SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA:
...AIUTIAMOCI A TROVARE IN QUESTO BUIO UNA LUCE ... CHE CHI DOVREBBE NON HA TEMPO O CORAGGIO DI ACCENDERE... VI LASCIO UNA VOCE CHE CON SACRIFICIO HO CONQUISTATO... MA QUESTO TRISTE E INCONSOLABILE PATRIMONIO E' DI OGNI MALATO ... DI OGNI FAMILIARE CHE PIANGE IN SILENZIO... DA QUANDO QUESTE TRE LETTERE SONO ENTRATE NELLA NOSTRA VITA E CHE MESSE INSIEME FORMANO UNA COSI' PROFONDA E INGIUSTA MALATTIA...
giovedì 2 marzo 2017
Individuati batteri intestinali che rallentano la progressionedella SLA
Secondo quanto riportato sulla rivista Clinical Therapeutics, il modello murino di SLA utilizzato dai ricercatori americani
Secondo quanto riportato sulla rivista Clinical Therapeutics, il modello murino di SLA utilizzato dai ricercatori americani è caratterizzato da una maggiore permeabilità intestinale e da un’alterata composizione del microbioma, con una netta riduzione dei batteri che producono butirrato. Dal momento che le modificazioni a livello intestinale sembrano insorgere nei topi prima dei sintomi tipici della SLA, gli studiosi hanno ipotizzato che, come già dimostrato per altre malattie neurologiche, l’omeostasi intestinale e la composizione del microbioma possano svolgere un ruolo anche nello sviluppo della patologia. «L’intestino e il cervello sono collegati, quindi non siamo sorpresi che la salute del primo impatti sulla funzionalità del secondo» dichiara Jun Sun, coordinatrice dello studio. I ricercatori, sulla base dei risultati ottenuti nei topi, ipotizzano che l’alterazione del microbioma e la perdita dell’omeostasi intestinale siano associati alla patofisiologia della SLA. Inoltre, l’efficacia del butirrato nel ristabilire l’equilibrio intestinale e nel ritardare la progressione della malattia suggerisce la possibilità di individuare in questo composto una nuova opportunità terapeutica. A tal proposito, Jun Sun sottolinea che «attualmente è disponibile un unico farmaco per il trattamento della SLA, che è in grado di aumentare la sopravvivenza dei pazienti solo di pochi mesi». E aggiunge: «Il butirrato è già disponibile sul mercato americano come supplemento e i risultati preliminari ottenuti nei topi sono molto promettenti: ecco perché riteniamo necessario condurre nuovi studi per verificare i suoi effetti nei pazienti affetti da SLA». I ricercatori hanno quindi deciso di somministrare a un gruppo di topi transgenici sodio butirrato sciolto in acqua per un periodo di due mesi e mezzo: i dati ottenuti indicano che, rispetto al gruppo di controllo, i roditori trattati hanno mostrato uno dei primi sintomi della SLA, ovvero la perdita di peso, con un ritardo di 40 giorni.
Per espletare al meglio le sue funzioni -tra cui favorire la salute metabolica con effetto eutrofico della mucosa del colon e bioregolare la flora intestinale- (vedi articoli scientifici), è preferibile che l’acido butirrico si trovi nella forma legata al sodio per la sua elevata lipofilicità e capacità di scambio cellulare. Il butirrato di sodio è una molecola molto attiva ma con un elevato grado di dissociazione (pKa 4,82), che in mancanza di un’adeguata protezione non raggiungerebbe l’intestino, in particolare il colon/retto. Per questo Butyrose® contiene Butirrato di sodio LSC® microcaps: grazie alla sua formula brevettata (EU n.2352386), il sodio butirrato viene inglobato all’interno di una microcapsula lipofilica con tecnologia LSC® -Lipophilic Spray Cooling- ad effetto barriera, che garantisce stabilità al legame sodio-butirrato, un’ampia superfice attiva ed un’estesa capacità di diffusione nell’intestino.
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Secondo quanto riportato sulla rivista Clinical Therapeutics, il modello murino di SLA utilizzato dai ricercatori americani è caratterizzato da una maggiore permeabilità intestinale e da un’alterata composizione del microbioma, con una netta riduzione dei batteri che producono butirrato. Dal momento che le modificazioni a livello intestinale sembrano insorgere nei topi prima dei sintomi tipici della SLA, gli studiosi hanno ipotizzato che, come già dimostrato per altre malattie neurologiche, l’omeostasi intestinale e la composizione del microbioma possano svolgere un ruolo anche nello sviluppo della patologia. «L’intestino e il cervello sono collegati, quindi non siamo sorpresi che la salute del primo impatti sulla funzionalità del secondo» dichiara Jun Sun, coordinatrice dello studio. I ricercatori, sulla base dei risultati ottenuti nei topi, ipotizzano che l’alterazione del microbioma e la perdita dell’omeostasi intestinale siano associati alla patofisiologia della SLA. Inoltre, l’efficacia del butirrato nel ristabilire l’equilibrio intestinale e nel ritardare la progressione della malattia suggerisce la possibilità di individuare in questo composto una nuova opportunità terapeutica. A tal proposito, Jun Sun sottolinea che «attualmente è disponibile un unico farmaco per il trattamento della SLA, che è in grado di aumentare la sopravvivenza dei pazienti solo di pochi mesi». E aggiunge: «Il butirrato è già disponibile sul mercato americano come supplemento e i risultati preliminari ottenuti nei topi sono molto promettenti: ecco perché riteniamo necessario condurre nuovi studi per verificare i suoi effetti nei pazienti affetti da SLA». I ricercatori hanno quindi deciso di somministrare a un gruppo di topi transgenici sodio butirrato sciolto in acqua per un periodo di due mesi e mezzo: i dati ottenuti indicano che, rispetto al gruppo di controllo, i roditori trattati hanno mostrato uno dei primi sintomi della SLA, ovvero la perdita di peso, con un ritardo di 40 giorni.
RispondiEliminaPer espletare al meglio le sue funzioni -tra cui favorire la salute metabolica con effetto eutrofico della mucosa del colon e bioregolare la flora intestinale- (vedi articoli scientifici), è preferibile che l’acido butirrico si trovi nella forma legata al sodio per la sua elevata lipofilicità e capacità di scambio cellulare. Il butirrato di sodio è una molecola molto attiva ma con un elevato grado di dissociazione (pKa 4,82), che in mancanza di un’adeguata protezione non raggiungerebbe l’intestino, in particolare il colon/retto. Per questo Butyrose® contiene Butirrato di sodio LSC® microcaps: grazie alla sua formula brevettata (EU n.2352386), il sodio butirrato viene inglobato all’interno di una microcapsula lipofilica con tecnologia LSC® -Lipophilic Spray Cooling- ad effetto barriera, che garantisce stabilità al legame sodio-butirrato, un’ampia superfice attiva ed un’estesa capacità di diffusione nell’intestino.
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