Malato di SLA
lancia appello
ai candidati consiglieri...
Da Fabio: "Vorrei ricordare che la sofferenza e la malattia non hanno colore e dovrebbe essere priorità assoluta di ognuno aiutare chi soffre"
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: ...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
1 commento:
Malato dal marzo/aprile 2006. Nel marzo 2007 una diagnosi che non lascia scampo: sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Paolo Piromalli, 56 anni, da circa un anno ormai è costretto a vivere nel letto della sua casa di Magliolo, attaccato alle macchine che lo tengono in vita.
Lucido, attento, riflessivo, con il suo computer tiene i contatti con il mondo esterno, anche nei confronti della politica. E a pochissime ore dal voto per elezioni regionali, alle telecamere di IVG.it ha voluto lanciare un appello a tutti i candidati consiglieri.
Le difficili condizioni di vita di un malato di SLA, la necessità di un’assistenza continua e le risorse da mettere in campo da parte della politica (in questo caso la Regione) per aiutare lui e le persone nelle sue stesse condizioni “a vivere una vita dignitosa” come ha detto lui stesso ai nostri microfoni.
Guarda la videointervista.
La sclerosi laterale amiotrofica, chiamata SLA, o anche morbo di Lou Gehrig, (dal nome del giocatore statunitense di baseball che fu la prima vittima accertata di questa patologia), malattia di Charcot o malattia dei motoneuroni, è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso che colpisce selettivamente i cosiddetti neuroni di moto (motoneuroni), sia centrali sia periferici.
La SLA influisce in modo predominante sui neuroni motori e nella maggioranza dei casi la malattia non danneggia la mente, la personalità, l’intelligenza o la memoria del paziente. Né influisce sulla capacità di una persona di vedere, odorare, gustare, sentire o percepire sensazioni tattili.
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