lunedì 11 giugno 2012

Malata di Sla torturata dalla figlia
scrive su Facebook:«Mi strappa la maschera ad ossigeno»

2 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

RICCIONE. Maltrattava la mamma, malata terminale di Sla, per motivi economici: non le bastavano i mille euro al mese di 'paghettà ed è stata allontanata da casa dai carabinieri di Riccione. La ragazza, 22 anni, è stata raggiunta da un provvedimento cautelare personale, firmato dal gip del tribunale di Rimini, che di fatto ne ordina l'allontanamento dalla madre a causa dei «ripetuti maltrattamenti, - scrive il giudice - ad un comportamento aggressivo: la colpiva con schiaffi, graffi, gettandole contro una bottiglia di plastica piena e arrivando a toglierle la maschera dell'ossigeno».

La mamma, 54 anni, inferma in un letto da 5 anni, incapace di muoversi e di parlare e che per comunicare con l'esterno usa un computer, è affetta dalla Sla da 9 anni, ha chiesto aiuto più di una volta attraverso posta elettronica e facebook.

Una situazione di disagio familiare conosciuta anche dai servizi sociali e dalle badanti che nel corso degli anni si sono occupate della 54enne. I dissidi tra madre e figlia, iniziati perchè la giovane pretendeva una «paghetta» superiore ai mille euro che la mamma le versava ogni mese, erano diventati più cruenti da quando la donna aveva inviato un messaggio al fidanzato della ragazza nel quale si diceva contrariata dal fatto che i due passassero la notte insieme.

I carabinieri erano già intervenuti un paio di volte per litigi in famiglia e avevano avuto il sentore che qualcosa non andasse. L'episodio più grave, quello che poi ha generato la denuncia nei confronti della ragazza, risale al 25 maggio, quando la zia della ragazza l'aveva sorpresa a togliere il respiratore alla madre. I carabinieri poi avevano anche ascoltato la badante attuale e quella precedente che hanno confermato gli episodi di maltrattamento. La 22enne è stata quindi allontanata e ora vive a casa del fidanzato.

Anonimo ha detto...

Non ci sono parole!!! Mi auguro solo che la figlia un giorno non sentirà il peso di quello che ha fatto.