mercoledì 10 dicembre 2008


Lotta alla Sla,

appello di Albertini ai calciatori

"Aprite gli spogliatoi, contribuite alla ricerca"

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2 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Milano - Gli scienziati vanno avanti nella ricerca ma ancora non se ne conoscono le cause. La sclerosi laterale amiotrofica (Sla), il terribile morbo di Lou Gehrig - dal nome del giocatore americano di baseball che ne fu la prima vittima accertata - colpisce irrimediabilmente il sistema nervoso e in particolare i neuroni che incidono sui movimenti del corpo. Lentamente si porta via i malati, lasciandoli lucidi nella mente sino alla fine. Il mondo del calcio ha una paura terribile perché, negli ultimi anni, sono stati molti i giocatori che si sono ammalati di Sla. L'ultimo di cui si è parlato è Stefano Borgonovo, ex centravanti della Fiorentina e del Milan oltre che della nazionale. Qualche settimana fa ha fatto sapere di essere malato rilasciando un'intervista a un giornale. Poi ha dato vita a una fondazione che raccoglie fondi per la ricerca. I suoi ex compagni si sono stretti intorno a lui tra lacrime, sorrisi e sospiri. Qualche anno fa se n'era andato Gianluca Signorini, storico "libero" del Genoa che si impose sul Liverpool in Coppa Uefa nel 1992. Certo, la Sla non è solo la malattia di chi gioca a pallone ma non si può escludere che vi possa essere qualche nesso. La collaborazione del mondo del calcio potrebbe essere utile agli scienziati. Dire chiaro e tondo quali farmaci abbiano assunto, quali e quanti antidolorifici abbiano preso e a quali terapie siano stati sottoposti per anticipare il rientro dopo gli infortuni. Tutto questo potrebbe servire a capire meglio il progredire della Sla. Ma fino ad ora sono pochi quelli che hanno parlato. Quasi tutti hanno preferito fare finta di nulla.

Albertini: "Aprire le porte degli spogliatoi" "I giocatori aprano le porte degli spogliatoi e diano un contributo di disponibilità, oltre a quello economico, alla ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica". Demetrio Albertini, vicepresidente della Federcalcio e a lungo centrocampista del Milan e della nazionale, scende di nuovo in campo. E lo fa non come semplice testimonianza.

Test della saliva e questionari "Anche alla luce di quanto ha detto il presidente dell’Aisla Mario Melazzini - prosegue Albertini - è bene aprire i ritiri e dare tutte le possibilità ai medici di agire: con il test della saliva, ad esempio, o magari anche solo rispondendo alle domande dei ricercatori. Il nostro sport dà un contributo di visibilità alla ricerca, ma non sappiamo come si cura la Sla né come nasce. Tutto quello di cui si parla, dai farmaci ai diserbanti, sono ipotesi. Dunque aiutiamo la ricerca: sarebbe bello accertare una volta per tutte che questa non è la malattia del calcio".

Vialli: "No ai magistrati travestiti da scienziati" C'è anche chi, pur non sottovalutando l'importanza della battaglia contro la Sla, preferisce gettare acqua sul fuoco delle polemiche e se la prende con chi, a suo dire, strumentalizza: "Dal mio punto di vista - esordisce Gianluca Vialli - non se ne parla abbastanza, e quando lo si fa se ne parla a sproposito". L'ex giocatore della Sampdoria e della nazionale va giù pesante: "Sicuramente è colpa di qualche magistrato che si traveste da ricercatore e che dà spiegazioni che nemmeno la scienza ha ancora dato". "La sclerosi laterale amiotrofica - ha detto Vialli, che con Massimo Mauro ha costituito nel 2004 una Fondazione che oggi supporta l’Arisla - è una malattia su cui ci sono state molta disinformazione e strumentalizzazione".

Anonimo ha detto...

Si è parlato molto, recentemente, della vicenda di Stefano Borgonovo, già affermato calciatore, colpito negli anni scorsi da sclerosi laterale amiotroficaIl presidente della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) Giancarlo Abete ha insediato nei giorni scorsi la Commissione Medico-Scientifica, promossa dalla Federazione stessa, per sostenere la ricerca sulla SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e altre patologie collegate al gioco del calcio.
Del gruppo di lavoro - coordinato da Paolo Zeppilli - fanno parte specialisti e studiosi di esperienza internazionale, quali Adriano Chiò dell'Università di Torino, Mario Melazzini, presidente dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), Mario Sabatelli dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e Piero Volpi dell'AIC (Associazione Italiana Calciatori).
L’iniziativa è aperta anche alla collaborazione di altri esperti, non solo italiani, operanti in centri di ricerca ad elevata competenza specifica.

L'attuazione segue di qualche settimana l'annuncio dato dalla FIGC, con il quale si era deciso di mettere a disposizione della Commissione un primo stanziamento di 150.000 euro, allo scopo di finanziare progetti già in itinere, ritenuti potenzialmente utili all'approfondimento e alla comprensione dei meccanismi patologici che stanno alla base della SLA.
Nei giorni scorsi, poi, a conferma dell’impegno della FIGC e di tutte le componenti interne su una tematica così delicata per il mondo del calcio, Abete ha avuto una serie di incontri. Prima a Milano, nella sede dell’AISLA, dove il presidente della Federazione - accompagnato dal vicepresidente Demetrio Albertini - ha incontrato Mario Melazzini e l’ex calciatore Massimo Mauro, promotore, insieme a Gianluca Vialli, di una Fondazione sui problemi della SLA.
Poi a Torino, dove Abete ha avuto un colloquio con il procuratore della Repubblica Raffaele Guariniello, che sta indagando sulle cause della SLA e le altre patologie collegate al calcio.

Questa Commissione avrà come primo obiettivo quello di finanziare ricerche che possano chiarire in modo definitivo i possibili rapporti tra la sclerosi laterale amiotrofica e il calcio, ipotizzati da alcuni studi epidemiologici e meritevoli di approfondimento.
L'iniziativa si colloca per altro all’interno di un progetto più ampio che prevede la creazione di un Dipartimento di Medicina e Tutela della Salute, per monitorare tutte le tematiche scientifiche riguardanti il mondo del calcio e i suoi tesserati, ad ogni livello agonistico e di età. (C.N.)