mercoledì 17 luglio 2013

Un enzima per riparare il Dna e combattere Sla e Alzheimer

I neuroscienziati del MIT di Boston hanno scoperto il suolo della Sirtuina 1 nel limitare i danni al genoma di chi è colpito da malattie neurodegenerative


1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

I meccanismi precisi che collegano il danno al DNA con le malattie neurodegenerative non sono ancora stati spiegati del tutto, ma studi recenti suggeriscono che in malattie come l'Alzheimer e la Sclerosi laterale amiotrofica il danno al materiale genetico sia elevato. Ora una ricerca guidata da un team di neuroscienziati del MIT, e pubblicata su Nature Neuroscience, ha forse scoperto il modo per mitigare i danni cellulari in chi soffre di queste malattie.

I neuroni si formano nei primi anni dello sviluppo e creano un patrimonio che non viene più arricchito per il resto della vita. Devono perciò mantenere un genoma stabile per periodi di tempo molto lunghi. Diversamente da altre cellule del nostro corpo, infatti, i neuroni nei mammiferi adulti non si dividono, quindi i loro difetti non possono essere riparati facendo copie del DNA esistente. Ecco allora che la rottura della doppia elica del DNA, che dà luogo a quella che viene definita instabilità genomica, fa danni che non sono riparabili. A questo è dovuto in pratica il declino cognitivo che si osserva nel cervello umano con l'invecchiamento.

Ma sui topi i ricercatori del MIT hanno verificato che l'attivazione di un particolare enzima, la Sirtuina 1 (SIRT1) può riparare il DNA danneggiato. Può quindi esserci un potenziale terapeutico per farmaci che attivino SIRT1 di mitigare i danni cellulari associati alle malattie neurodegenerative. Poiché le sirtuine sono enzimi di cui si conosce la capacità di proteggere dalla morte cellulare, gli autori dell'articolo hanno esaminato i meccanismi molecolari alla base della loro azione. Hanno così scoperto che senza SIRT1 i neuroni non possono riparare il danno al DNA indotto da sostanze chimiche tossiche. Il trattamento dei topi con malattia di Alzheimer con un attivatore di SIRT1 ha dimostrato invece di riuscire a proteggere i neuroni da ulteriori danni al codice genetico.