Scoperta base comune per malattie neurodegenerative
Neurologi italiani nel team della vasta ricerca internazionale che identifica
nelle varianti rare del gene TREM2 un importante fattore di rischio per la malattia
di Alzheimer e per altre malattie neurodegenerative (malattia di Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Demenza Frontotemporale)
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Milano, 12 maggio 2015 – Si fa strada l’evidenza scientifica che le più gravi e invalidanti malattie neurodegenrative abbiano una base genetica comune. Le più rilevanti malattie neurodegenerative che affliggono la popolazione mondiale, quali la malattia di Alzheimer (AD), la malattia di Parkinson (PD), la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e la demenza frontotemporale (FTD) appaiono causate, secondo le più moderne prospettive dalla ricerca, non da mutazioni di un singolo gene causale ma, più probabilmente, da una complessa interazione tra geni diversi e fattori ambientali. La ricerca neurogenetica si è pertanto orientata all’ identificazione di varianti genetiche a largo effetto: variazioni del gene TREM2 sono state precedentemente associate ad un rischio di 3-5 volte superiore per lo sviluppo di AD, ma potenzialmente anche di PD, SLA, e FTD.
Uno sforzo Europeo congiunto, a cui l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano ha partecipato nelle persone del neurologo Vincenzo Silani e della genetista Isabella Fogh, ora presso il King’s College di Londra, ha permesso una vasta metanalisi su circa 20.000 pazienti, confermando una selettiva associazione tra le variazioni del gene TREM2 e AD, con un rischio incrementato di contrarre malattia di 2.7 volte. Inoltre, una possibile correlazione è stata definita con i livelli della proteina tau rilevati nel liquor dei pazienti AD analizzati e le variazioni del gene TREM2, a dimostrazione della possibile interazione con gli accumuli di tau che caratterizzano appunto i neuroni dei pazienti affetti da AD.
La pubblicazione, che appare sull’ultimo numero della prestigiosa rivista Alzheimer’s and Dementia, rappresenta un contributo di rilevanza mondiale alla ulteriore definizione dei fattori di rischio per lo sviluppo di AD.
Il vasto scenario delle malattie meurodegenerative analizzate sottolinea anche un nuovo aspetto per cui l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e il Dipartimento di neuroscienze diretto da Vincenzo Silani, Docente della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano, rappresentano un riferimento all’avanguardia a livello internazionale:
«I meccanismi alla base della neuro degenerazione – spiega Vincenzo Silani – appaiono oggi accomunare le diverse patologie, come dimostrato esaurientemente dalla presenza, per esempio, di geni comuni responsabili di forme familiari sia di SLA e FTD. In una più moderna visione, ampie casistiche di pazienti affetti da diverse malattie neurodegenerative necessitano di essere congiuntamente analizzati nell’ambito di ampi consorzi scientifici per verificare il ruolo di specifiche varianti genetiche».
A questo proposito, Vincenzo Silani ha fondato e dirige il Consorzio SLAGEN Italiano, costituito da sei Centri Universitari e IRCCS, che opera nella raccolta di ampie casistiche in un comune sforzo di sinergia scientifico-tecnologica. L’IRCCS Istituto Auxologico con il Dipartimento di Neuroscienze è attivamente impegnato alla definizione dei processi patogenetici di diverse malattie neurodegenerative accomunate non solo nella possibile patogenesi ma, purtroppo, anche dalla mancanza di terapia. Il Prof. Vincenzo Silani dirige una vasta squadra di clinici e ricercatori di base che in uno sforzo translazionale di tradurre rapidamente dal paziente al Laboratorio e viceversa i più moderni approcci diagnostico-terapeutici ha raggiunto ragguardevoli successi.
SLA, ALzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla, tutte queste e altre malattie neurodegenerative hanno una causa in comune, la CARENZA DI OSSIGENO DISCIOLTO PARAMAGNETICO nel Flusso di Sangue al Cervello.
Appare chiaro che, per una cura risolutiva di queste malattie è necessario INCREMENTARE la pO2 arteriosa Cerebrale e Generale, la quale aumenta con la Terapia che consiste nella Ventilazione a Pressione Positiva d'Aria per vie aeree, utilizzando quotidianamente la macchina ventilatrice C-Pap, oppure con altre terapie che aumentano stabilmente l'Ossigenazione al Cervello.
Dopo alcuni mesi di queste regolari terapie aumentano consistentemente i livelli di Ossigeno Disciolto Paramagnetico nel Flusso Cerebrale e in tutto il corpo, determinando quell'aumento di energia elettrochimica dovuta al paramagnetismo dell'O2 irradiato nel sangue, beneficiando in questo modo la Persona della Crescita di Nuove Cellule del Cervello, per merito delle quali si otterrà la regressione progressiva delle malattie neurodegenerative sopra citate.
Lo studio del paramagnetismo dell'ossigeno disciolto nel sangue non è ancora stato svolto da nessun ricercatore o medico, soprattutto la FISIOLOGIA MEDICA, i FISIOLOGI devono capire la funzionalità dell'O2 paramagnetico nel sangue, perchè fino a quando questo studio non sarà svolto non si capiranno mai le cause delle malattie neurologiche e altre malattie degenerative.
Tutte le alterazioni o mutazioni genetiche che si riscontrano nelle malattie neurologiche e altre malattie, sono la conseguenza della CARENZA di ossigeno disciolto paramagnetico nel flusso Cerebrale e in tutto il Corpo.
Sono perfettamente consapevole di quanto scrivo, e sono pronto a dimostrarlo a qualsiasi Autorità o Commissione Medica.
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