mercoledì 13 settembre 2017

Creati motoneuroni da cellule della pelle

Scoperto un nuovo modo per trasformare le cellule della pelle direttamente nei neuroni motori. La tecnica, sviluppata da un team di ricercatori americani potrebbe aiutare nella ricerca di malattie come la sclerosi laterale amiotrofica

3 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Trasformare le cellule della pelle direttamente in motoneuroni, ovvero i neuroni capaci di controllare i muscoli e il loro movimento. A riuscirci è stato il team di ricercatori della Washington University School of Medicine a St Louis, che su Cell Stem Cell ha spiegato come la nuova tecnica potrebbe essere un importante passo in avanti nella comprensione e nello sviluppo (finora ostacolato dall’incapacità di ricreare neuroni motori in laboratorio) di nuovi trattamenti per le malattie neuro-degenerative, come la sclerosi laterale amiotrofica e l’atrofia muscolare spinale, che portano a paralisi e a morte precoce.


In altre parole, la nuova tecnica consente di studiare i neuroni motori, finora difficili da analizzare in quanto non possono essere prelevati dai pazienti vivi. Più precisamente, negli esperimenti condotti, il team di ricercatori americani è riuscito a convertire le cellule della pelle di persone tra i 20 e i 60 anni di età direttamente nei neuroni motori, senza passare per lo stato di cellule staminali. In questo modo, vengono ricavati motoneuroni che mantengono l’età delle cellule cutanee originali e, quindi, anche dell’età del paziente. Mantenere l’età cronologica di queste cellule è fondamentale nello studio delle malattie neuro-degenerative che si sviluppano in persone di età diversa e peggiorano con il tempo.

“Andare indietro fino alla fase di cellule staminali è un po’ come demolire una casa e costruirne una nuova”, spiega l’autore dello studio, Andrew S. Yoo. “Quello che abbiamo fatto è più come una sorta di ristrutturazione: abbiamo modificato l’interno, lasciando intatta la struttura originale, che conserva le caratteristiche anagrafiche dei neuroni che vogliamo studiare”.

Per riprogrammare le cellule cutanee in neuroni, i ricercatori hanno esposto le cellule della pelle a segnali molecolari che sono presenti solitamente nel cervello. In sostanza, i ricercatori hanno osservato che l’esposizione a due brevi frammenti di rna ha trasformato le cellule della pelle in neuroni generici. Inoltre, “la nostra ricerca ha rivelato come queste piccole molecole di rna (miR-9 e miR-124) possano interagire con altri segnali cellulari, chiamati fattori di trascrizione, per generare tipi specifici di neuroni, in questo caso neuroni motori”, continua l’autore.

Infatti, dopo molti esperimenti, i ricercatori hanno scoperto che aggiungendo al mix due ulteriori fattori di trascrizione, ovvero ISL1 e LHX3, le cellule cutanee si sono trasformate in motoneuroni del midollo spinale, in circa 30 giorni. Un risultato molto promettente che potrà aiutare a capire meglio le malattie neuro-degenerative e sviluppare nuovi modi per rigenerare gli organi e tessuti danneggiati. Il prossimo passo sarà quello di concentrarsi sui campioni di neuroni donati dai pazienti (dopo la morte) per determinare l’efficacia della nuova tecnica, ovvero in che misura queste cellule riescano a mimare i motoneuroni naturali umani.

Unknown ha detto...

tempi?

Pino Fronzi ha detto...

Ossigenoterapia

Ossigenoterapia
Da molti anni l’Ossigenoterapia a Lungo Termine (OTLT) è una terapia ben definita da protocolli noti, collaudati e riconosciuti dalla comunità scientifica per pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica (IRC), specie se conseguente a broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO).
Il risultato di un’esperienza più che decennale è la messa a disposizione di apparecchiature per l’erogazione dell’ossigeno attraverso diverse modalità.
Apparecchiature per l’erogazione dell’ossigeno

Contenitori di ossigeno liquido medicinale

(farmaco Ossigeno Vivisol, gas medicinale criogenico)
Consentono ampia autonomia per terapie di lunga durata e danno modo al paziente in cura di muoversi al di fuori della propria abitazione, grazie alla possibilità di utilizzo di unità portatili pratiche e capienti.

I sistemi comprendono:

L’unità base, che ha la duplice funzione di erogare ossigeno
allo stato gassoso, per dare modo al paziente di assumere i flussi terapeutici prescritti
allo stato liquido, per il riempimento dell’unità portatile.
L’unità portatile, ricaricabile dall’unità base mediante un pratico e sicuro connettore, è in grado di erogare ossigeno gassoso secondo i flussi prescritti. Il paziente sarà così libero di spostarsi al di fuori della propria abitazione per periodi di tempo necessari allo svolgimento delle attività quotidiane. È disponibile in diversi pesi e misure per venire incontro alle esigenze dei singoli utilizzatori.
Grazie al funzionamento a bassa pressione ed alla particolare conformazione studiata appositamente per favorire la mobilità, i sistemi sono sicuri e di facile utilizzo, al fine di fornire un concreto supporto per il rispetto della terapia da parte del paziente.

Bombole di ossigeno compresso medicinale

(farmaco Ossigeno SOL gas medicinale compresso)
Utili per terapie a breve termine, data la limitata autonomia e l’elevato peso delle bombole. Sono ideali per pazienti che necessitano la somministrazione di ossigeno terapeutico occasionalmente.

Concentratori

Utili per terapie a lungo termine per pazienti allettati o impossibilitati all'attività extradomestica.
Il concentratore tratta l'aria ambiente e, attraverso un processo meccanico e chimico di separazione con setacci molecolari, scinde l’azoto dall’ossigeno, trattenendo il primo e rilasciando ossigeno gassoso. L’energia necessaria per questo processo viene fornita dalla rete elettrica di casa.
L’ossigeno viene assunto dal paziente mediante cannule nasali, maschere, cateteri transtracheali, tutti articoli prodotti in materiale ben tollerato.
Sono forniti anche sistemi di umidificazione differenziati per pazienti ad alto e a basso flusso.
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Se consentito indico il mio parere riguardo alla Cura più efficace della SLA. In attesa della disponibilità delle molto importanti e Nuove Biomolecole di Ossigeno (Nano-Bolle-Rns60) le quali sono attualmente sperimentate per la cura della SLA in alcuni Ospedali Italiani e Ospedali degli Stati Uniti, la Cura Migliore della SLA è quella che utilizza i CONCENTRATORI DI OSSIGENO (come indica il link sopra) i quali, collegati al ventilatore per la insufflazione di Aria, consentono di separare l'AZOTO dall'OSSIGENO, determinando un'aumento stabile della Fondamentale Pressione Parziale di Ossigeno (pO2) Cerebrale e Generale, per merito della quale il Paziente con la Sclerosi Laterale Amiotrofica potrà avere delle Migliori Condizioni Fisiche.
Un Saluto ai Componenti del Forum Unirsi Contro la SLA
Pino