lunedì 5 settembre 2016


Il gruppo di studio della professoressa Serena Carra del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell’Università degli Studi di Modena ha individuato un complesso proteico (l’HSPB8-BAG3- HSP70) che contribuisce a rallentare il decorso di patologie come la Sclerosi Laterale Amiotrofica.


1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...


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MODENA. Un altro passo avanti nella lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica, meglio conosciuta come Sla. Un passo avanti iniziato proprio a Modena. Il gruppo di studio della professoressa Serena Carra del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell’Università degli Studi di Modena ha individuato un complesso proteico (l’HSPB8-BAG3- HSP70) che contribuisce a rallentare il decorso di patologie come la Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Le sperimentazioni sono state effettuate su modelli cellulari e su modelli animali di Drosophila Melanogaster - il moscerino della frutta - e costituiscono un promettente punto di partenza per ipotizzare una terapia sull’uomo. I risultati raggiunti sono stati pubblicati da due prestigiose riviste internazionali: Molecular Cell e Human Molecular Genetics. La ricerca è stata finanziata in buona parte con i fondi raccolti da Aisla, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, grazie all’Ice Bucket Challenge, nel 2014. Due anni fa, Aisla, infatti, ha ricevuto 2,4 milioni di euro di donazioni. Di questi 1,4 milioni sono stati devoluti ad AriSLA, Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che, grazie a questa cifra, ha potuto finanziare 15 progetti di ricerca, tra cui quello della dottoressa Carra.

La Sla è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose cerebrali e quelle del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. Come altre malattie neurodegenerative, può essere causata dall’accumulo nelle cellule di complessi RNA-proteine anomali che alterano le normali attività cellulari e determinano col tempo un deficit della funzionalità del sistema nervoso centrale.

Il complesso proteico individuato dal gruppo della professoressa Serena Carra è in grado di favorire il mantenimento della corretta funzionalità e vitalità cellulare; la regolazione di queste proteine potrebbe contribuire a rallentare il decorso di patologie come la Sclerosi Laterale Amiotrofica, caratterizzate dall’accumulo di aggregati di proteine-RNA. Un’ipotesi confermata da un altro recente lavoro che ha visto anche la collaborazione del prof. Angelo Poletti, dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari.

Spiega la professoressa Serena Carra: «Queste due pubblicazioni sono il frutto di più di due anni di duro lavoro che ha visto coinvolti eccellenti collaboratori italiani, fra cui il Prof. Angelo Poletti dell’Università degli Studi di Milano e stranieri, in primis il Prof. Simon Alberti del Max Plank Institute di Dresda, numerosi giovani studenti
e ricercatori che hanno lavorato sotto la mia stretta supervisione - commenta la prof. Carra - Questi successi scientifici sono un segno di speranza non solo per i pazienti afflitti da queste patologie e per le loro famiglie, ma anche per i giovani ricercatori che hanno collaborato con me».