giovedì 8 novembre 2012
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SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: ...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
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Il giornalista della Rai di Milano, Andrea Riscassi, ha pubblicato sul suo blog andreariscassi.wordpress.com la lettera-testamento di Ezio Trussoni, il giornalista aostano morto oggi dopo una lunga lotta contro la Sla. "Non l’ha potuta leggere lui perché la voce se ne era andata prima di lui", scrive Riscassi. Ne riproduciamo il contenuto:
Io sono una persona fortunata, nella mia vita sono riuscito a fare sempre ciò che desideravo.
Nel 1974 fondai un istituto di ricerca storica, dal 1900 al 25 aprile 1945. Negli anni dell’università, a Torino, avevo frequentato il centro Piero Gobetti. Loro mi dissero che avevano molta documentazione storica sulla Valle d’Aosta e che me l'avrebbero consegnato se fondavo un centro di ricerca nella mia regione.
Finita l’università radunai un gruppo di persone, politicamente trasversale, e lanciai il progetto tutti furono entusiasti. Riuscii a far approvare una legge regionale che finanziava l’istituto storico della resistenza in Valle d’Aosta.
L’assessorato alla pubblica istruzione concesse il distacco di due insegnanti impegnati nella ricerca storica. Io ero il Direttore dell’istituto.
Il centro di ricerca è ancora attivo e pubblica molti libri.
Nel 1978, nasce la Terza Rete e fece in ogni regione un concorso per Programmisti-registi. Io lo feci ad Aosta, lo vinsi insieme a due colleghi romani e uno torinese. Mi dimisi da direttore dell’Istituto storico.
Appena partì la Terza rete ci divertimmo a realizzare documentari, reportage e inchieste con il taglio regionale.
Nel 1980 il Professore Rossini, Direttore di Rete, mi chiamo a Roma per realizzare un programma sugli eventi: festival cinema, carnevale di Venezia, la moda di Milano, ecc. Io mi occupai prevalentemente del nord.
Furono anni stimolanti, sempre in giro a fare spettacolo. Per me che venivo dalla più piccola regione d’Italia era un opportunità straordinaria.
Nel 1983, il Direttore di Rete, Rossini, mi chiamò e disse che dovevo andare in Sardegna per fare l’aiuto regista di Gavino Ledda. Il film si chiamava Ybris, in pratica rimasi in Sardegna quasi un anno. Il film nel 1984 venne presentato al Festival del cinema di Venezia. Non vinse, ma cosa pretendere di più.
Poi feci la regia di un paio di telefilm.
Nell’autunno del 1984 Vittorio Corona, direttore delle riviste MODA e KING della Nuova-Eri , venne chiamato dalla RETE DUE per realizzare un programma televisivo dedicato alla moda. Corona disse che conosceva un solo regista Rai, Ezio Trussoni.
Dalla rete tre passai alla rete due, da Roma venni trasferito a Milano. Fu avventura straordinaria. Vittorio Corona era geniale, non aveva mai fatto televisione, ma era in grado di inventarsi storie, personaggi ma soprattutto la post produzione, Italo Clerici responsabile del settore ci diede la massima collaborazione.
In una puntata dedicata agli esordienti lanciammo due ragazzi appena arrivati dal sud
Domenico Dolce e Stefano Gabbana che poi hanno avuto un grande successo.
..................... continua...
.......
Moda fu una trasmissione fortemente innovativa ed ebbe il consenso del pubblico e della critica, anche grazie ai video di moda realizzati dai giovani registi milanesi che poi hanno avuto successo nel cinema.
Furono tre anni straordinari, poi venne la proposta di passare al Telegiornale, il capo struttura di Rai Due, Leonardo Valente, cercava di dissuadermi, ma io come avevo sempre fatto nella via vita affrontai l’avventura. Feci l’esami da professionista e entrai in redazione. Alcuni anni dopo rincontrai Leonardo Valente, era il Direttore della TGR. Lui affidò un nuovo programma a un gruppo composto da Piera Rolandi, Giancarlo Gioielli e io.
Una trasmissione che è andata avanti per molti anni, sempre di grande livello.
In redazione condussi i TG, feci anche molta carriera nel 1998 venni nominato Capo redattore centrale.
Nel 2001 mi cercò Massimo Donelli, attuale Direttore di Canale 5, per un progetto del Sole 24 ore. L’editore voleva fare un canale televisivo economico. Non seppi resistere, con Donelli avevo lavorato ai tempi MODA. Mi dimisi dalla RAI e entrai nel gruppo Sole 24 Ore.
Con una quindicina di giovani giornalisti realizzammo una televisione all news. Una esperienza che non avevo mai fatto.
11 settembre ci colse mentre eravamo in onda, quelle immagini ci fecero cambiare programma per tutto il giorno e per quello successivo vennero dedicati a questa grande tragedia. Questo materiale divenne una videocassetta allagata a Panorama.
La crisi delle new economy fu devastante per la televisione del Sole. Dopo tre anni
Dopo un paio d’anni l’Editore decise di chiudere la TV. Ci proposero il a Radio 24 , all’agenzia Radiocor o al quotidiano.
In quel periodo ripresi i contatti con la Rai, mi proposero di tornare alla TGR come caporedattore centrale. Lo dissi a Ferruccio De Bortoli, Direttore del Sole, mi propose di fare il vicedirettore della radio. Io risposi che la mia formazione era televisiva.
Il ritorno in Rai fu molto positivo, anche io ero cambiato.
Sono stati anni molto stimolanti con i telegiornali e le rubriche. Poi Buongiorno Regione e Buongiorno Italia con un gruppo di giovani giornalisti entusiasti e bravi.
Io devo essere sincero la RAI è stata l’azienda che mi ha formato, devo tutto alla Rai.
Ringrazio il Direttore Maccari e Alessandro Casarin che mi hanno dato fiducia.
Anche adesso quando in questo palazzo sono felice.
Purtroppo da un paio di anni sto lottando contro una grava malattia che per ora non ha i farmaci per la cura. Si tratta della SLA la sclerosi laterale amiotrofica. Una malattia colpisce il sistema muscolare. Da quattro mesi non mangio con la bocca.
Per questo ho assunto privatamente Allan che mi aiuta nell’alimentazione e mi accompagna. L’Azienda mi ha concesso di farlo entrare e io lavoro come prima per parlare uso l’Ipad.
Il mio carattere di dice di lottare contro la malattia e lo farò sicuramente. La mia famiglia mi aiuta molto.
E lo ripeto qui in mezzo a voi sono felice.
Ezio Trussoni
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