giovedì 15 novembre 2012

L’Italia vieta la cannabis ai malati

La deputata radicale Rita Bernardini nel corso della manifestazione “Cannabis: Italia chiama Usa” che si è tenuta ieri in piazza Montecitorio ...
mentre regala mariuana ai malati...

2 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

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“Preferiscono che i malati si procurino la cannabis terapeutica attraverso il mercato illegale piuttosto che consentire l’autocoltivazione”, spiega la deputata radicale Rita Bernardini nel corso della manifestazione “Cannabis: Italia chiama Usa” che si è tenuta ieri in piazza Montecitorio (qui audiovideo completo a cura di RadioRadicale)

La deputata Radicale, che da mesi conduce un’azione di disobbedienza civile coltivando la piantina proibita sul suo terrazzo, ha distribuito cime di pianta di marijuana ad alcuni malati di sla in carrozzella. A ben vedere, la famigerata legge Fini – Giovanardi, quella in forza della quale si trovano dietro le sbarre oltre il 30 percento dei detenuti nei penitenziari italiani, consente l’uso terapeutico della cannabis; nella realtà però l’accesso e la commercializzazione dei farmaci cannabinoidi sono a dir poco complicati. Una casualità o una precisa scelta politica?

Nonostante la richiesta a gran voce dell’intervento delle forze dell’ordine da parte della Bernardini, si sono attese alcune ore prima che i carabinieri intervenissero per sequestrare circa 600 grammi di marijuana. Per un tale quantitativo, a norma di legge, avrebbero dovuto provvedere persino all’arresto in flagranza della parlamentare (che per un tale delitto non gode di alcuna immunità), cosa che invece non hanno fatto. La legge, come di consueto, si piega ad esigenze superiori: meglio evitare il baccano mediatico.

In Italia di certe cose meno si parla e meglio è. Negli Stati Uniti invece l’uso della cannabis, non solo a scopo terapeutico, è stato legalizzato per via referendaria in alcuni Stati in concomitanza con le ultime elezioni presidenziali.
Nel Belpaese poco importa se a migliaia di malati viene praticamente impedito di esercitare un diritto, che pure la legge loro riconosce; poco importa se l’unico effetto delle proibizioni e degli impedimenti burocratici è l’arricchimento delle narcomafie; poco importa se la mozione di Rita Bernardini l’hanno sottoscritta parlamentari di tutti gli schieramenti (esclusi, neanche a dirlo, Idv e Lega). Ah, per quel che vale, la mozione l’ha sottoscritta pure Umberto Scapagnini, il medico di Silvio Berlusconi.

Anonimo ha detto...

Ieri alcune associazioni di malati Sla e Sclerosi Multipla hanno manifestato di fronte a Montecitorio chiedendo la liberalizzazione della cannabis per fini terapeutici. Durante il presidio la deputata radicale Rita Bernardini ha ceduto oltre mezzo chilo di marijuana ai pazienti affetti dalla malattia e ai loro parenti. Un'iniziativa “estrema” ritenuta indispensabile per sensibilizzare Palazzo Chigi e i massimi responsabili del Servizio sanitario nazionale.

Numerosi studi internazionali hanno ormai appurato l'importanza di questi farmaci per le persone affette da Sla e per quelle colpite da sclerosi multipla, un bacino di utenti che in Italia arriva a sfiorare le sessantacinquemila unità. In molti casi i principi attivi estratti dalla pianta sono una salvezza contro i dolori e le difficoltà respiratorie. Mina Welby, presente alla manifestazione, ha spiegato come i cannabinoidi possano persino ritardare la tracheotomia e le altre procedure per preservare la ventilazione del paziente. Uno dei malati di sclerosi multipla aderenti all'iniziativa, Cristian Barbato, ha raccontato la sua personale esperienza. Nonostante l'acquisto di semi e la semina per uso personale all'interno del proprio domicilio è stato trattato come un criminale dai Carabinieri piombati all'interno della sua abitazione con un mandato di perquisizione. Un mese fa, Rita Bernardini ha depositato una mozione firmata da deputati di tutti gli schieramenti per chiedere l'accesso ai farmaci a base del principio della marijuana, il tetraidrocannabinolo (Thc).
Tra le firme spicca quella di Umberto Scapagnini, iscritto al gruppo del Pdl e medico personale di Silvio Berlusconi e si segnalano quelle di Gianfranco Paglia (Fli), ufficiale della “Folgore” costretto su una sedia a rotelle dopo un attentato subito in Somalia durante la missione Onu e dell'ex radicale del Pd Roberto Giachetti.
“Diverse Regioni – spiga Filomena Gallo, segretario dell'associazione Luca Coscioni – stanno legiferando in materia, e alcune, come la Toscana, hanno già una legge in vigore”. Anche il Veneto ha già adottato dei provvedimenti in materia, così come la Liguria, anche se il governo ha di recente impugnato di fronte alla Corte costituzionale la normativa della Regione perché ha invaso campi riservati allo Stato. Le norme di diritto penale ricadono infatti nella competenza esclusiva del legislatore statale. La battaglia di Radicali italiani si inserisce poi nella campagna contro il sovraffollamento delle carceri italiane. I pannelliani ritengono infatti che una depenalizzazione dei reati connessi all'utilizzo ed allo spaccio di droghe leggere abbia un sicuro effetto deflattivo sul sistema penitenziario. L'evento è stato accolto con freddezza dai settori più “conservatori” della politica italiana.