giovedì 13 agosto 2020

Identificato target molecolare coinvolto nello sviluppo della SLA Uno studio, pubblicato su “Nature Communications” e condotto da ricercatori dell’IRCCS San Raffaele (Luca Muzio, Neuroimmunology Unit), dell’Università Statale (Pierfausto Seneci, dipartimento di Chimica) e del CNR (Mario Milani, IBF-CNR) descrive l’identificazione di un nuovo target molecolare coinvolto nello sviluppo della Sclerosi Laterale Amiotrofica e la caratterizzazione di un principio attivo potente e non tossico in modelli animali di SLA.

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Uno studio, pubblicato su “Nature Communications” e condotto da ricercatori dell’IRCCS San Raffaele (Luca Muzio, Neuroimmunology Unit), dell’Università Statale (Pierfausto Seneci, dipartimento di Chimica) e del CNR (Mario Milani, IBF-CNR) descrive l’identificazione di un nuovo target molecolare coinvolto nello sviluppo della Sclerosi Laterale Amiotrofica e la caratterizzazione di un principio attivo potente e non tossico in modelli animali di SLA.La Sclerosi laterale amiotrofica, o SLA, è una malattia invalidante del sistema nervoso che provoca la progressiva perdita di motoneuroni e la conseguente inattività e paralisi della muscolatura volontaria. L’aspettativa di vita media dei pazienti con SLA è fra i 3 e 5 anni dopo la diagnosi. Si cercano farmaci innovativi agenti sulle cause – in parte ignote – della malattia, attraverso la modulazione di bersagli molecolari/target ancora sconosciuti.Il team di ricerca – spiega la Statale di Milano – è riuscito a stabilire una connessione tra SLA e retromero compromesso, complesso proteico che contribuisce allo smistamento e al riciclo di varie proteine, la cui ridotta funzionalità è osservata in pazienti affetti da morbo di Alzheimer e di Parkinson.In particolare, nello studio è stato identificato il composto 2a, uno chaperone farmacologico capace di penetrare la barriera ematoencefalica e di stabilizzare la triade proteica VPS26-29-35 (core recognition complex, CRC), ripristinandone l’attività e accertandone i potenti effetti terapeutici e l’assenza di tossicità in un modello murino di SLA (SOD1-G93A).“Il nostro studio coniuga importanti scoperte di base e prodotti ‘tangibili’, una piccola molecola efficace, non tossica e di facile sintesi – spiega Pierfausto Seneci, docente di Chimica in Statale -. Le risorse biofisiche dell’IBF-CNR, le notevoli risorse bio-farmacologiche del San Raffaele sulla SLA e la nostra competenza in medicinal chemistry hanno reso possibile questo risultato”.Il gruppo di ricerca autore dello studio ha recentemente ottenuto un finanziamento triennale dalla Fondazione AriSLA, attraverso il progetto “Therapeutic effects of retromer stabilization in Amyotrophic Lateral Sclerosis” (TRAILER). “Il progetto TRAILER – conclude il professor Seneci – si pone l’obiettivo di chiarire ulteriormente il ruolo del retromero nella SLA, di caratterizzare il composto 2a in altre patologie influenzate da malfunzionamento del retromero e di identificare, attraverso rational drug design, nuovi e migliori analoghi di 2a, raggiungendo la fase di sperimentazione clinica per uno di essi”.