TRANSPLANTED STEM CELLS FORM
PROPER BRAIN CONNECTIONS
In new animal study, neurons developed from stem cells successfully wired with other brain regions Washington, DC — Transplanted neurons grown from embryonic stem cells can fully integrate into the brains of young animals, according to new research in the Jan. 20 issue of The Journal of Neuroscience. The Journal of Neuroscience is published by the Society for Neuroscience Weimann can be reached at jweimann@stanford.edu.
In new animal study, neurons developed from stem cells successfully wired with other brain regions Washington, DC — Transplanted neurons grown from embryonic stem cells can fully integrate into the brains of young animals, according to new research in the Jan. 20 issue of The Journal of Neuroscience. The Journal of Neuroscience is published by the Society for Neuroscience Weimann can be reached at jweimann@stanford.edu.
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Le cellule staminali riparano i danni al cervello
Si trasformano in neuroni giovani e formano fibre nervose funzionanti
© Matteo Clerici/NEWSFOOD.com - 20/01/2010
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Le cellule staminali (specificamente, le cellule staminali embrionali) possono agire come toppe per il cervello. Esse si trasformano in neuroni e raggiungono il cervello; una volta all'interno, si connettono ai neuroni originali formando fasci di cellule nervose e fibre naturali funzionanti.
E' il risultato di una ricerca della Stanford Medical School, diretta dal dottor James Weimann e pubblcata dal "Journal of Neuroscience".
Il team di Weimann ha preso cellule staminali embrionali e le ha trasformate in "neuroni giovani", con una funzione non ancora definitiva. Successivamente, i neuroni sono stati trapiantati in varie regioni della corteccia celebrale di di topi appena nati.
Gli studiosi hanno allora osservato come i neuroni novizi s'integrassero perfettamente con i neuroni "aborigeni", formando fasce nervose e specializzandosi nel ruolo della regione d'insediamento (ad esempio sono diventati neuroni visivi quelli trapiantati nella corteccia visiva, neuroni motori quelli impiantati nella corteccia motoria).
Al momento sono in corso test simili, ma su esemplari di topo adulto.
In caso di successo, tale tecnica potrebbe essere utilizzata contro le malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer, il Parkinson o la SLA (sclerosi laterale amiotrofica).
Una ricerca dell'University Hospital di T'bingen, Germania, diretta dalla dottoressa Lusine Danielyan e presentato a " Strategies for Engineered Negligible Senescence"
Cellule staminali: entrano dal naso, riparano il cervello
Le cellule passano dalle narici ed arrivano in fondo, senza problemi o danni
© Matteo Clerici/NEWSFOOD.com - 15/09/2009
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Le Cellule staminali sono in grado di riparare il cervello dai danni di malattie neurodegenerative, come Parkinson e Alzheimer.
Il problema è come farle arrivare fin là: il metodo più diffuso, le operazioni chirurgiche, sono difficili e dolorose.Allora, meglio farle inalare: piu rapido e sicuro.
Il suggerimento arriva da una ricerca dell'University Hospital di T'bingen, Germania, diretta dalla dottoressa Lusine Danielyan e presentato a " Strategies for Engineered Negligible Senescence", meeting in corso a Cambridge, Gran Bretagna.
Spiega la dottoressa Danielyan: "Abbiamo pensato, poiché virus e batteri riescono ad arrivare al cervello tramite il naso, perché non sfruttare questa via?". Gli studiosi hanno così fatto sniffare ad alcuni roditori le cellule, verificando così come riuscissero ad arrivare in fondo
Dalle staminali il gene che sconfigge il cancro
Si chiama Huwel: ostacola le cellule che nutrono il tumore ed aiuta a ripare danni provocati all'organismo
© Matteo Clerici/NEWSFOOD.com - 18/08/2009
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Nelle cellule staminali è presente un gene, chiamato Huwel, fondamentale per la crescita e lo sviluppo di tali formazioni. Ma Huwel è coinvolto anche nel processo che porta al gliobastoma multiforme, per alcuni il più aggressivo tra i tumori del cervello, pericoloso sia per adulti che per bambini. Studiare tale gene è così cruciale per due settori della medicina: quello sulle cellule staminali e quello della lotta al cancro.
Questo è il messaggio di una ricerca del Columbia University Medical Center di New York, diretta dai dottori Antonio Iavarone e Anna Lasorella e pubblicata (in copertina) dalla rivista "Developmental Cell".
I due studiosi hanno scoperto come Huwel è indispensabile per la corretta programmazione delle staminali neurali: grazie ad essa nell'embrione si formano i neuroni.
Fino ad oggi, le cellule staminali adulte venivano fatte regredire tramite un cocktail di geni, ottenendo così le cellule Staminali pluripotenti indotte (Ips). Il problema legato alle cellule "bambine" artificiali era come farle di nuovo ritornare adulte, eliminando i geni che ne bloccavano la crescita.
La soluzione del problema è stata trovata dai due medici italiani, che hanno trovato una proteina "Capace di distruggere alcune delle proteine-chiave utilizzate per ottenere le Ips e di far ripartire quindi la trasformazione delle cellule staminali in cellule adulte", come sottolineano gli stessi.
La proteina, come il gene che la produce, si chiama Huwel.
Huwel è anche una sorta di scudo contro i tumori: "Abbiamo scoperto che la stessa proteina viene eliminata durante lo sviluppo del glioblastoma multiforme", spiega il dottor Iavarone.
La dottoressa Lasorella ha dimostrato, con i suoi test di laboratorio sui topi, che l'assenza di Huwel provoca una crescita anomala delle cellule staminali, in cui la formazione dei neuroni è compromessa. Le cellule staminali e quelle tumorali sono accomunate dalla capacità di crescita rapida: ciò premesso, Iavarone ha ipotizzato che l'attività di Huwe1 possa essere bassa nelle cellule dei tumori del cervello umano.
Tale ipotesi è stata poi verificata confrontando i livelli di Huwel in un cervello sano ed in uno affetto da tumore, operazione possibile da un algoritmo del dottor Andrea Califano, impiegato presso il Centro di Bioinformatica applicata allo studio dei tumori alla Columbia University.
La proteina Huwel si configura così come una sorta di palla al piede per il tumore, in quanto impedisce alla cellule che lo nutrono di moltiplicarsi.
Ora, il passo successivo della squadra Iavarone-Lasorella sarà di potenziare Huwel per renderlo più efficace contro le cellule tumorali.
Il dottor Iavarone spiega come tale operazione "Potrebbe consentire una corretta riprogrammazione di queste cellule e permettere la rigenerazione delle cellule neurali perse nel corso di malattie neurodegenerative"; inoltre, "Ci aspettiamo che riportando al normale l'attività di Huwe1 nelle cellule dei tumori cerebrali di pazienti in cui Huwe1 è assente potremo fermare la crescita del tumore
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