SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA:
...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
Quando mi diagnosticarono la Sla, la prima reazione fu di chiudermi in me stesso. Io che ero abituato a correre a cento all'ora mi ritrovavo con il passo e la parola rallentati". A parlare è Stefano Turchi, 42 anni, che in carriera ha giocato con Chieti, Vis Pesaro e Ancona. Il suo caso, l'ennesimo che vede un ex calciatore colpito dal morbo di Gehrig, è stato portato alla luce dal quotidiano Avvenire. "Non credo che il doping c'entri con la malattia - spiega l'ex tornante - anche se non escludo di aver abusato di farmaci soprattutto per recuperare in fretta dagli infortuni. La verità è che noi malati brancoliamo nel buio. Vivo alla giornata. Quel che mi preoccupa è il futuro. Molti amici si sono aggravati e hanno avuto bisogno di assistenza 24 ore su 24. Questa è una malattia costosa: in Italia so che ci sono 30-40 mila sperimentazioni, ma i fondi per farle partire non si trovano mai...".
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Quando mi diagnosticarono la Sla, la prima reazione fu di chiudermi in me stesso. Io che ero abituato a correre a cento all'ora mi ritrovavo con il passo e la parola rallentati". A parlare è Stefano Turchi, 42 anni, che in carriera ha giocato con Chieti, Vis Pesaro e Ancona. Il suo caso, l'ennesimo che vede un ex calciatore colpito dal morbo di Gehrig, è stato portato alla luce dal quotidiano Avvenire. "Non credo che il doping c'entri con la malattia - spiega l'ex tornante - anche se non escludo di aver abusato di farmaci soprattutto per recuperare in fretta dagli infortuni. La verità è che noi malati brancoliamo nel buio. Vivo alla giornata. Quel che mi preoccupa è il futuro. Molti amici si sono aggravati e hanno avuto bisogno di assistenza 24 ore su 24. Questa è una malattia costosa: in Italia so che ci sono 30-40 mila sperimentazioni, ma i fondi per farle partire non si trovano mai...".
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