di Sanità e al contributo della Fondazione CRT.

Anonimo ha detto...

L'accertamento dell'invalidità e dell'handicap
La normativa italiana prevede agevolazioni e sostegni di varia natura per le persone riconosciute invalide civili o persone con handicap. Oltre alla normativa nazionale, alcune regioni, con proprie disposizioni prevedono ulteriori supporti per le persone con disabilità. Qualsiasi beneficio è sempre correlato al riconoscimento dell'invalidità o dell'handicap. Il riconoscimento di questi status è affidato esclusivamente alle Commissioni di accertamento che operano presso ogni Azienda Usl (la cosiddetta Commissione Invalidi).

E' quindi molto importante richedere questo accertamento. Pee richiederlo è necessario:

1) rivolgersi alla Segreteria della Commissione presente presso la Azienda Usl di residenza e richiedere il modulo per la richiesta di accertamento.
2) a modulo compilato va allegato un certificato del medico curante che descriva la patologia da cui è affetta la persona. E' possibile allegare (in copia) documentazione clinica di cui si è in possesso. Modulo, certificati e documentazione vanno consegnati alla Segreteria della Commissione. Attenzione: si consiglia di richiedere sempre sia la valutazione dell'invalidità che quella dell'handicap (Legge 104/1992). In caso di grave situazione sanitaria che comporti rischio in caso di spostamento, è possibile richiedere la visita a domicilio.
3) la persona con disabilità viene convocata a visita. E' possibile farsi assistere, a proprie spese, da un medico di fiducia.
4) dopo la visita la Commissione si esprime emettendo un verbale che, dopo la convalida della Commissione di verifica INPS, viene inviato all'interessato.
5) l'interessato può presentare ricorso contro il verbale rivolgendosi al giudice.

A seconda del verbale, la persona avrà diritto a diverse agevolazioni.

Provvidenze economiche
La normativa vigente, con alcune limitazioni legate al reddito personale e ad altre condizioni, prevede alcuni tipi di provvidenze economiche. Pensioni, assegni, indennità.

Per approfondimenti:
Minorazioni civili - provvidenze economiche



Agevolazioni fiscali
Auto
Le agevolazioni fiscali sui veicoli destinati alle persone con disabilità consistono nell'applicazione dell'IVA agevolata al momento dell'acquisto, nella detraibilità - in sede di denuncia annuale dei redditi - del 19% della spesa sostenuta, nell'esenzione dal pagamento del bollo auto e delle tasse di trascrizione (IPT, APIET).



Sono ammesse all'agevolazione le persone con disabilità motoria, disabilità intellettiva (solo se titolari di indennità di accompagnamento e con certificato di handicap grave), o disabilità sensoriale (ciechi e sordomuti). Le relative condizioni devono risultare dai rispettivi certificati di invalidità o di handicap.
In taluni casi (disabili motori senza gravi problemi di deambulazione e titolari di patente di guida speciale) è obbligatorio adattare il veicolo.
Per approfondimenti:
Agevolazioni sui veicoli

Ausili
Gli ausili destinati a persone con disabilità godono dell'applicazione dell'IVA agevolata al momento dell'acquisto e, in taluni casi, la spesa sostenuta può essere detratta, nella misura del 19%, in sede annuale di dichiarazione dei redditi.
Per approfondimenti:
Ausili

Sussidi tecnici ed informatici
I sussidi tecnici ed informatici sono prodotti di comune reperibilità (es. computer, fax, comunicatori) che possono favorire l'autonomia delle persone con disabilità. La normativa vigente prevede che questi prodotti godano dell'applicazione dell'IVA agevolata al momento dell'acquisto e che la spesa sostenuta può essere detratta in sede annuale di dichiarazione dei redditi. È tuttavia necessario disporre di una specifica prescrizione autorizzativa, oltre che del certificato di handicap o invalidità.
Per approfondimenti:
Agevolazioni fiscali sui sussidi tecnici e informatici

Assistenza Specifica Sanitaria
La normativa ammette la possibilità di dedurre dal reddito complessivo l'intero importo delle spese mediche generiche e di assistenza specifica sostenute per persone disabili. L'assistenza specifica è quella resa da personale sanitario (medici, infermieri, terapisti, logopedisti ecc.)

Spese per l'assistenza personale
La normativa vigente prevede la possibilità di dedurre dal reddito complessivo gli oneri contributivi (fino all'importo massimo di 1.549,37 euro) versati per gli addetti ai servizi domestici e all'assistenza personale o familiare (ad esempio le colf).
È prevista inoltre la deduzione dal reddito imponibile di un importo massimo di 1.820 euro per le spese pagate dal contribuente agli addetti (badanti) alla propria assistenza personale, o di quella delle persone indicate nell'articolo 433 del codice civile, nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana. Come per la deduzione per i familiari a carico, questa seconda agevolazione compete in misura diversa a seconda del reddito complessivo del contribuente.

Detrazioni per figli a carico
Per ogni figlio portatore di handicap fiscalmente a carico spetta una detrazione aggiuntiva forfettaria di 220 dal reddito euro. Tuttavia questo importo non è fisso ma diminuisce con l'aumentare del reddito percepito nell'anno di riferimento. Purtroppo tale agevolazione è riservata per i soli figli a carico e non per gli altri familiari con disabilità.

Prima casa
Non esistono ulteriori specifiche agevolazioni per l'acquisto di una prima casa nel caso di nuclei in cui siano presenti persone con disabilità.
L'agevolazione è quindi la medesima prevista per tutti i contribuenti: la detraibilità, in sede di denuncia annuale dei redditi, degli interessi passivi su mutui eventualmente contratti per l'acquisto della prima casa.

Tassa asporto rifiuti
La TARSU, Tassa asporto rifiuti solidi urbani, è una tassa di stretta competenza locale. I comuni hanno facoltà di fissare, nelle specifiche delibere, agevolazioni per le persone anziane, per le persone disabili o per i cittadini in stato di bisogno, senza tuttavia che vi sia alcun obbligo specifico.
Si suggerisce di rivolgersi al proprio comune per conoscere le eventuali agevolazioni.

ICI
L'Imposta Comunale sugli Immobili è un tributo di stretta competenza locale. I comuni hanno facoltà di fissare, nelle specifiche delibere, agevolazioni per le persone anziane, per le persone disabili o per i cittadini in stato di bisogno, senza tuttavia che vi sia alcun obbligo specifico.
Si suggerisce di rivolgersi al proprio comune per conoscere le eventuali agevolazioni.
Per approfondimenti:
Agevolazioni sull'ICI

Altre agevolazioni
Acqua, Luce, Gas
La normativa vigente non prevede specifiche agevolazioni sul canone o sui consumi a favore dei nuclei in cui sia presente una persona con disabilità.

Telefonia fissa
La normativa vigente prevede che agli anziani, persone disabili e utenti "con esigenze sociali speciali" venga riconosciuta una riduzione del 50% sul canone mensile di abbonamento. Vengono tuttavia previsti dei limiti reddituali per poter accedere a tale beneficio.
Per approfondimenti:
Agevolazioni telefoniche per le persone disabili

Telefonia mobile
La normativa vigente prevede che la tassa di concessione governativa non sia dovuta dagli invalidi "in seguito a perdita anatomica o funzionale di entrambi gli arti inferiori nonché a non vedenti".

Per approfondimenti:
Tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari: esenzione



Assistenza sanitaria
Erogazione di ausili
Per gli invalidi civili, i ciechi civili e i sordomuti è prevista l'erogazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale di protesi, ortesi ed ausili correlate al tipo di minorazione accertata. Le protesi, le ortesi e gli ausili ammessi all'erogazione sono quelli elencati in un'apposita norma, e quelle ad essi riconducibili. Vengono erogate solo dietro specifica prescrizione medica.



Per approfondimenti:
L'erogazione gratuita degli ausili

Esenzione Ticket
Le modalità di esenzione dai ticket sono oramai disciplinate dalle singole regioni. Ricordiamo che le esenzioni sono per età, reddito, farmaci correlati a particolari patologie o per invalidità. In quest'ultimo caso, solitamente, le esenzioni si applicano a partire dal 66% di invalidità.
Si suggerisce di contattare il proprio Distretto sociosanitario o la propria Azienda Usl, o il proprio medico di famiglia, per le informazioni più aggiornate e valide localmente.

Persone con SLA: come ottenere il certificato di esenzione



Alcune Leggi tutelano in maniera diretta la persona affetta da Sclerosi Laterale Amiotrofica e consentono di ottenere immediatamente una serie di benefici economici e di assistenza sanitaria.
Vi invitiamo pertanto a prendere visione di queste leggi e di non esitare e consultare la nostra Segreteria per approfondire alcuni argomenti o avere maggiori informazioni circa le procedure per ottenere i servizi indicati. Le norme sono:

Decreto miniteriale 18 maggio 2001, n. 279
Circolare ministeriale 13 dicembre 2001, n. 13
Provvedimento 7 maggio 1998

Il paziente per il quale sia stato formulato da un medico il sospetto diagnostico di una malattia rara o nel caso particolare di SLA, deve essere indirizzato dallo stesso medico al Presidio della Rete in grado di garantire la diagnosi della specifica malattia. Lo specialista che opera nel Presidio della rete è l’unico che può certificare il diritto all’esenzione del paziente, compilando l’apposito modulo. La certificazione rilasciata dal Presidio ai fini dell’esenzione deve riportare, oltre alla definizione, anche il codice identificativo della malattia.

L'attestato di esenzione avrà le stesse caratteristiche previste per le malattie croniche ed invalidanti, lo stesso colore, con l’aggiunta del decreto di riferimento e la validità sarà illimitata.

L’attestato riporterà all’interno la seguente dicitura: l’assistito ha diritto alle prestazioni di assistenza sanitaria efficaci ed appropriate per il trattamento ed il monitoraggio della malattia dalla quale è affetto e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti. Il Presidio della Rete deve erogare in regime di esenzione dalla partecipazione al costo le prestazioni finalizzate alla diagnosi e, qualora necessarie ai fini della diagnosi di malattia rara di origine ereditaria, le indagini genetiche sui familiari dell’assistito.

I relativi oneri sono a totale carico dell’azienda unità sanitaria locale di residenza dell'assistito con sospetto diagnostico di malattia rara. Il Presidio, a diagnosi accertata, deve provvedere a redigere la certificazione per permettere l’ASL di emettere la tessera di esenzione relativa. L’assistito riconosciuto esente ha diritto alle prestazioni di assistenza sanitaria incluse nei livelli essenziali di assistenza, efficaci ed appropriate per il trattamento ed il monitoraggio della malattia dalla quale è affetto e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti. Gli assistiti esenti dalla partecipazione al costo ai sensi del regolamento di individuazione delle malattie croniche ed invalidanti di cui all'articolo 5, lettera a), del D.lgs. 29 aprile 1998 n.124 e ai sensi del presente regolamento sono altresì esentati dalla partecipazione al costo delle prestazioni necessarie per l'inclusione nelle liste di attesa per trapianto. Pertanto, una volta diagnosticata e certificata la patologia, tali pazienti possono accedere all’erogazione delle prestazioni a loro prescritte in regime di esenzione in tutte le strutture erogatrici del territorio regionale. La prescrizione delle prestazioni sanitarie erogabili in regime di esenzione dalla partecipazione al costo reca l’indicazione, unicamente in forma codificata dal D.M. della malattia rara rispetto alla quale è riconosciuto il diritto all’esenzione.

Fermi restando i limiti di prescrivibilità previsti dalla vigente normativa, ciascuna ricetta non può contestualmente recare la prescrizione di prestazioni erogabili in regime di esenzione dalla partecipazione al costo e di altre prestazioni. La prescrizione delle prestazioni erogabili in esenzione dalla partecipazione al costo è effettuata secondo criteri di efficacia e di appropriatezza rispetto alle condizioni cliniche individuali, con riferimento ai protocolli definiti. Pertanto, una volta attestata l’esenzione, la prescrizione può essere effettuata su ricettario regionale, indicando il codice della patologia rare della quale è affetto il paziente. Il Presidio della rete che ha provveduto alla diagnosi e che ha in trattamento il paziente deve tenere aggiornata la situazione clinica del paziente stesso, assumendo le informazioni di indagini diagnostiche eseguite in altra sede, tramite lo stesso paziente o creando flussi informativi tra le varie strutture.

Anche il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta che ha in carico il paziente deve essere informato dal presidio di rete dell’evoluzione del quadro clinico della patologia. L’aspetto importante è che il paziente sia seguito nel suo percorso diagnostico-terapeutico, indipendentemente dai luoghi dove effettua le prestazioni necessarie, e tale compito è affidato al Presidio della rete che segue il paziente, in accordo con il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta che hanno in carico il paziente. I Presidi della rete devono collaborare con le Associazioni dei pazienti e con le strutture socio-assistenziali territoriali in modo che vengano coinvolti nella strutturazione del percorso diagnostico terapeutico, in modo da poter aiutare il paziente ad affrontarla.

Persone con SLA: norme regionali

Il Decreto Ministeriale 279/2001 imponeva alle Regioni, entro 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12.07.2001, l’individuazione di particolari Presidi o Centri Ospedalieri preposti al riconoscimento delle patologie rare elencate nel decreto medesimo, a cui i pazienti potessero avere accesso per una rapida diagnosi, certificazione della malattia, erogazione delle prestazioni sanitarie, monitoraggio e possibili cure della patologia.

Alla data odierna solamente sedici Regioni hanno adempiuto a tale incarico:
Piemonte http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Piem.pdf
Lombardia http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Lomb.pdf
Veneto http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Vene.pdf
Friuli Venezia Giulia http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Friu.pdf
Liguria http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Ligu.pdf
Emilia Romagna http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Emil.pdf
Marche http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Marc.pdf
Toscana http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Tosc.pdf
Lazio http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Lazi.pdf
Abruzzo determinazione DG8/65, Direzione Sanità, 08/10/2003 (File PDF, 115 Kb)
Molise http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Moli.pdf
Basilicata http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Basi.pdf
Calabria http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Cala.pdf
Puglia http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Pugl.pdf
Sicilia http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Sici.pdf
Sardegna http://www.cnmr.iss.it/accr/docu/Sard.pdf

Le restanti Regioni sono ancora scoperte dal Regolamento della Rete Nazionale delle Malattie Rare, pertanto viene data deroga ai medici specialisti neurologi ospedalieri di certificare la malattia e prescrivere il relativo protocollo terapeutico.

Agevolazioni lavorative e diritto al lavoro
Prolungamento dell'astensione facoltativa di maternità
La normativa vigente prevede l'estensione del congedo di maternità fino ai tre anni di vita del bambino o, in alternativa, la fruizione di due ore di permesso giornaliero.
Tuttavia la condizione primaria è che la persona disabile sia in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992). Si tratta di un verbale diverso da quello di invalidità civile.



Per approfondimenti:
Genitori - prolungamento astensione facoltativa di maternità

Permessi lavorativi retribuiti
Dopo il compimento del terzo anno di vita i genitori di una persona con handicap grave hanno diritto a tre giorni di permesso mensile retribuito. Analogo beneficio spetta anche ai lavoratori che assistano un familiare con handicap grave. Infine, i lavoratori con handicap grave hanno diritto a due ore di permesso giornaliero o a tre giorni di permesso mensile, retribuiti.
Anche in questi casi la condizione primaria è che la persona disabile sia in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).
Per approfondimenti:
Permessi lavorativi (art. 33 L. 104/1992)

Congedi di due anni retribuiti
Ai genitori di persone con handicap grave, o dopo la loro scomparsa o in caso siano essi stessi invalidi totali, spettano due anni di congedo retribuito che può essere anche frazionato. I congedi non spettano invece per l'assistenza ad altri familiari (es., moglie che assista il marito, figlio che accudisca un genitore).
Anche in questi casi la condizione essenziale è che la persona disabile sia in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).
Per approfondimenti:
Congedi retribuiti di due anni per assistenza a persone con handicap grave

Prepensionamento
I lavoratori con invalidità superiore al 74% o sordomuti hanno diritto a richiedere, per ciascun anno effettivamente lavorato, due mesi di contributi figurativi (fino ad un totale di cinque anni) utili ai fini pensionistici.
Per approfondimenti:
Il prepensionamento dei lavoratori disabili

Scelta della sede di lavoro
La normativa vigente prevede che il lavoratore che assista un familiare con handicap genitore e il lavoratore disabile hanno diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio. Questa disposizione, a causa di quel "ove possibile", si configura come un interesse legittimo, ma non come un diritto soggettivo insindacabile. Di fatto, quindi, l'azienda può produrre rifiuto motivandolo con ragioni di organizzazione del lavoro.
In ogni caso è necessario essere in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992). Si tratta di un verbale diverso da quello di invalidità civile.
Un'altra disposizione prevede che le persone handicappate "con un grado di invalidità superiore ai due terzi", nel caso vengano assunte presso gli enti pubblici come vincitori di concorso o ad altro titolo, hanno diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili.
Per approfondimenti:
Sede di lavoro: scelta prioritaria e rifiuto al trasferimento

Rifiuto al trasferimento
La normativa vigente prevede che il lavoratore che assista un familiare con handicap genitore e il lavoratore disabile non possono essere trasferiti senza il loro consenso ad altra sede. Diversamente da quanto previsto per la scelta della sede, il rifiuto al trasferimento si configura come un vero e proprio diritto soggettivo.
Anche in questo caso è necessario essere in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992). Si tratta di un verbale diverso da quello di invalidità civile.
Per approfondimenti:
Sede di lavoro: scelta prioritaria e rifiuto al trasferimento

Lavoro notturno
La normativa vigente prevede che lavoratori che "abbiano a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della Legge 5 febbraio 1992, n. 104" non possano essere obbligatoriamente adibiti al lavoro notturno.
Per approfondimenti:
Lavoro notturno e parenti di persone con disabilità

Liste speciali di collocamento
Le persone con invalidità accertata superiore al 45% possono iscriversi all'Ufficio del lavoro nelle liste speciali riservate agli invalidi civili.
Per iscriversi a quelle liste è tuttavia necessario sottoporsi ad una visita di accertamento delle capacità lavorative, ulteriore e diversa rispetto all'accertamento dell'invalidità. È necessario richiedere, presso la Commissione invalidi presente in ogni Azienda Usl l'accertamento ai fini della Legge 68/1999. Una volta in possesso di quel certificato è possibile iscriversi alle liste speciali di collocamento.
Per approfondimenti:
Diritto al lavoro

Mobilità
Patente speciale di guida
Le persone con invalidità in molti casi possono vedersi riconoscere l'idoneità alla guida, talvolta con l'obbligo di alcuni adattamenti, e condurre un veicolo. L'accertamento dell'idoneità alla guida va richiesto alla Commissione Medica Locale che opera, di norma, presso l'Azienda Usl capoluogo di provincia.
Per approfondimenti:
Patente di guida e persone con disabilità

Contribuiti per l'adattamento ai dispositivi di guida
È previsto un contributo pari al 20% della spesa sostenuta per l'adattamento dei dispositivi di guida nei veicoli delle persone titolari di patente speciale. La richiesta di contributo va presentata alla propria Azienda Usl. Il contributo non spetta per gli eventuali adattamenti al veicolo.
Per approfondimenti:
I contributi per gli adattamenti alla guida

Contrassegno invalidi per la circolazione e la sosta
Le "persone invalide con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta" e per i non vedenti è possibile ottenere, previa visita medica che attesti questa condizione, il cosiddetto "contrassegno invalidi" o "contrassegno arancione".
Per il rilascio l'interessato deve rivolgersi al servizio di medicina legale della propria Azienda Usl e farsi rilasciare dall'ufficio medico legale la certificazione medica che attesti che il richiedente ha una capacità di deambulazione sensibilmente ridotta o è non vedente. Non è quindi sufficiente, ad oggi, il certificato di invalidità civile.
Per approfondimenti:
Circolazione e sosta: il contrassegno invalidi

Contributi per l'eliminazione delle barriere in casa
La normativa vigente prevede che per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici già esistenti, le persone con disabilità possano richiedere un contributo al comune dove è sito l'immobile. La richiesta di contributi deve essere presentata prima dell'inizio dei lavori. Il contributo viene liquidato dopo l'esecuzione dei lavori e la presentazione del rendiconto delle spese sostenute.
Per approfondimenti:
I contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche