martedì 19 aprile 2016

Lo sciroppo d'acero contro la Sla, 

la scoperta di 2 studentesse

Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori canadesi a partire dall'intuizione di due studentesse dell'università di Montreal, intenzionate a verificare i vantaggi del prodotto naturale.

 Il lavoro è pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry. 

Le due giovani studiose, Catherine Aaron e Gabrielle Beaudry, hanno cominciato a lavorare alla ricerca - in occasione di un concorso di biologia per il liceo - a 17 anni, seguite poi dal ricercatore Alex Parker che, in uno studio precedente su un verme da Nobel (C. elegans).

 

2 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Lo sciroppo d'acero potrebbe essere d'aiuto nella prevenzione della sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori canadesi a partire dall'intuizione di due studentesse dell'università di Montreal, intenzionate a verificare i vantaggi del prodotto naturale. Il lavoro è pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.

Le due giovani studiose, Catherine Aaron e Gabrielle Beaudry, hanno cominciato a lavorare alla ricerca - in occasione di un concorso di biologia per il liceo - a 17 anni, seguite poi dal ricercatore Alex Parker che, in uno studio precedente su un verme da Nobel (C. elegans), aveva osservato gli effetti positivi dello zucchero. L'idea proposta dalle studentesse è stata quella di testare questo zucchero naturale su esemplari modificati geneticamente. In questi esemplari infatti a 12 giorni di vita (età adulta di questo verme, che vive tre settimane), i motoneuroni degli animali mostravano disfunzioni e, dopo 2 giorni, il 50% rimaneva paralizzato. Con una dieta contenente il 4% di sciroppo d'acero le paralisi però si riducevano del 17%.

Fabio e Fabrizio ha detto...

Il prossimo obiettivo dei ricercatori è ora quello di sviluppare un concentrato di antiossidanti presenti nello sciroppo d'acero, in modo da garantire i risultati protettivi senza la 'controindicazione' dell'alto contenuto di zucchero che, nell'uomo, può portare allo sviluppo di malattie come diabete e obesità.