giovedì 3 novembre 2016

I ricercatori modenesi testeranno sugli uomini il nuovo farmaco contro la SLA

Mandrioli, in collaborazione con 7 centri di ricerca, sta sperimentando una nuova terapia a base di Rapamicina, un farmaco immunosoppressore.
Ancora non è testata sull'uomo - sugli animali funziona -





6 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Negli ultimi anni sono stati ipotizzati diversi possibili meccanismi patogenetici per la SLA,
tra i quali l’accumulo di proteine alterate all’interno dei neuroni e le disfunzioni della
risposta immunitaria, la quale assume caratteristiche neurotossiche anziché protettive.
In modelli cellulari e animali la Rapamicina si è rivelata in grado di promuovere la
rimozione delle proteine alterate e di agire sopprimendo la risposta infiammatoria
neurotossica. La Rapamicina non è mai stata testata in pazienti SLA e non è stata mai
verificata la sua capacità di raggiungere il Sistema Nervoso Centrale, né il dosaggio
migliore a fini terapeutici.
Lo scopo principale di questo studio clinico è quello di verificare che la Rapamicina sia in
grado di modificare l’espressione di alcuni marcatori biologici di infiammazione in
pazienti affetti da SLA trattati con il farmaco, rispetto a pazienti trattati con placebo.
Inoltre sarà valutata la sicurezza e la tollerabilità della Rapamicina in pazienti SLA, sarà
determinata la dose minima di farmaco necessaria perché attraversi la barriera ematoencefalica
ed entri nel Sistema Nervoso Centrale e saranno valutati alcuni marcatori di
infiammazione e di risposta immunitaria.
Lo studio proposto è un trial di fase II randomizzato, in doppio-cieco, controllato con
placebo, multicentrico, che prevede l’arruolamento di 63 pazienti SLA in otto Centri
Italiani. I soggetti arruolati saranno suddivisi in 3 gruppi, trattati con 2 diverse dosi di
farmaco. Il trattamento durerà 18 settimane ed il follow-up post-trattamento sarà di 36
settimane.
Questo studio potrebbe fornire in tempi brevi informazioni rilevanti circa la sicurezza e
la tollerabilità del farmaco per poter eventualmente sviluppare futuri studi clinici che
verifichino l’efficacia del trattamento nei pazienti con SLA. La sperimentazione potrà
inoltre fornire importanti indicazioni circa il ruolo dell’autofagia e del sistema
immunitario nella patogenesi della malattia.

Fabio e Fabrizio ha detto...


Che cos'è Rapamune?

Rapamune è un medicinale contenente il principio attivo sirolimus, disponibile in soluzione orale (1 mg/ml) e in compresse triangolari (bianche: 1 mg; gialle: 2 mg).

Per che cosa si usa Rapamune?

Rapamune si usa nella prevenzione del rigetto da trapianto del rene nei pazienti adulti, con rischio di rigetto basso o moderato. L'uso di Rapamune è raccomandato in associazione a ciclosporina e corticosteroidi (altri farmaci anti rigetto) per un periodo di 2-3 mesi. Trascorso questo lasso di tempo, Rapamune può essere usato nella terapia di mantenimento in associazione a corticosteroidi, ma solo a condizione di poter interrompere il trattamento con ciclosporina.
Il medicinale può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica.

Come si usa Rapamune?

Il trattamento con Rapamune deve essere avviato e successivamente gestito da un medico specializzato in trapianti.
Rapamune va somministrato con una dose iniziale di 6 mg non appena possibile dopo il trapianto, seguita da 2 mg una volta al giorno per 2-3 mesi. È necessario monitorare i livelli di sirolimus nel sangue del paziente, adattando la dose in modo da ottenere livelli adeguati (da 4 a 12 ng/ml). Rapamune va assunto quattro ore dopo ogni dose di ciclosporina. L'assunzione di Rapamune deve essere regolare, con o senza cibo.
Trascorso tale periodo, Rapamune può essere usato come "terapia di mantenimento" nei pazienti che possono sospendere la ciclosporina. In questi casi la dose di ciclosporina va eliminata progressivamente nell'arco di 4-8 settimane, mentre la dose di Rapamune aumentata fino a ottenere livelli ematici di sirolimus di circa 12-20 ng/ml. In media la dose di Rapamune è quadruplicata.
Le informazioni disponibili sulla sicurezza ed efficacia di Rapamune nei pazienti di età inferiore ai 18 anni non sono sufficienti per poter raccomandare il medicinale in questa fascia di età.

Come agisce Rapamune?

Il principio attivo contenuto in Rapamune è il sirolimus, un agente immunosoppressore che agisce inibendo una particolare proteina detta "bersaglio della rapamicina specifico per i mammiferi" (mTOR). Una volta all'interno dell'organismo, il sirolimus si lega a una proteina presente nelle cellule e produce un "complesso" che blocca la mTOR. Dato che la mTOR è implicata nella moltiplicazione
dei linfociti T attivati (globuli bianchi responsabili dell'attacco all'organo trapiantato), Rapamune riduce il numero di questi globuli, quindi il rischio di rigetto.

Quali studi sono stati effettuati su Rapamune?

Rapamune è stato oggetto di due studi principali su un totale di 1 295 pazienti sottoposti a trapianto di rene, con rischio di rigetto da basso a moderato. Il primo studio (719 pazienti) ha posto a confronto una dose di Rapamune in soluzione orale con azatioprina (altro medicinale anti rigetto), mentre il secondo studio (576 pazienti) ha confrontato una dose di Rapamune in soluzione orale con un placebo (trattamento fittizio).

Fabio e Fabrizio ha detto...


Quali benefici ha mostrato Rapamune nel corso degli studi?

Rapamune si è rivelato più efficace del placebo e altrettanto efficace dell'azatioprina nell'uso combinato con ciclosporina e corticosteroidi. Nel primo studio, il 19% dei pazienti per i quali era stata aggiunta la dose approvata di Rapamune hanno fallito il trattamento dopo sei mesi (53 su 284), rispetto al 32% di quei pazienti per i quali era stata aggiunta l'azatioprina (52 su 161). Nel secondo studio la percentuale di insuccesso è risultata minore tra i pazienti in cui era stato aggiunto Rapamune (30%; 68 su 277) rispetto ai pazienti in cui era stato aggiunto il placebo (48%, 62 su 130).
Gli studi sull'uso come terapia di mantenimento hanno mostrato che la cura di lungo periodo con Rapamune è efficace nel contribuire alla sopravvivenza del nuovo rene, con un miglioramento della sua funzionalità e della pressione sanguigna, dopo la sospensione della ciclosporina.
L'altro studio ha mostrato che la soluzione orale e le compresse hanno pari efficacia nella prevenzione del rigetto.

Qual è il rischio associato a Rapamune?

Gli effetti indesiderati più comuni associati a Rapamune (osservati in oltre 1 paziente su 10) sono infezione del tratto urinario (gli organi attraverso i quali fluisce l'urina), trombocitopenia (basso numero di piastrine), anemia (basso numero di globuli rossi), ipopotassiemia (bassi livelli di potassio nel sangue), ipofosfatemia (bassi livelli di fosfati nel sangue), ipercolesterolemia (livelli elevati di colesterolo nel sangue), iperglicemia (livelli elevati di zucchero nel sangue), ipertrigliceridemia (livelli elevati nel sangue di trigliceridi, un tipo di grasso), mal di testa, linfocele (accumulo di liquidi attorno al rene), ipertensione (pressione sanguigna elevata), dolore addominale, diarrea, stitichezza, nausea, acne (brufoli), artralgia (dolori articolari), edema periferico (gonfiore, di solito alle gambe), piressia (febbre), dolori, aumento della lattatodeidrogenasi nel sangue (indice della distruzione dei tessuti) e aumento dei livelli ematici di creatinina (un marcatore di problemi renali). Riducendo l'attività del sistema immunitario, Rapamune può inoltre far aumentare il rischio di cancro, in particolare di linfomi e cancro della pelle. Per l'elenco completo degli effetti indesiderati rilevati con Rapamune, si rimanda al foglio illustrativo.
Rapamune non deve essere somministrato ai pazienti che potrebbero essere ipersensibili (allergici) al sirolimus o a uno qualsiasi degli altri componenti.
Si raccomanda cautela nella somministrazione di Rapamune in concomitanza con altri medicinali. Per ulteriori informazioni, si rimanda al foglio illustrativo

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmaci/rapamune.html

Fabio e Fabrizio ha detto...


Perché è stato approvato Rapamune?

Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) ha deciso che i benefici associati a Rapamune sono maggiori dei rischi nella prevenzione del rigetto di organo nei pazienti adulti sottoposti a trapianto renale e con rischio immunologico da basso a moderato e, pertanto, ha raccomandato il rilascio dell'autorizzazione all'immissione in commercio per Rapamune.

Altre informazioni su Rapamune:

Il 14 marzo 2001 la Commissione europea ha rilasciato alla Wyeth Europa Ltd. un'autorizzazione all'immissione in commercio per Rapamune, valida in tutta l'Unione europea. L'autorizzazione all'immissione in commercio è stata rinnovata il 14 marzo 2006.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmaci/rapamune.html

Fabio e Fabrizio ha detto...

Il Sirolimus è un antibiotico macrolide scoperto come prodotto di un batterio (Streptomyces hygroscopicus) in un campione di terreno proveniente da Rapa Nui (isola di Pasqua), e per questo motivo è anche chiamato Rapamicina. La rapamicina nei mammiferi ha come bersaglio una serina treonina chinasi (mTOR, mammalian Target Of Rapamycin) che regola la crescita, la proliferazione, la motilità e la sopravvivenza delle cellule. Diversi nuovi farmaci antitumorali sono mirati ad inibire questo enzima.

Nonostante il nome simile, il Sirolimus non è un inibitore della calcineurina come il tacrolimus o la ciclosporina. Ha, però, effetti simili sul sistema immunitario.

Fabio e Fabrizio ha detto...

Recentemente si è appreso che la rapamicina è in grado di aumentare l'aspettativa di vita nei topi da laboratorio[2][3] e dunque i suoi effetti antiproliferativi potrebbero avere un ruolo anche nella cura del cancro. In particolare da uno studio pubblicato su Stem Cell Reviews and Reports nel 2012[4] è emerso che l'esposizione delle SSCs di topo alla rapamicina (capace di inibire il differenziamento cellulare e promuovere l'auto-rinnovamento delle cellule staminali) determina valori di espressione genica delle deacetilasi istoniche opposti rispetto a quelli visti nel differenziamento e nell'invecchiamento. Il lavoro è stato condotto su esemplari di topo maschi sottoposti ad iniezioni intraperitoneali giornaliere di rapamicina per due settimane.