dirigente dell’Associazione Luca Coscioni e MALATO di Sclerosi Multipla
Di fronte all’evidenza dei fatti -continua Trisciuoglio- (trovavano cannabis ma era il Bediol che ricevo mensilmente dalla mia ASL ) e non potendomi contestare nulla, dopo una mattinata infernale trascorsa tra sveglia di prima mattina con 5 carabinieri che entrano nella mia abitazione, mia moglie e mio figlio terrorizzati (con annessi pianti del bimbo), mani in tutti i cassetti, trasporto in caserma, concludono con uno “scusateci per il disturbo”.
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Foggia – IERI mattina, ore 7 martedì 29 giugno, il Comando Provinciale Carabinieri Reparto Operativo – Nucleo Investigativo, ha eseguito, come risulta da verbale, una perquisizione locale e personale presso l’abitazione di Andrea Giuseppe Trisciuoglio, dirigente dell’Associazione Luca Coscioni e malato di sclerosi multipla. Il procedimento è stato emesso in data 17 giugno 2010 dalla Procura della Repubblica di Foggia attraverso il PM dott. Ludovico Vaccaro. Scopo dell’operazione, la ricerca di sostanze stupefacenti. E in effetti lo stupefacente è stato ritrovato, ma si trattava di un farmaco, precisamente di 2 scatole parzialmente utilizzate e 23 vuote di Bediol Cannabis Flos da 5mg, una specialità farmaceutica contenente il delta-9 tetraidrocannabinolo -Thc; il Cannabidiolo – Cbd derivanti dalla Cannabis sativa.
Così come ha scritto lo stesso Andrea Trisciuoglio, Consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni, malato di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), in una lettera indirizzata direttamente al presidente Vendola per chiederne la prescrizione da parte del Sistema Sanitario pugliese, “il bedrocan è uno di quei farmaci cannabinoidi (utilizzati in tutta Europa e da poco introdotto anche in Puglia) che producono significativi miglioramenti nella deambulazione nonché un miglioramento soggettivo riferito a sintomi quali il dolore, gli spasmi muscolari, la spasticità, i disturbi del sonno”.
Con delibera di giunta regionale n.308/10, firmata dall’assessore alla sanità Tommaso Fiore su un decreto ministeriale del 2007, si è approvato ufficialmente, lo scorso aprile 2010, anche in Puglia l’utilizzo delle principali sostanze psicoattive naturali della canapa indiana nei confronti di pazienti gravemente affetti da mali incurabili. L’accesso a tali farmaci segue, comunque, un rigido iter burocratico mentre, paradossalmente, tale rigidità non è presente nell’erogazione di antidolorici molto più potenti come la morfina.
“A nulla sono serviti gli articoli sui quotidiani nazionali (vd. Venerdì di Repubblica, Terra/Agenda Coscioni, siti internet) -scrive Trisciuoglio sul sito dell’associazione- ; a nulla è servito rappresentare localmente, a Foggia, un’associazione così importante; a nulla è servito avere purtroppo una malattia cronica come la mia: la sclerosi multipla”.
Foggia – IERI mattina, ore 7 martedì 29 giugno, il Comando Provinciale Carabinieri Reparto Operativo – Nucleo Investigativo, ha eseguito, come risulta da verbale, una perquisizione locale e personale presso l’abitazione di Andrea Giuseppe Trisciuoglio, dirigente dell’Associazione Luca Coscioni e malato di sclerosi multipla. Il procedimento è stato emesso in data 17 giugno 2010 dalla Procura della Repubblica di Foggia attraverso il PM dott. Ludovico Vaccaro. Scopo dell’operazione, la ricerca di sostanze stupefacenti. E in effetti lo stupefacente è stato ritrovato, ma si trattava di un farmaco, precisamente di 2 scatole parzialmente utilizzate e 23 vuote di Bediol Cannabis Flos da 5mg, una specialità farmaceutica contenente il delta-9 tetraidrocannabinolo -Thc; il Cannabidiolo – Cbd derivanti dalla Cannabis sativa.
Così come ha scritto lo stesso Andrea Trisciuoglio, Consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni, malato di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), in una lettera indirizzata direttamente al presidente Vendola per chiederne la prescrizione da parte del Sistema Sanitario pugliese, “il bedrocan è uno di quei farmaci cannabinoidi (utilizzati in tutta Europa e da poco introdotto anche in Puglia) che producono significativi miglioramenti nella deambulazione nonché un miglioramento soggettivo riferito a sintomi quali il dolore, gli spasmi muscolari, la spasticità, i disturbi del sonno”.
Con delibera di giunta regionale n.308/10, firmata dall’assessore alla sanità Tommaso Fiore su un decreto ministeriale del 2007, si è approvato ufficialmente, lo scorso aprile 2010, anche in Puglia l’utilizzo delle principali sostanze psicoattive naturali della canapa indiana nei confronti di pazienti gravemente affetti da mali incurabili. L’accesso a tali farmaci segue, comunque, un rigido iter burocratico mentre, paradossalmente, tale rigidità non è presente nell’erogazione di antidolorici molto più potenti come la morfina.
“A nulla sono serviti gli articoli sui quotidiani nazionali (vd. Venerdì di Repubblica, Terra/Agenda Coscioni, siti internet) -scrive Trisciuoglio sul sito dell’associazione- ; a nulla è servito rappresentare localmente, a Foggia, un’associazione così importante; a nulla è servito avere purtroppo una malattia cronica come la mia: la sclerosi multipla”.
Foggia – IERI mattina, ore 7 martedì 29 giugno, il Comando Provinciale Carabinieri Reparto Operativo – Nucleo Investigativo, ha eseguito, come risulta da verbale, una perquisizione locale e personale presso l’abitazione di Andrea Giuseppe Trisciuoglio, dirigente dell’Associazione Luca Coscioni e malato di sclerosi multipla. Il procedimento è stato emesso in data 17 giugno 2010 dalla Procura della Repubblica di Foggia attraverso il PM dott. Ludovico Vaccaro. Scopo dell’operazione, la ricerca di sostanze stupefacenti. E in effetti lo stupefacente è stato ritrovato, ma si trattava di un farmaco, precisamente di 2 scatole parzialmente utilizzate e 23 vuote di Bediol Cannabis Flos da 5mg, una specialità farmaceutica contenente il delta-9 tetraidrocannabinolo -Thc; il Cannabidiolo – Cbd derivanti dalla Cannabis sativa.
Così come ha scritto lo stesso Andrea Trisciuoglio, Consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni, malato di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), in una lettera indirizzata direttamente al presidente Vendola per chiederne la prescrizione da parte del Sistema Sanitario pugliese, “il bedrocan è uno di quei farmaci cannabinoidi (utilizzati in tutta Europa e da poco introdotto anche in Puglia) che producono significativi miglioramenti nella deambulazione nonché un miglioramento soggettivo riferito a sintomi quali il dolore, gli spasmi muscolari, la spasticità, i disturbi del sonno”.
Con delibera di giunta regionale n.308/10, firmata dall’assessore alla sanità Tommaso Fiore su un decreto ministeriale del 2007, si è approvato ufficialmente, lo scorso aprile 2010, anche in Puglia l’utilizzo delle principali sostanze psicoattive naturali della canapa indiana nei confronti di pazienti gravemente affetti da mali incurabili. L’accesso a tali farmaci segue, comunque, un rigido iter burocratico mentre, paradossalmente, tale rigidità non è presente nell’erogazione di antidolorici molto più potenti come la morfina.
“A nulla sono serviti gli articoli sui quotidiani nazionali (vd. Venerdì di Repubblica, Terra/Agenda Coscioni, siti internet) -scrive Trisciuoglio sul sito dell’associazione- ; a nulla è servito rappresentare localmente, a Foggia, un’associazione così importante; a nulla è servito avere purtroppo una malattia cronica come la mia: la sclerosi multipla”.
Il costo altissimo di tali farmaci (600-700 euro), ora a totale carico del sistema sanitario regionale, è dovuto al ricarico per l’importazione del prodotto dall’estero che può far crescere il prezzo finale anche di 10 volte. Infatti la coltivazione della canapa è vietata in Italia e, di conseguenza, il prodotto deve essere importato dall’unica azienda olandese che la produce.
“Il clima in Italia permetterebbe la coltivazione della canapa- spiega Francesco Crestani, medico di Rovigo e presidente dell’Act (Associazione per la cannabis terapeutica)-, ma è illegale. Al trattamento della cannabis sono autorizzati solo due istituti pubblici: un centro di ricerca agricolo di Rovigo, che non essendo però un istituto farmacologico vede ogni anno distrutto il suo raccolto dalla Guardia di Finanza, ed è un vero peccato perché potrebbe essere utilizzato in campo farmacologico. L’altro è l’istituto chimico militare di Firenze dove vengono prodotte medicine per l’esercito. Lì la cannabis non viene coltivata ma c’è tutta la tecnologia per fare i controlli necessari. Ecco, mettendo insieme queste due realtà si potrebbe creare una eccellenza”.
“Di fronte all’evidenza dei fatti -continua Trisciuoglio- (trovavano cannabis ma era il Bediol che ricevo mensilmente dalla mia Asl) e non potendomi contestare nulla, dopo una mattinata infernale trascorsa tra sveglia di prima mattina con 5 carabinieri che entrano nella mia abitazione, mia moglie e mio figlio terrorizzati (con annessi pianti del bimbo), mani in tutti i cassetti, trasporto in caserma, concludono con uno “scusateci per il disturbo”.
Il verbale dei carabinieri di Foggia termina spiegando che “si da atto che durante l’atto di perquisizione non sono stati arrecati danni a persone o cose e non si sono verificati ammanchi di alcun genere”. “Oggi è stato veramente tutto incredibile- conclude Andrea Trisciuoglio- . La lotta per la cannabis terapeutica per i tanti malati che come ne hanno bisogno è la mia battaglia che, da radicale, con l’Associazione Luca Coscioni porteremo avanti senza farci intimidire. Criminalizzare l’uso terapeutico di una pianta è proprio di uno stato etico e ascientifico, non di uno stato di diritto”.
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