giovedì 5 luglio 2012
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SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: ...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
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dell'assessorato alla Sanità, al centro della bufera per le inchieste giudiziarie, arriva Mario Melazzini, 54 anni, il medico con la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), famoso anche per le sue battaglie per la vita, nonostante handicap invalidanti. Dopo la scoperta della malattia, quasi dieci anni fa, il suo motto è diventato: «Voglio godere ogni minuto del miracolo di essere vivo». Con una delibera di lunedì sugli incarichi dirigenziali, il Pirellone lo nomina nuovo responsabile della programmazione sanitaria, un ruolo con otto deleghe strategiche, lo stesso, per intenderci, occupato fino allo scorso dicembre da Alessandra Massei, la socia del faccendiere Piero Daccò (in carcere, quest'ultimo, per i fondi neri del San Raffaele e della Maugeri). I rapporti di Melazzini con la Regione Lombardia sono sempre stati ottimi: lui - medico proprio della Maugeri, dove è diventato primario del day hospital oncologico -, simpatizzante di Cl, dall'ottobre del 2007 è il direttore scientifico di Nemo, il centro per la ricerca e la cura delle malattie neuromuscolari con sede al Niguarda. Anche se fino all'altro ieri Melazzini non figurava nell'organico dell'assessorato alla Sanità (il referente ad interim era il supermanager Carlo Lucchina), da settimane era già lui di fatto il dirigente a cui rivolgersi per qualsiasi richiesta sulla programmazione sanitaria, tutto ciò nel periodo del dopo Massei.
Così al Pirellone s'intrecciano scandali giudiziari e nuove deleghe. Il medico lavorerà al fianco del direttore generale, Carlo Lucchina, iscritto nel registro degli indagati insieme con il governatore Roberto Formigoni per corruzione nell' affaire Daccò. L'incarico di Melazzini comprende il coordinamento delle attività per l'attuazione del Piano socio-sanitario e per la programmazione dell'edilizia sanitaria, le relazioni con l'Università, la collaborazione tra strutture pubbliche e private e il monitoraggio dei piani di organizzazione aziendale. In più Melazzini ottiene altre tre deleghe, mai avute dalla Massei: il coordinamento dei progetti di ricerca sanitaria, le attività di comunicazione ufficiale e la realizzazione di piani strategici. Il commento di Lucchina è sintetico: «È bravo ed esperto».
Nel 2011 era balzata agli onori della cronaca la sua battaglia per fare inserire nel decreto milleproroghe 100 milioni di euro da destinare all'assistenza domiciliare dei malati di Sla e all'aiuto delle loro famiglie. Ma Melazzini è conosciuto, in generale, per il suo impegno a favore della vita e della ricerca scientifica. Il libro che ha scritto «Un medico, un malato, un uomo» ha come sottotitolo «la malattia che mi uccide mi ha insegnato a vivere». «Tutto ciò mi permette di affrontare la vita in un modo diverso - è una delle frasi celebri di Melazzini -. Prima di essere malato non avevo contatto con me stesso. Ora invece conosco i miei limiti. Non sento di dover dimostrare niente a nessuno ma posso accettare la mia dipendenza dagli altri. Mi sono riconciliato con me stesso».
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